Cambia la modalità di presentazione… Ma il succo non cambia

REPORT INCONTRO DEL 25 OTTOBRE 2024

L’incontro di venerdì in tema di riforma dell’Area Operativa, a detta dell’Amministrazione, è il 13° in quasi due anni “a dimostrazione del forte interesse del nostro Vertice a raggiungere un accordo”.

Dalle dichiarazioni del Segretario Generale, apprendiamo che: è stata una “trattativa lunga” (non ce n’eravamo accorti, alcuni aspettano questa riforma dal 1980) che ha portato “avvicinamenti importanti tra le parti”. Si è discusso su diverse tematiche rilevanti, “accogliendo molte delle istanze presentate dai tavoli sindacali” (ma dove?) e quindi “restano da definire alcuni piccoli dettagli”, ma di certo “ci si avvicina ad un accordo” che potrebbe essere firmato dalla maggioranza dei Sindacati.

Partendo da questi immaginari buoni presupposti, l’Amministrazione si è presentata dichiarando che gli incontri, da questo in poi, sarebbero stati focalizzati sull’approfondimento di uno/due argomenti alla volta.

L’incontro di venerdì ha quindi riguardato le mansioni del personale operativo e le modalità di alimentazione dell’Area.

STRUTTURA/REINQUADRAMENTI
L’Amministrazione ha definito il nuovo modello come un “modello basato sulle competenze” che sostituirebbe l’attuale sistema fondato su “anzianità e gerarchia”. La crescita professionale sarebbe legata all’acquisizione di competenze specifiche, piuttosto che alla semplice permanenza in ruolo.

La struttura dell’Area Operativa vedrebbe il personale suddiviso in due segmenti:

Specialisti di processo, in cui confluirebbero i Coadiutori e i Coadiutori Principali;
Addetti di processo, in cui confluirebbero i restanti gradi.

All’interno dei segmenti ci sarebbero solo due profili: “amministrativo” e “tecnico-operativo”. Come già detto, il profilo tecnico-operativo (cioè gli Operai) non saranno parte integrante di questa trattativa, se non per riconfermare il livello di ingresso degli attuali Operai Junior, significativamente più basso degli attuali livelli “grazie” agli accordi firmati dall’attuale primo tavolo per il servizio Banconote.

Scomparirebbe completamente il profilo TECNICO.

MANSIONI
Le mansioni dell’Area, attualmente descritte nell’art. 6 del Regolamento del Personale (Leggi qui), sarebbero completamente riviste (Leggi qui a pag. 4).
Sempre secondo l’Amministrazione il nuovo modello valorizzerebbe le competenze acquisite dai lavoratori nel corso del tempo, creando un sistema in grado di “svecchiare” l’attuale struttura professionale, puntando su “mestieri invece che su profili fissi e predefiniti”.

ASSUNZIONI
Le assunzioni dall’esterno avverrebbero solo nel segmento addetti di processo, a livelli stipendiali tutt’ora ignoti, da stabilirsi nei singoli bandi di concorso in base a esperienze professionali, livello di studi, esigenze specifiche dell’Amministrazione, stato del mercato del lavoro esterno.
Vale la pena ricordare che oggi l’art. 12 del Regolamento del Personale (Leggi qui) elenca precisamente i titoli che possono essere richiesti per l’assunzione nei gradi di Vice Assistente e Assistente.

Quanto alla dinamica retributiva: nel disegno dell’Amministrazione ci sarebbe un’unica scala stipendiale di cui non si conosce il primo gradino! Si sa soltanto che tale nuovo livello d’ingresso non sarebbe inferiore all’attuale livello stipendiale dell’operaio di 3° junior (ma di quanto… boh).
Durante l’incontro il Segretario Generale ha esplicitamente dichiarato che per la Banca c’è una pregiudiziale senza la quale la riforma non si può fare: il salario d’ingresso deve essere minore di quello attuale a Vice Assistente.

OSSERVAZIONI
Queste Organizzazioni Sindacali ritengono che di questo passo non si vada da nessuna parte. Continuano i fiumi di parole, pieni di giudizi positivi e scenari fantasmagorici, ma senza nessun dato oggettivo a supporto.

La cancellazione del profilo tecnico è sbucata come un coniglio dal cilindro: quanti approfondimenti saranno stati fatti per valutare l’impatto? Crediamo ben pochi, visto che ormai si fa strada lo stile usato per la riforma territoriale: prima il modello, poi vediamo l’effetto che fa sulle risorse umane.

C’è anche una questione di metodo. La complessità della materia richiede che i tavoli negoziali siano preceduti da incontri tecnici in cui gli “sciamani dei numeri” mettano finalmente a disposizione le informazioni e le diverse simulazioni, così da essere poi valutate in sede negoziale; analogamente, è necessario un lavoro puntuale sulle mansioni attualmente svolte e su quelle che si andranno a descrivere nel nuovo mondo. Solo per parlare dei due argomenti affrontati oggi.
Non comprendiamo la sicurezza con cui l’Amministrazione dichiara di essere vicini ad un accordo: forse vi sono altri propensi ad accettare accordi al buio?
Di sicuro per noi rimangono aperte questioni cruciali che ci fanno ritenere, purtroppo, lontano il traguardo della trattativa.
La questione del metodo con cui si procede è parte integrante della possibilità di avanzare nel negoziato. Come pure sarebbe utile, una maggiore coesione sindacale.

Di sicuro non condivideremo una riforma che penalizza le ultime due/tre generazioni di lavoratori della Banca d’Italia, che da anni sono in attesa di una crescita professionale ed economica ora mortificata, e che relega nella discrezione più totale le future generazioni.

Roma, 28 ottobre 2024

LE SEGRETERIE NAZIONALI
FIRST CISL – FISAC CGIL – UILCA UIL