Figli di un dio minore

E’ consuetudine nella storia italiana che in momenti particolari ‘qualcuno’ intervenga nei nostri fatti interni. Come se il nostro paese, i cittadini italiani, siano oggettivamente incapaci di prendere decisioni in modo del tutto autonomo per il bene comune.
Ebbene, continuando coerentemente la prassi sopra richiamata, si rileva l’ennesimo intervento a gamba tesa dell’amministrazione statunitense che qualche giorno fa, per bocca dell’ambasciatore in Italia, ha affermato urbi et orbi la necessità di votare (e far votare) ‘si’ al prossimo referendum sulle proposte del Governo di modifica della Costituzione.
La ratio delle dichiarazioni ‘americane’ troverebbe origine, tra l’altro, nella necessità di creare (finalmente?) una democrazia ‘decidente’, efficiente e moderna.
Come noto, la Cgil ha recentemente valutato negativamente il contenuto delle proposte di riforma costituzionale in quanto, di fondo, incapaci di dare un quadro di maggiore certezza alla funzione legislativa, restringendo al contempo gli spazi di democrazia.
Seppur, per onor di chiarezza, chi scrive ritiene la posizione sindacale pienamente condivisibile, in questa sede richiama -se mai ce ne fosse bisogno – lo spirito di critica individuale. È necessario, più che mai adesso, farsi un’idea propria, approfondita, dei contenuti del quesito referendario perché si sta parlando di rilevanti cambiamenti nella struttura e nel funzionamento istituzionale del nostro Paese.
Al contempo, ci si permette – modestamente – di consigliare all’amministrazione Usa, o a parte di essa, di smettere di considerare i cittadini europei dei ‘minus habens’ e , magari, di concentrarsi maggiormente sui problemi di casa propria visto anche che la campagna elettorale per le prossime elezioni presidenziali vede, tra i protagonisti, un candidato che fa del populismo e dell’irresponsabilità il proprio modo di operare.
Buona riflessione a tutti.

Cyrano de Bergerac

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