Ma quale aspettativa di vita?

 

Ieri sono stati pubblicati i dati del rapporto «Osservasalute» dell’Università Cattolica dai quali emerge un dato clamoroso: la speranza di vita degli Italiani non soltanto non cresce più, ma per la prima volta chi è nato nel 2015 vivrà meno di chi è venuto al mondo l’anno prima. Infatti, l’attesa di vita degli uomini è passata da 80,3 a 80,1 anni e quella delle donne da 85 a 84,7.
Quali sono le ragioni di questa debacle?
In premessa, occorre ricordare che nel secondo dopoguerra fenomeni analoghi sono stati rarissimi, il più famoso ad esempio è stato registrato in Russia, a seguito della disgregazione dell’Unione Sovietica.
Seppur la notizia non ha riguardato le prime pagine dei giornali (chissà perché…), in generale i media hanno cercato di ridurre la portata della questione giustificando il tutto con il fatto che la gente tende ad ingrassare o sceglie (più o meno volontariamente) di non vaccinarsi….
In realtà, il dato che emerge con forza da una semplice disamina del welfare italiano è che la spesa sanitaria del nostro paese risulta la più bassa in Europa; basti pensare che la Germania spende circa il 68% in più di noi. Il tutto senza fare alcuna disamina rispetto alla qualità della spesa effettuata …
Lo stesso Istat, pochi mesi fa, denunciò che oltre il 41% delle famiglie italiane hanno rinunciato alle cure a causa di ticket troppo cari e/o liste d’attesa infinite.
Per completare lo scenario reale, e non quello descritto da osservatori prezzolati, ancora l’Istat ha rilevato nel 2015 ben 54 mila morti in più rispetto all’anno precedente; un aumento simile a quello registrato durante gli anni della Grande guerra del ’15-’18…..
Meditate gente….

CYRANO DE BERGERAC

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