Democrazia è rispetto

Bandiere

 

Il percorso del negoziato per la riforma degli inquadramenti è stato particolarmente complesso e segnato da innumerevoli difficoltà.
Non si può fingere di non ricordare che nel mese di novembre 2015 la delegazione aziendale dichiarava, unilateralmente, l’impossibilità di proseguire il confronto sulle carriere non direttive.
E ciò, a suo dire, a causa dell’ineludibile distanza tra le proposte sindacali e le desiderata della Banca.
Una tesi che, a quel tempo, fu ampiamente condivisa dal Sibc, che applaudiva al comportamento della delegazione aziendale.
E parliamo di qualche mese addietro!!! Non di anni luce fa.
Il tempo trascorso per tentare di superare le insidie di un negoziato tanto accidentato ha assistito, da un lato, all’agire dei Sindacati che, detenendo la maggioranza rappresentativa, rispondevano al dovere di chi ha tale responsabilità, avanzando nuove proposte di mediazione, e dall’agire di chi, non avendo responsabilità, si dedicava all’inquinamento dell’ambiente di lavoro, alla costante distorta informazione.
L’unico obiettivo di costoro rispondeva, e risponde, a una spasmodica ricerca di nuove iscrizioni, ignorando il reale interesse a pervenire a un risultato concreto per le colleghe e i colleghi.
Tanto….le responsabilità erano e sono degli altri.
Ed è questo cinico agire che ha contribuito a determinare una “dolorosa e pericolosissima spaccatura del personale”.
Ancor prima di dividersi sui contenuti, la categoria è stata divisa dal diverso modo di fare e intendere il “Sindacato”.
Il Sibc e la Fabi non hanno, per lungo tempo, presentato uno straccio di rivendicazione, limitandosi ad affermare che bisognava confrontarsi sulle proposte della Banca !!! Nulla di più.
Lo scontro reale è stato soprattutto sui “valori” che sottointendono alla rappresentanza di chi lavora.

Valori purtroppo messi in discussione sia da qualche sigla che all’interno di alcune di esse, laddove il normale confronto sulle idee non ha sempre tenuto nel debito conto il percorso democratico intrapreso dal tavolo di maggioranza.
Un clima avvelenato e afflitto da un’ overdose di comunicazioni sindacali che, in taluni casi, hanno distolto l’attenzione da quanto previsto dai testi sottoposti a consultazione referendaria.
Ed i risultati della consultazione, che a nessuno è consentito di mistificare con insultanti e bugiarde affermazioni, hanno determinato il prevalere, pur se con uno scarto percentuale non rilevante, dei favorevoli alla sottoscrizione dell’accordo.
Un risultato che richiede una presa d’atto e non il prosieguo di sterili polemiche.
Assistiamo a una campagna sindacale che chiede il rispetto di molti colleghi che si sono espressi contro la sottoscrizione dell’accordo.
Non vi è dubbio che sarebbe irresponsabile e irreale ignorare una parte significativa di colleghi che ha espresso un parere negativo.
Non vi è dubbio che sarebbe ancor più irresponsabile e irreale ignorare una maggioranza di colleghi che ha, invece, espresso un parere positivo.
La democrazia, più volte richiamata in questi giorni, pretende che si prenda atto dei risultati e si assumano le conseguenti decisioni.
Questo è l’unico modo per rispettare la democrazia.

Una volta conclusa questa complessa vicenda, sarà responsabilità primaria delle scriventi rilanciare una forte iniziativa dell’azione sindacale volta principalmente a salvaguardare l’unità del personale messa a dura prova da discutibili e strumentali iniziative sindacali.

Roma, 17 marzo 2016

LA SEGRETERIA NAZIONALE FISAC-CGIL
LA SEGRETERIA NAZIONALE UILCA-UIL
LA SEGRETERIA GENERALE FALBI