Incontro informativo del 6 Aprile 2022 – AML/ICAS

 

Si è tenuto oggi, 6 aprile, il previsto incontro tra l’Amministrazione e le OO.S.S. per fornire la dovuta informativa preventiva sugli interventi organizzativi riguardanti “La costituzione di un’Unità dedicata alla vigilanza antiriciclaggio” e “I compiti ICAS nella rete territoriale”.

L’incontro si è articolato in due parti, su ciascuno dei due temi oggetto di riorganizzazione (Slide AML) (Slide ICAS).

Vigilanza antiriciclaggio

Era da moltissimo tempo che la Fisac Cgil chiedeva alla Banca un sostanziale rafforzamento delle funzioni di contrasto al riciclaggio e al finanziamento al terrorismo, sia in quanto la lotta all’economia criminale rientra a pieno titolo nei doveri istituzionali del nostro Istituto, che deve sempre più rappresentare ed essere considerato dalla società civile come un presidio di legalità, sia in quanto il passaggio di molte competenze in materia di vigilanza al supervisore europeo ci consentono di dedicare maggiore risorse ai controlli in materia di antiriciclaggio, che allo stato rimangono di appannaggio esclusivamente nazionale (ma anche qui le cose stanno cambiando…come si dirà subito sotto).

La crescente attenzione a livello internazionale della tematica AML è sotto gli occhi di tutti.

Basti pensare che in ambito europeo, a livello normativo, è stato pubblicato il nuovo cd. “AML Package”, composto dalla sesta direttiva antiriciclaggio e, per la prima volta, anche da tre regolamenti, caratterizzati da un maggiore dettaglio e dall’applicabilità diretta, senza il “filtro” nazionale del recepimento (per una armonizzazione massima degli Ordinamenti), e a livello organizzativo/strutturale sarà istituita la nuova autorità europea antiriciclaggio, Anti Money Laundering Authority (AMLA), con compiti di supervisione e di supporto e coordinamento delle FIU nazionali…la nuova Autorità potrebbe avere sede in Italia.

Se questa è l’evoluzione europea, la Banca d’Italia si è mossa sempre in ritardo e potremmo dire in maniera goffa e insufficiente.

Finora c’era solo una divisione (la Divisione Verifiche antiriciclaggio e usura), che si occupava in maniera specialistica del vasto e complesso problema del contrasto al riciclaggio…su altri temi sicuramente meno complessi e rilevanti per la tenuta del sistema finanziario sono stati costituiti interi dipartimenti…invece per l’antiriciclaggio, non un Dipartimento, non un Servizio, ma una sola divisione che si perde nei meandri del Dipartimento Vigilanza bancaria e finanziaria.

Si potrebbe dire a questo punto meglio tardi che mai…purtroppo la scelta della Banca non è stata però quella di costituire un dipartimento ma solo una unità specializzata, denominata Supervisione e normativa antiriciclaggio, con appena tre divisioni, una focalizzata su Cooperazione internazionale, regolamentazione e procedure di vigilanza e le altre due sulla Supervisione, queste ultime che dovranno anche partecipare all’attività di supervisione della costituenda Autorità europea (AMLA) e coordinare l’attività di vigilanza AML della rete.

Un po’ troppo per così poche divisioni.

Poi per l’organico si è pensato che sarà essenzialmente lo stesso dell’attuale divisione, che quindi sarà semplicemente spalmato nelle nuove divisioni (come la marmellata che meno la si ha e più si spalma), più qualche mirato innesto tramite provvedimenti di utilizzo, job posting e nuove assunzioni.

In sede di incontro l’Amministrazione ha parlato di una quarantina di addetti complessivi, il doppio rispetto a quelli attualmente impegnati nel Dipartimento Vigilanza in questi compiti, ma un numero sicuramente inadeguato rispetto alla complessità dei compiti assegnati. Inoltre, non si comprende la ragione per la quale le nuove assunzioni sarebbero destinate solo ad Expert con specifici titoli accademici…perché gli operativi non sono strutturalmente in grado di svolgere questi compiti? Chi ha un titolo diverso non è in grado di imparare il “nuovo mestiere”?

Parliamo poi di altri due aspetti da sempre sollevati dalla Fisac CGIL come criticità da affrontare e mai seriamente considerati dall’Amministrazione:

1)    L’attribuzione di specifici compiti in materia di antiriciclaggio alla rete territoriale, anche coadiuvando all’occorrenza la UIF negli accertamenti di competenza; nell’informativa si parla genericamente di coordinamento dell’“attività di vigilanza AML della rete”, senza chiarire cosa si intende e a cosa ci si riferisce;

2)    L’organico della UIF, che va notevolmente potenziato, in quanto, come noto, è del tutto insufficiente a fronteggiare l’andamento crescente delle segnalazioni, senza considerare gli ulteriori molteplici altri compiti che la normativa europea e nazionale assegna all’Unità.

