Somma forfettaria, dove eravamo rimasti

Bandiere

 

La Banca ha convocato le OO.SS., per il prossimo 08 novembre, ad un incontro di trattativa su vari argomenti tra i quali spicca la “lump sum”, più comunemente detta “somma forfettaria o una tantum”.

Nella convocazione si legge al riguardo “Prestazione da riconoscere al personale assunto a partire dal 28 aprile 1993 all’atto della cessazione dal servizio (c.d. lump sum)“.

L’ultimo incontro in materia avvenne il 5 luglio u.s. e in quella sede l’Amministrazione avanzò una proposta ultimativa, non suscettibile di modifiche, attesi i tempi stretti dettati dal prossimo cambio di Segretario Generale come dallo stesso esplicitato.

Il tutto, quindi, si giocava sulla persona del Segretario Generale che, abbiamo immaginato, avrebbe voluto farsi portabandiera dell’inizio di un percorso di equità solidale, per giunta sacrosanto.

Visto che la data di pensionamento del Dottor Proia è fissata al 1 dicembre p.v. i tempi sono evidentemente stretti per una materia così complessa. Il rischio, che qui denunciamo, è quello di arrivare ad un accordo monco di garanzie economiche adeguate per risolvere in tempi accettabili il grande problema che, almeno a parole, anche la Banca dice di aver percepito.

Vi ricordiamo brevemente come si articolava la proposta il 5 luglio u.s.:

• la lump sum sarebbe alimentata con versamenti dei colleghi a decurtazione dell’efficienza aziendale e con contestuali versamenti di pari importo da parte della Banca;

• il versamento, in linea con il principio della solidarietà intergenerazionale verrebbe effettuato da tutti i colleghi;

• il diritto a riscuotere le somme accantonate sarebbe riconosciuto in capo a tutti i colleghi post ’93, aderenti e non aderenti al fondo, che maturerebbero al momento dell’uscita almeno 30 anni di anzianità o il diritto a pensione;

• la quota spettante al momento dell’uscita sarebbe pari, per ogni anno di anzianità, a 1/40 del rapporto tra il salario del dipendente e il monte salari complessivo della Banca, moltiplicato per il totale disponibile in quel momento nel “contenitore” dedicato alla lump sum;

• la Banca verserebbe un importo pari allo 0,2% dell’efficienza aziendale anche nel caso in cui questa fosse inferiore allo 0,5% della massa salariale;

• per la lump sum ci sarebbero le stesse regole per la reversibilità a favore di eredi previste per il Fondo Complementare;

• il rendimento delle somme accantonate sarebbe pari, ogni anno, al massimo rendimento tra quelli dei tre comparti del Fondo Complementare;

• lo 0,9% a valere sull’efficienza riconosciuta per il 2014 verrebbe utilizzato per alimentare inizialmente la lump sum, ma la Banca non sarebbe disponibile a contribuire con una somma di pari importo già da subito.

Pur confermando i giudizi cautamente positivi sulla cornice relativa alla “somma forfettaria” o “lump sum”, in quella proposta riscontrammo delle criticità e quel giorno fu impossibile addivenire a un accordo per i motivi che abbiamo descritto all’indomani di quell’incontro (leggi).

Ora, partendo dal presupposto che è giusto e ragionevole cercare di percorrere ogni possibile soluzione, ci accingiamo a presentarci a questa nuova “chiamata” da parte del Segretario Generale.

La Fisac CGIL Banca d’Italia si augura che tale convocazione non preluda ad un accordo al ribasso, che non sottoscriverebbe, ma auspica che ci siano spazi per arrivare ad un quadro risolutivo e tangibile, che vada molto aldilà della cornice presentata fino ad oggi, a cominciare da una maggiore certezza dell’ammontare della contribuzione, da parte Banca, da destinare alla “lump sum”.

Roma, 3 novembre 2016

La Segreteria Nazionale