#sonobancario al servizio del Paese – #sonobancaditalia al servizio del Paese

Bandiere

Venerdì 30 gennaio i bancari sono scesi in sciopero per rivendicare il rinnovo del CCNL e contro la decisione unilaterale dell’ABI di dare disdetta e di non applicare i Contratti collettivi nazionali di lavoro dal 1^ aprile 2015.
Una grande giornata di mobilitazione che ha registrato la chiusura di oltre il 90% degli sportelli in tutta Italia. Una mobilitazione che continuerà se l’ABI non muterà atteggiamento e non si renderà disponibile al confronto con il sindacato.
Come rivendicato in tutte le piazze in cui si sono tenute la manifestazioni a livello locale, i lavoratori delle banche non hanno scioperato solo per loro stessi, ma perché pensano di dover essere al servizio del Paese e non della finanza.
Giovani, diversamente giovani, anziani, precari, esodati, di piccole, medie e grandi banche, lavoratrici e lavoratori delle Direzioni Generali e delle tante Filiali sparse sul territorio, a testimoniare che le divisioni sono una invenzione di ABI, delle controparti datoriali e di tutti coloro che non hanno nulla da dire e che quotidianamente scippano il ruolo di quadro dirigente di questo Paese.
Il 2 marzo è stato proclamato lo sciopero generale del credito cooperativo perché Federcasse, come ABI, ha deciso di disdettare il CCNL e tutti i contratti interregionali integrativi e/o aziendali di settore.
Un attacco che riguarda tutto il mondo del lavoro al quale i datori di lavoro – capaci solo di ripetere ossessivamente che l’unico problema è il costo del lavoro – e il Governo – capace solo di approvare leggi che aumentano la precarietà e fanno carta straccia dei diritti – chiedono di pagare interamente il prezzo della crisi in atto.

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#sonobancario al servizio del Paese è la parola d’ordine dello sciopero del 30 gennaio.
#sonobancaditalia al servizio del Paese è la parola d’ordine che, in totale analogia, crediamo possa fotografare la situazione che stiamo vivendo all’interno del nostro Istituto. Chiudere una Filiale vuol dire privare il territorio di legalità e di servizi per i cittadini; esternalizzare attività vuol dire scaricare sulle collettività locali i costi che ne derivano in termini di qualità e sicurezza del servizio reso (vedi l’esempio eclatante di tutto quello che sta avvenendo connesso alla gestione del ciclo del contante); introdurre una riforma degli inquadramenti che trasforma il modo di lavorare da cooperativo a inutilmente competitivo vuol dire subordinare l’imparzialità della funzione svolta alle sorti e ai capricci del singolo; negare spazi per la previdenza complementare, coprendosi dietro la presunta mancanza di risorse ma manifestando poi grande sensibilità per chi ha già avuto molto in un contesto, peraltro, di permanente e profondo conflitto di interesse, vuol dire alimentare il processo di esclusione e di progressiva precarizzazione dei giovani.

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Una posizione, quella espressa oggi dall’Amministrazione, che richiede risposte forti in una logica di naturale e necessaria unità di tutto il personale e riunificazione nell’ambito della più generale vertenza che riguarda tutto il lavoro, pubblico e privato.
Vedremo nei prossimi giorni quali saranno le risposte sul tema della Filiali e sulle altre vertenze aperte. Intanto, date un’occhiata al seguente link http://tg.la7.it/cronaca/vercelli-tentata-rapina-a-istituto-di-vigilanza-27-01-2015-91120 e agli articoli allegati sull’ennesimo episodio che si è verificato, questa volta nel vercellese, legato alla questione del contante.

Roma, 2 febbraio 2015

La Segreteria Nazionale

leggi l’articolo de “La Stampa” del 28 gennaio

leggi l’articolo de “La Repubblica” del 28 gennaio

leggi l’articolo de “Il Messaggero” del 28 gennaio