Si poteva evitare

Drappo rosso

 

Questa sera ci sarà una fiaccolata sotto la casa di Sara. Parenti, amici, semplici cittadini si ritroveranno in strada per ricordare una ragazza di 22 anni che non doveva morire e, soprattutto, che non doveva morire così.

Bruciata, per strada, per mano di un uomo che lei conosceva bene e che non sopportava di essere stato lasciato.

Siamo alla vigilia di una festa a cui quest’anno si è voluta dare un’evidenza speciale. Cade domani il 70 anniversario del primo voto alle donne e molte sono le iniziative in programma.

70 anni sono tanti: le immagini di quei giorni ci rimandano volti e situazioni oggi consegnate alla storia. Ma per le donne la conquista della parità nel diritto è in definitiva cosa recente, una manciata di generazioni.

Spesso le nostre nonne erano già adulte quando hanno potuto finalmente votare, le nostre madri ricordano bene la riforma del diritto di famiglia degli anni settanta, qualcuno ha figli e figlie che erano già nati quando in Italia venne finalmente abolito il delitto per causa d’onore; tutti abbiamo sentito pronunciare almeno una volta, di fronte ad un episodio di violenza (dalla più piccola a quella enorme) perpetrata nei confronti di una donna la fatidica frase: “però, in fondo, un po’ se l’è andata a cercare”.

Molto è stato fatto, anche a livello istituzionale, se oggi le parole pronunciate sono altre: “Si poteva evitare!”.

Una frase dovuta che però inchioda ciascuno. Si poteva evitare alzando lo sguardo, non distogliendolo altrove, intervenendo anche solo avvisando tempestivamente le forze dell’ordine.

Si può evitare.

A settant’anni dal voto alle donne c’è ancora molto, moltissimo da fare.

1522: call center del dipartimento pari opportunità per le vittime di violenza

Roma, 1 giugno 2016

La Segreteria Nazionale