CASTA – Lettera a Giannini di una Lavoratrice della Banca d’Italia

Casta.

E come sorprenderci se poi nella classifica mondiale per la libertà di stampa l’Italia si ritrovi ad occupare solo il 49° posto, alle spalle di paesi come Estonia, Giamaica, Costa Rica, Namibia, Capo Verde, Ghana e altri ancora?
Sempre più spesso, infatti, mi succede di leggere o ascoltare analisi su argomenti che, per una qualche ragione, ho avuto modo di conoscere bene, e di rilevare come le informazioni vengano date in maniera a dir poco superficiale, approssimativa, dilettantesca.
Si badi bene, non parlo di punti di vista (non sono tanto stolta da non sapere che non esiste giornalismo obiettivo), ma di dati, fatti.
E allora mi assale un senso di spaesamento. Chissà quanto il mio punto di vista sulle cose del mondo su cui non sono preparata, sia falsato da un’informazione di questo tipo. Mi assale quasi la stessa sensazione che ho quando porto il motorino dal meccanico: potrebbero darmi a bere qualsiasi cosa.
Mi duole altresì notare come siano spesso giornalisti spacciati per professionisti di alta scuola, ad essere i più inquietanti. E allora il quesito diventa: incapacità o servilismo verso un qualcosa o un qualcuno?
Tanto premesso, arrivo al punto.
Ieri sera Lei ha scelto di affrontare l’argomento sciopero dipendenti Banca d’Italia.
Di certo un argomento tra i meno appassionanti in una fase di crisi e, in generale, in un sistema ingiusto e diseguale, fatto sta che, in questo caso, non si parla di meccanica automobilistica, ma del mio luogo di lavoro da alcuni mesi (dopo anni e anni e precariato e una laurea con il massimo dei voti).
Non entro nel merito della chiusura delle filiali, ma attribuisco a Lei la responsabilità di aver invitato un “giornalista” (?), Livadiotti, che ha scelto di fornire dati sul regolamento del personale evidentemente falsi, non so se dietro incarico di qualcuno, se solo per il puro bisogno di fomentare il proprio ego con qualche applauso gratuito o per pura incompetenza.
Non esiste alcuna indennità di cassa fissa, alcuna indennità di rappresentanza. Almeno per me e per tanti altri come me. Parliamo dei veri privilegi, quelli dei dirigenti, dei manager, di Bankitalia e non solo.
Io guadagno 1.700 euro, un ottimo stipendio, non c’è dubbio. E Lei, Sig. Giannini? Quanto prende Lei in Rai? Lei si sente responsabile per il signore sfrattato? Non è mettendo uno contro l’altro chi semplicemente ha un lavoro giustamente garantito e retribuito e chi, invece, viene sfruttato, precarizzato, per i profitti e i lussi di pochi, che si combatte la casta. Sempre che sia questo l’obiettivo e non solo l’ingannevole apparenza.
Retorica spicciola, ecco il servizio che avete reso ieri sera. Cos’altro è se non questo? E’ un informazione utile, e corretta, dare la media retributiva, senza fornire alcun dato sulla sproporzione tra il mio salario mensile e quello del governatore?
No, è chiaramente fuorviante.
Se io ho zero case e lei 1000, è utile dire che tra noi due, di media, possediamo 500 case a testa?
E concludo, sottolineando che, i signori giornalisti anti-casta e anti-privilegi, cinguettano di calcio (di certo lo sciopero di Bankitalia non appassiona, ma, sinceramente, meno che mai la sua cravatta e il futuro della Roma calcio), strabuzzano gli occhi quando qualcuno fa notare che B.I. è privata (almeno un paio di nozioni base le poteva leggere prima di andare in onda!) e si affrettano a precisare che non è minimamente loro intenzione mettere in discussione l’istituzione, precisando poi che, dal loro punto di vista, essa si incarna e si identifica nel direttorio. Dunque, riassumendo: istituzione=direttorio; casta=lavoratori della banca.
I miei complimenti.
49° posto?
Ci è andata fin troppo bene.

Una Lavoratrice della Banca d’Italia

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