IPCA – Era già tutto previsto…

ImmagineAD OGGI NESSUN ACCORDO POSSIBILE

Scriveva la Fisac Cgil il 13 luglio 2010 a proposito dell’IPCA, negando la firma sull’accordo: “Un modello, come abbiamo ribadito più volte, negativo in quanto non salvaguarda il potere di acquisto delle retribuzioni ed introduce elementi di flessibilità ad esclusivo vantaggio della controparte.”

E ancora: “l’adeguamento all’inflazione delle retribuzioni avviene sulla base dell’indice IPCA previsionale depurato della dinamica dei prezzi dei beni energetici importanti.

In un paese come il nostro, fortemente dipendente dall’esterno sotto il profilo energetico, la depauperazione dell’indice costituisce, nei fatti, una progressiva perdita del potere di acquisto reale delle retribuzioni”.

Inoltre: “l’eventuale scostamento tra l’IPCA previsionale ed effettivo può non essere recuperato qualora ritenuto dalle parti non significativo. Si introduce cioè un elemento, del tutto estraneo al precedente modello, che istituzionalizza la rinuncia di quota parte dell’inflazione in presenza di valutazioni non meglio identificate (andamenti interni, valutazioni esterne di carattere generale, decisioni politiche, ecc.). Rinuncia solo formalmente mitigata dal presunto intervento della volontà delle parti, considerata la posizione di assoluto vantaggio di cui gode la controparte”.

Ieri all’incontro previsto sull’argomento, come volevasi dimostrare è successo ciò che era facilmente prevedibile. La Banca ha comunicato che intende avvalersi dell’art.4 delle Intese in tema di Contrattualizzazione per il rapporto d’impiego…

Tale articolo prevede che: “Al fine di salvaguardare il potere d’acquisto delle retribuzioni, al termine di ogni triennio le parti verificano gli eventuali scostamenti tra l’indice IPCA previsionale e quello effettivo. Il recupero degli scostamenti valutati significativi dalle parti avviene a valere sull’adeguamento retributivo del primo anno del successivo triennio”.

Da qui i dati sottostanti.

                                     I NUMERI

 INFLAZIONE REALE           ANNO          INCREMENTI ATTRIBUITI

                                 

             0,1                           2016                           0,5

             0,9                           2017                           1,1

             0,8                           2018                           0,9

             1,8                           TOT                            2,5

Per ottenere tale risultato la Delegazione aziendale ha dichiarato di voler ridurre l’adeguamento all’IPCA previsto per l’anno 2019 dall’0,9% allo 0,2%: si consentirebbe, in tal modo, il recupero che, secondo la Banca, spetta dall’accordo del 2010 con un’interpretazione unilaterale che valuta come “significativo” lo scostamento.

La Fisac Cgil harespinto al mittente la proposta sottolineando che, l’interpretazione data dalla Banca che valuta gli scostamenti verificatisi “significativi” è assolutamente forzata e che, eventuali proposte di sistemare” la situazione nell’ambito della prossima trattativa sull’efficienza aziendale, come già aleggiava nella stanza, troverà la forte opposizione di questa O.S..

Già troppi sacrifici si sono chiesti ai colleghi con gli importi rivenienti dall’efficienza aziendale (Lump Sum docet).

Roma, 4 luglio 2019

La Segreteria Nazionale