La totale inerzia della Banca

Ci sono momenti nei quali la consapevolezza dell’assoluta inerzia della controparte diventa talmente tangibile da rendere l’attesa di un riscontro ad una lettera, una convocazione negoziale, davvero snervante e insopportabile. È proprio quello che sta accadendo in questo momento e occorre denunciare con forza a tutti i lavoratori questo atteggiamento totalmente inerte della Banca, in quanto altrimenti si rischia di divenire complici dell’Amministrazione.

La Fisac CGIL questo non lo vuole e non lo tollera.

Quando si lancia una qualunque accusa, anche la più evidente delle affermazioni deve essere suffragata da prove concrete…e noi non ci sottraiamo a questo onere di allegazione, lasciando ad ognuno di voi trarre le conclusioni che ritiene.

Argomenti che meriterebbero immediate convocazioni sono, se vogliamo, numericamente fin troppi, iniziando dalla ormai mitologica “Riforma delle Carriere operative”, un argomento che ci vede come O.S. da tempo pronti a un serio confronto, con una nostra proposta  (LEGGI) che non aspetta altro che la trattativa con la parte datoriale, nel frattempo datasi alla macchia.

Così come l’introduzione nel nostro contesto delle “ferie solidali”, un istituto improntato a principi di solidarietà e umanità e in merito al quale la Banca aveva promesso di convocare tempestivamente le OO.SS., assumendone formalmente l’impegno il 17 giugno u.s. in risposta ad una nostra lettera sull’argomento (LETTERARISPOSTA); invece ancora nulla su questo fronte, mentre il bisogno per alcuni colleghi sta diventando urgenza. Su questo tema ci sono già vari esempi ed utilizzi nel mondo del lavoro e basterebbe, se ci fosse la volontà, portare le soluzioni al tavolo ed arrivare ad un accordo, che oltre a risolvere problemi individuali, darebbe anche lustro all’Istituzione.

Senza poi considerare le innumerevoli problematiche del welfare, che da tempo sottolineiamo e puntualmente evidenziamo all’Amministrazione con specifiche segnalazioni (LEGGI), ma che ad oggi non hanno ancora ricevuto formale risposta dimostrando una certa insensibilità della Banca al benessere reale dei suoi dipendenti (salvo poi riempire pagine e pagine di manoscritti sul benessere organizzativo).

Un altro punto che meriterebbe un serio approfondimento è l’utilizzo degli attuali locali del CASC e l’individuazione di altri eventuali locali idonei. Si tratta di una problematica oggetto di specifiche richieste da parte sia sindacale (LEGGI), sia dello stesso consiglio direttivo del Casc, in quanto gli accordi sul welfare, sottoscritti dalle parti il 29 maggio 2019, prevedono la disponibilità del C.A.S.C. – B.I. di locali adeguati allo svolgimento delle proprie attività, inclusi quelli destinati a sede sociale, messi a disposizione dalla Banca.

Per questa O.S. l’importanza e la centralità del CASC è fuori discussione, quale ente aggregativo, anche sotto il profilo culturale, dei lavoratori, presenti e passati della Banca d’Italia, incarnando quella socializzazione che il Segretario Generale sottolinea quando viene comodo (magari per ostacolare la fruizione del lavoro a distanza) e che non viene utilizzata, nel concreto mai, dalla Banca.

In realtà lor signori dicono di aver trovato un nuovo “sito” peccato che sia in un condominio su una strada senza possibilità di parcheggio, di difficile, se non impossibile, raggiungimento per i soci disabili, di grandezza assolutamente insufficiente nella metratura e nella struttura interna. Tutto questo nonostante la firma apposta sull’accordo citato sopra, dove l’Amministrazione si impegna a individuare una sede idonea allo svolgimento delle attività del nuovo C.A.S.C.- B.I.; e, giusto per ricordarlo, “Fino a quel momento, restano operativi i locali di via del Mandrione, 190”.

Teniamo pure in questa sede a sottolineare le innumerevoli non risposte a lettere puntuali che la Fisac CGIL e altre Sigle sindacali hanno prodotto nei mesi scorsi, neanche la Banca fosse diventata la Fiat anni 60/70/80, della serie ad agosto chiuso per ferie.

L’ultimo incontro con l’Amministrazione, prettamente di facciata, è stato quello dell’8 giugno scorso sulla “Riforma delle Carriere operative”, mentre il mese di settembre sembra che sia stato utilizzato dall’Amministrazione per girare qua e là per Filiali a seminare non si sa che cosa, aumentando il nervosismo della rete periferica già stressata da continue voci di corridoio e da decisioni sempre rivolte nella stessa direzione, nonché da una continua riduzione di compiti.

Insomma, una Dirigenza allo sbando, in ritardo su tutto e preda di decisioni attuate esclusivamente contro il personale, che sta raggiungendo il limite della sopportazione.

È nostro dovere dare conto a tutti i lavoratori della Banca d’Italia di questa inerzia della Banca, a fronte delle nostre innumerevoli richieste, così come è nostro dovere percorrere ogni possibile via a tutela delle condizioni di lavoro nel nostro Istituto.

Roma, 27 settembre 2022

La Segreteria Nazionale