Come già in sede di incontro, la Fisac CGIL affronterà questo delicato tema anche in sede di osservazioni scritte all’Amministrazione con massimo spirito di collaborazione e nell’ottica di suggerire i miglioramenti necessari, ma se queste sono le premesse gli auspici non sono dei più rassicuranti…confidiamo che la Banca, recuperando quella lungimiranza che in anni passati ne hanno caratterizzato l’azione, provveda ad effettuare interventi organizzativi e gestionali che siano davvero efficaci ed in grado di rispondere alle sfide che abbiamo di fronte, tenendo nella dovuta considerazione le importanti esperienze e le grandi professionalità presenti nell’Istituto, che possono rappresentare una ricchezza per il Paese nel garantire quel senso di legalità e sicurezza di cui si sente sempre più il bisogno ai diversi livelli.

Compiti ICAS sulla rete territoriale

La crescente importanza attribuita a livello europeo alle valutazioni del merito creditizio in ambito ICAS, nonché l’ottimo lavoro svolto dal 2013 a oggi dai colleghi, ha spinto l’Amministrazione a prevedere una “stabilizzazione del compito nella rete” attraverso la creazione di nuove Divisioni dedicate in sette Filiali.

Si tratta di una stabilizzazione che, proprio considerata l’importanza del compito e la probabile mole di lavoro in crescita, non disprezziamo.

Tuttavia l’ottimo lavoro svolto in questi anni (per il quale è giunto apprezzamento dalla BCE) non si è concentrato nelle sole sette Filiali individuate, ma si è distribuito sull’intera rete, con 15 Filiali in totale, dove sono stati formati analisti per questo compito – spesso sottratti ad altre attività, formazione e scelte professionali – con un notevole impegno formativo e personale. Purtroppo, la riforma descritta nulla prevede per i colleghi delle Filiali cui ora, con un enorme spreco di investimento, l’attività viene sottratta: si tratta di una retromarcia non solo poco intelligente ma addirittura dannosa per la rete territoriale, per i colleghi e per il compito stesso, che si dice di voler potenziare. Nessuna risposta di conforto è giunta dall’Amministrazione, neppure riguardo alle possibilità di collaborazioni delle sette prescelte con altre Filiali, in caso di moli di lavoro intense.

Anche per il personale delle sette Divisioni ICAS non abbiamo avuto certezze: alla rassicurante affermazione per cui, per alimentarle, verrebbe privilegiato il personale già formato, come crediamo sia giusto, si è contrapposta quella per cui le assegnazioni alla Divisione dipenderebbero dalle scelte delle Direzioni locali.

In sintesi, dopo aver formato ottimi analisti che hanno fatto un ottimo lavoro, la Banca nella migliore delle ipotesi non dà vere garanzie di prosecuzione di attività e nella peggiore dà garanzie di dismissione.

Approfondiremo ulteriormente questo aspetto nelle nostre osservazioni perché, evidentemente, merita di essere definito con qualcosa di meglio formalizzato della paginetta inviataci sul tema.

Altro argomento affrontato e quello di non meglio precisate “interviste alle imprese” di cui le nuove Divisioni ICAS si occuperebbero. La Fisac Cgil ha subito evidenziato come l’attività di intervista alle imprese sia attualmente compito degli Aret su tutta la rete, che non solo si occupano di contatti e rapporti col sistema produttivo locale ma, in collaborazione col Dipartimento ECS veicolano approfondimenti sui vari temi di ricerca di maggior rilievo. Ci è stato assicurato che non di tali interviste si tratterà ma di “altre” e di “altro tipo”, ma che l’attività è ancora da definire. La risposta non ci soddisfa del tutto per la sua imprecisione ma anche perché crediamo che il contatto col proprio territorio vada tenuto dalla Filiale di riferimento, mentre un’invasione di nuovi contatti e nuove interviste non potrebbe che guastare i rapporti stabiliti nel tempo da parte di ciascuna Filiale con la propria realtà produttiva locale. Anche su questo rappresenteremo più in dettaglio le nostre osservazioni.

Complessivamente crediamo che le riforme organizzative della Banca, anche quelle che nascono da ragioni condivisibili, continuino a mostrare poca lungimiranza, a dimostrare l’assenza di una visione complessiva dell’Istituto, a mancare totalmente di una vera capacità di utilizzo e sviluppo del suo ottimo personale. Non è certo un caso se la Banca d’Italia non si dota ormai da anni neppure di un piano strategico. Continuiamo però a rilevare come i migliori successi del nostro Istituto, nel Paese e a livello internazionale, siano tutti riconducibili alla qualità dei lavoratori tutti e al loro costante impegno e non alle sempre più frequenti riforme organizzative, che invece non mancano mai di mortificarne il ruolo e le capacità.

La Fisac Cgil concentrerà le sue osservazioni su questi aspetti.

Roma, 6 aprile 2022

La Segreteria Nazionale