Chi più rischia meno ottiene

Il fatto che il rapporto tra rischio e rendimento sia uno dei principi cardini che dovrebbero guidare le scelte, la Banca d’Italia non solo lo sa bene, ma lo spiega all’intera collettività su tutto il territorio.

Un principio noto a tanti, quindi, che evidenzia come all’assunzione di un maggior rischio corrisponda un maggior rendimento, con una molteplicità di implicazioni: se rischio molto posso attendermi un alto rendimento – ma anche una perdita – se opero in condizioni di certezza avrò un contenuto rendimento, ma nessuna “sorpresa negativa”.

Eppure dentro la Banca, tra i suoi corridoi, paradossalmente, non sembra funzionare così.

Non perché il principio non sia valido, ma perché si dichiara, ormai da molto tempo, che le cose non funzionino così.

Sappiamo bene tutti quanto variegata sia l’attività della Banca, quanti settori – mestieri – ambiti – professionalità diverse coesistano all’interno del nostro Istituto.

Ma mai come durante la pandemia abbiamo imparato che tali mestieri possono essere distinti in due categorie:

    QUELLI  ovvero     QUELLI
    DELOCALIZZABILI     NON DELOCALIZZABILI

In questo contesto poi, è evidente che chi, in questi mesi, ha svolto la propria attività lavorativa in presenza, – addetti del Servizio Banconote, alle STC, ai GSP (e altri ancora) – è stato maggiormente esposto al contagio, dal punto di vista della salute, specialmente nei mesi duri del lockdown. Non vogliamo dire che abbia lavorato di più, rispetto a chi era in delocalizzato. Ma sicuramente ha rischiato di più.

E se si può pensare che si sia trattato di un rischio necessario per dare alla collettività i servizi fondamentali che il nostro Istituto fornisce, ci sarebbe però da aspettarsi, a voler applicare il principio alla casistica, che i colleghi in questione vengano remunerati in misura maggiore, o al limite nella stessa misura, a non voler “strafare”.

E invece scopriamo che chi più è stato ed è più presente, e più è esposto al rischio,…meno guadagna.

E ne troviamo conferma in una serie di messaggi diramati dall’Amministrazione: n. 1246215/20, n. 425591/21 e, da ultimo, n. 1542244/21: i colleghi i cui figli, minori di 14 anni, dovessero essere posti in quarantena a seguito di contatti a scuola possono lavorare in modalità agile se svolgono attività lavorabili da remoto; fruire di un periodo di congedo straordinario retribuito al 50% (con contribuzione figurativa), qualora non svolgano attività lavorabili da remoto.

Questo tipo di disposizione, oltre a costituire un rischioso incentivo all’azzardo morale, è chiaramente svilente per coloro che, in questi ultimi mesi, hanno fortemente sentito il peso del rischio sopportato.

Non ci piace mettere i colleghi in contrapposizione, non ci piacciono le categorie e le distinzioni.

Non ci piace quando si rileva che ci sono due, tre quatto…mille Banche.

Non crediamo che si possa dire chi, in questi mesi, tra i colleghi – in presenza o in delocalizzato che fossero – ha lavorato di più e chi di meno o che qualcuno sia più meritevole di altri.

Ma neppure crediamo possibile che proprio ai colleghi più esposti vengano comminate misure penalizzanti per le quali, paradossalmente, pur rischiando di più sul lavoro si viene retribuiti di meno.

Abbiamo infatti due certezze: che anche nei settori meno delocalizzabili, di attività da svolgere in remoto e a cui essere assegnati nel malaugurato caso di quarantena ce ne sono eccome, in ogni ambito; che non solo i dipendenti sono tutti uguali, ma lo sono anche i loro figli e dunque le loro esigenze di cure parentali.

Non dovrebbe pertanto essere difficile considerare i dipendenti tutti egualmente delocalizzabili in caso di un periodo contenuto come quello di quarantena dei figli minori, provvedendo ad assegnare loro mansioni eseguibili da remoto. Allo stesso modo, proprio perché i colleghi sono tutti uguali e tutti vanno trattati in egual maniera, avevamo a suo tempo chiesto alla Banca (LEGGI) di prevedere anche per i colleghi che svolgono attività delocalizzabili la possibilità, in alternativa allo svolgimento della presentazione lavorativa in modalità agile, di fruire del congedo straordinario al 50% in caso di figli minori in quarantena o in didattica a distanza.

Ultimamente la Banca non ci ha particolarmente stupiti nei provvedimenti adottati in considerazione delle esigenze dei suoi dipendenti, anzi, è risultata in molte scelte molto più rigida di quanto non sia accaduto all’esterno.

Crediamo che su questo argomento possa, per una volta, dimostrarsi più illuminata: l’equità è sempre un principio aureo che porta giustizia ed evita attriti e conflitti interni. Tutti elementi che fanno solo crescere l’Istituto.

Roma, 3 novembre 2021

La Segreteria Nazionale