Riforma della Carriera Operativa

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LE CRITICITA’ DEL NEGOZIATO

A breve, con l’apertura della stagione negoziale, riprenderà anche la trattativa sulla riforma della Carriera operativa.

Visto il periodo trascorso, si riporta di seguito una sintesi dello stato del negoziato.

 PROPOSTE DELLA BANCA

  1. La nuova carriera verrà suddivisa in due soli segmenti: Supervisori e Addetti; all’interno di quest’ultimo, in particolare, confluiranno un gran numero degli attuali gradi e i colleghi saranno chiamati a svolgere un ventaglio estremamente ampio di mansioni, ivi comprese quelle “trascinate” (ex Se.Ge.Si.).
  2. Per il passaggio dal segmento Addetti a quello dei Supervisori è previsto, nei primi cinque anni dall’entrata in vigore della riforma, il raddoppio dei posti messi a concorso (da 50 a 100 l’anno), per portare a meno di 1/3 il rapporto tra numero di Supervisori e numero di Addetti.
  3. La Banca non intende finanziare la riforma, che sarebbe a costo zero. Ci sarebbe solo una redistribuzione delle risorse, soprattutto a discapito dei più giovani e con elementi di discrezionalità finalizzati a ottenere maggiore flessibilità dal personale.
  4. All’avvio della nuova Carriera, verrebbe corrisposto un premio di reinquadramento” pari ad uno scatto stipendiale, che sarà pesante o leggero in relazione allo scatto a quel momento percepito dal collega; scatto unico (e leggero, visto l’importo), nel caso di Vice Assistenti, Operai di 3^ e Operai di 3^ junior.
  5. Si prevedono “scatti” unici automatici biennali posticipati, differenziati all’interno dei segmenti nonostante l’omogeneità mansionistica (l’importo degli “scatti” cresce all’aumentare del livello ricoperto, nonostante che le mansioni “attribuibili” non cambino). Scomparirebbero quindi gli scatti leggeri, ma di tale intervento non beneficerebbero i più giovani, inquadrati nei livelli corrispondenti ai gradi che al momento percepiscono scatti “unici” e di fatto “leggeri” (i già citati Vice Assistenti e Operai di 3^ e di 3^ junior).
  6. Con l’accorpamento in due soli “macrosegmenti”, gli attuali incrementi stipendiali legati ai passaggi di grado spariranno, solo parzialmente sostituiti (in termini di numerosità e di importo), da scatti legati al “merito”, attribuiti sulla base di una valutazione biennale riferita a un mix di fattori valutativi standard (uguali per tutti) e di fattori scelti ad hoc da un basket di possibili – presumibilmente – inerenti alla formazione effettuata, all’assiduità, ecc.

 OSSERVAZIONI E PROPOSTE DELLA FISAC CGIL

  1. Sin dall’inizio della trattativa, questa O.S. ha proposto un terzo segmento (oltre a Addetti e Supervisori), che consentirebbe di dare ai colleghi una giusta distinzione mansionistica, un miglior ancoraggio della valutazione al lavoro svolto e una crescita economica visibile; in particolare, per i lavoratori più giovani faciliterebbe il “concreto riconoscimento” delle mansioni svolte (anche di quelle di elevato profilo), ridurrebbe il rischio di sovra-utilizzo e consentirebbe l’abbandono, nel tempo, delle mansioni “meno gratificanti”; per i più anziani, consentirebbe di mantenere una buona progressione retributiva senza alcun rischio di demansionamento.
  2. All’interno di ogni segmento lo “scatto” stipendiale deve essere sempre dello stesso importo per tutti i colleghi: a parità di mansioni l’incremento retributivo automatico deve essere identico.
  3. Per la Fisac CGIL la proposta della Banca potrebbe portare un forte rischio di svilimento del ruolo dei Supervisori, attuali e futuri, se permarrà la scarsa alimentazione dell’Area operativa e non verranno aumentate le possibilità di passaggio verso l’Area manager (con riduzione dei tempi e aumento dei posti). Il grosso ampliamento del segmento Supervisori, in tale contesto, creerà lacune in termini di organico in quello degli Addetti, compensabili solo facendo svolgere ai Supervisori stessi, di fatto, le stesse mansioni degli attuali Assistenti.
  4. Per la Fisac CGIL, il meccanismo di corresponsione dei passaggi di livello (economico) proposto dalla Banca comporterebbe sia un allargamento della forbice stipendiale a discapito dei più “giovani di Banca” (vista la differenziazione degli scatti annuali), sia una perdita economica dovuta al differimento temporale nell’attribuzione dei livelli (soprattutto per i Colleghi post ’93, assoggettati al sistema pensionistico “contributivo”).
  5. Con riferimento al profilo valutativo se, da un punto di vista teorico, ha senso dare un valore anche alla formazione svolta, nella praticavista la gestione finora attuata – una scelta di questo genere rischia di creare disparità di opportunità tra i colleghi. Infatti, come noto, in relazione alla struttura di appartenenza o al tipo di compito svolto, risulta almeno per un certo numero di colleghi piuttosto complicato partecipare a iniziative formative. Senza modifiche sostanziali, tale scenario rischia di creare percorsi di carriera più lenti o più veloci, con relativa disparità di trattamento retributivo.

 Viste le nostre critiche e proposte, qui brevemente sintetizzate, è evidente che in mancanza di avanzamenti significativi, la Fisac CGIL non potrà mai condividere una struttura delle carriere così prefigurata dalla Banca.

Per questa O.S., infatti, le proposte portate al tavolo rischiano di penalizzare la maggior parte dei colleghi operativi ed in particolare quelli più giovani.

Tra l’altro, si osserva con soddisfazione che anche il Sibc, dopo averci criticato per mesi, definendo le nostre proposte “conservatrici”, ha recentemente pubblicato una serie di considerazioni critiche sull’andamento della trattativa, molte delle quali molto somiglianti alle nostre.

In particolare – riportando il virgolettato per evitare fraintendimenti – si afferma, tra l’altro, che “una semplificazione ancor più decisa della giungla dei gradi, accorpando tutti in due segmenti (…) riduce le occasioni di ‘salto stipendiale’ per promozione” e che [la banca] “ha ventilato idee per ridurre l’esborso finanziario previsto della riforma, riproponendo ‘livelli leggeri’ e taglieggiando le future generazioni”.

Trattasi di un vero cambiamento di analisi, finalmente più attinente alla realtà che da tempo la Fisac CGIL denuncia.

Alla luce di quanto descritto, non ci possiamo che augurare un cambiamento radicale della trattativa, per il bene dei colleghi.

La Fisac CGIL proseguirà nella formulazione di proposte che conducano a un accordo migliorativo per i lavoratori e non ad un cambiamento a tutti i costi, come qualcuno è disposto a fare.

Roma, 4 settembre 2019

La Segreteria Nazionale