Incontro del 17 settembre 2021

Questa mattina si è svolto il previsto incontro volto ad illustrare, sulla base delle analisi condotte dall’Amministrazione, la ripartizione delle unità organizzative nelle diverse fasce di delocalizzabilità.

A fronte del dato positivo del 75% delle Divisioni della Banca collocate nella fascia standard di lavoro da remoto (10 gg al mese e 100 l’anno), sono emerse alcune significative criticità e problematiche in merito alla rete territoriale e ad alcune realtà dell’Amministrazione Centrale.

Con specifico riferimento alla rete territoriale, la fascia “standard” si attesta solo al 45%: in sostanza, solo le divisioni di Vigilanza e Aret potrebbero accedere ai 10 giorni al mese mentre le restanti sono state collocate nelle fasce a minor livello di delocalizzabilità.

In pratica, se nella Divisione sussistono uno o più compiti che non sono delocalizzabili, l’intera Divisione viene collocata nelle fasce più basse di delocalizzabilità.

È evidente che le soluzioni approntate dalla Banca, almeno per alcune realtà, risultano troppo limitative.

L’esperienza della pandemia ha dimostrato ben altro: sia in AC sia nelle Filiali molti settori hanno operato da remoto mettendo a punto un’organizzazione interna, basata sulla rotazione di compiti e mansioni, che consente a tutti di accedere allo smart working senza alcun nocumento rispetto all’efficienza o all’efficacia delle Funzioni dell’Istituzione.

La Fisac CGIL ha chiesto, visto l’arretramento di alcuni settori sia rispetto al periodo di pandemia sia – in alcuni casi – rispetto allo stesso attuale regolamento, di migliorare la distribuzione per fasce della Banca, anche perché è chiaro che il lavoro presentato dalla Banca non tiene conto del fatto che le attuali diffuse carenze di organico (che non possono essere considerate strutturali) non devono incidere sulla valutazione della telelavorabilità delle varie attività (che deve confluire questa si, in un modello strutturale).

Dopo le osservazioni del tavolo di Unità sindacale è stato programmato un nuovo incontro per martedì 21 p.v..

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Al termine dell’incontro, la Fisac CGIL ha sollevato il tema del recente Decreto Legge sul green pass che, come noto, è stato approvato in data di ieri, 16 settembre, dal Governo.

In base ad esso, lo strumento del green pass è stato esteso a tutto il mondo del lavoro, ivi compresa la Banca d’Italia.

La FISAC Cgil Banca d’Italia, così come la Cgil Nazionale, ribadisce che, utilizzato in questo modo, il green pass rischia di non rispondere a un obiettivo di perseguimento della salute della collettività, ma di risolversi piuttosto in uno strumento di contrapposizione tra i colleghi all’interno dei posti di lavoro prevedendo anche la sospensione del rapporto di lavoro senza retribuzione.  Per questo ritiene necessario – tra l’altro – garantire la gratuita dei tamponi (incentivando l’uso di quelli salivari).

Data la molteplicità di aspetti coinvolti, che inevitabilmente impatteranno su tutti i colleghi e non solo su quelli privi della certificazione, la Fisac CGIL ha chiesto, durante l’incontro di oggi, a nome del tavolo di Unità sindacale, la disponibilità dell’Amministrazione ad un incontro urgente su questo argomento da svolgersi, in ogni modo, prima che la Banca assuma qualsiasi determinazione in merito.  

Al riguardo, la risposta del Segretario Generale è stata positiva.

Roma, 17 settembre 2021

La Segreteria Nazionale