25 APRILE 2025 – VIVA LA LIBERAZIONE

Eccoci qui, ancora una volta, a festeggiare il 25 aprile, ma mi raccomando senza darlo troppo a vedere, perché sì forse ricordare si può, ma festeggiare al nostro governo pare sempre un po’ troppo.  

 Quest’anno il richiamo alla moderazione ha però trovato un vestito nuovo quello della “sobrietà” e l’alibi è di quelli solenni: cinque giorni di lutto nazionale per la morte di Papa Francesco. E chi osa eccepire? Nessuno, ovviamente.

Il Pontefice merita tutto il rispetto possibile. Ma ecco il punto: siamo sicuri che il Pontefice avrebbe voluto mettere il silenziatore alla memoria antifascista? Noi pensiamo di no. Giusto un anno fa Francesco ha indicato come modello da imitare Don Giovanni Minzoni, il sacerdote romagnolo ucciso a bastonate dagli squadristi fascisti per il suo impegno sociale, un  uomo coraggioso che  ha operato “in un contesto di violenta e prepotente ostilità”.

Quindi anche stavolta, ci saremo. Per ricordare che la libertà non è mai stata sobria. È stata sofferta, urlata, rischiata, scomposta, disobbediente. Come chi ha scelto di salire in montagna e non di voltarsi dall’altra parte.

Perciò il 25 aprile lo celebriamo con la consuetudine di sempre. Con rispetto per chi è morto, certo, ma anche con il ricordo di chi sacrificando la propria vita ha fatto rinascere questo Paese. Perché se oggi possiamo anche solo permetterci di parlare di sobrietà è grazie a chi, ottant’anni fa, non fu sobrio per niente.

“Ora e sempre Resistenza” P. Calamandrei.

Roma, 25 aprile 2025

La Segreteria Nazionale