Efficienza Aziendale – L’ennesima proposta irriverente

Si è svolto ieri l’incontro di trattativa sull’efficienza aziendale nel quale la Banca, dopo aver riflettuto per ben cinque mesi (l’ultimo incontro risale al 15 febbraio scorso) ha reiterato la medesima proposta per il 2021 (1,7% una tantum + 0,2% da versare alla Lump Sum) e per il 2022 (1,2% una tantum + 0,2% alla Lump Sum).

In sostanza la Banca non si è mossa dalle proprie posizioni, confidando invece in un cambiamento delle posizioni sindacali.

Ha però modificato la metodologia di calcolo dell’efficienza (SLIDES), senza con questo renderla meno fumosa o più efficace a cogliere il contributo dei lavoratori e…conseguendo peraltro lo stesso risultato numerico.

Al di là di questi artifici solo espositivi, se l’efficienza è la “situazione di massima capacità produttiva, e cioè di costi minori possibili” (vedi vocabolario Treccani) i fatti dicono che, durante la pandemia, sono stati i lavoratori a costruire sulla loro pelle, nell’operatività quotidiana, un nuovo modo di lavorare tanto efficiente da essere consolidato in un contratto sul lavoro ibrido, che anche la Banca ha firmato, e che determina oggettivi risparmi di costo, a parità di output prodotto.

Durante l’emergenza la Banca non ha tuttavia inteso riconoscere tali progressi e distribuire ai lavoratori i risparmi conseguiti adducendo la solita questione di immagine rispetto al generale contesto di crisi pandemica, nonché ragioni operative (di fatto alcuni settori sembrava avessero subito cali di produttività durante i periodi di restrizioni).

Considerato il contesto generale, il Sindacato ha allora responsabilmente pazientato.

Oggi però il contesto è radicalmente cambiato.

L’emergenza è finita da un pezzo, l’attività si svolge a pieno regime, il modello di lavoro ibrido è ormai consolidato (sebbene ancora migliorabile nell’applicazione da parte della Banca) come consolidati sono i risparmi che ne derivano.

In aggiunta, però, il contesto generale vede una crescita smodata dell’inflazione che si abbatte sui lavoratori e consumatori e a cui occorre dare risposta.

La Fisac CGIL ritiene perciò inaccettabile la proposta della Banca ed è tornata a chiedere una visibile strutturalizzazione.

Non sussistendo più ragioni emergenziali o di produttività o di “buona creanza”, non sussiste più alcuna ragione per il mancato riconoscimento di una componente strutturale dell’efficienza, anzi, il contesto inflazionistico suggerisce questa via come dichiarato da più parti.

Risultano poi francamente irriverenti verso i lavoratori le nuove scuse che l’Amministrazione avanza: ora vorrebbe evitare di versare quanto dovuto ai lavoratori per evitare che se ne veda, all’esterno, il cumulo sui bilanci. Da cui deduciamo che vorrebbe pagare ora l’efficienza…e l’anno prossimo l’IPCA. Come se il debitore moroso non saldasse il proprio debito per non dare l’idea di avere i soldi agli altri creditori.

La Fisac CGIL trova del tutto inadeguata e respinge la proposta avanzata dalla Banca nell’incontro, tra l’altro convocato oltre il tempo necessario per la presentazione di un eventuale accordo al Consiglio Superiore di luglio, ultimo prima della pausa estiva.

Questa O.S. ritiene necessario che gli importi dovuti ai lavoratori (IPCA ed Efficienza) portino a un adeguamento tabellare degli stipendi significativo nel contesto attuale e non irrisorio.

Utilizzerà perciò il tempo a disposizione per confrontarsi coi lavoratori sul tema e prendere ogni decisione.

Roma, 21 luglio 2023

La Segreteria Nazionale