Efficienza Aziendale – Incontro del 5 settembre 2023

Dopo la pausa estiva si è riavviata ieri, come previsto, la stagione negoziale, con l’incontro sulla ormai biennale efficienza aziendale.

L’Amministrazione ha da subito manifestato l’intenzione di chiudere il tema dell’efficienza, per poi dar luogo al dovuto riconoscimento dell’IPCA, affermando che i due temi sarebbero, nell’attuale contesto, intimamente legati. Considerando infatti l’importo consistente dell’IPCA da riconoscere strutturalmente, determinato dall’inflazione alta e persistente, per la Banca non ci sarebbero ragioni per intervenire in modo strutturale sul riconoscimento dell’efficienza, che avrebbe dunque luogo secondo un’erogazione una tantum.

La Fisac CGIL, invece, ritiene che la congiuntura inflattiva che determina in modo oggettivo il valore dell’IPCA da riconoscere, non debba determinare il mancato riconoscimento di una quota strutturale di efficienza. Questa, infatti, dovrebbe tenere conto degli sforzi e dei progressi raggiunti dal personale negli ultimi anni, anche in virtù dell’implementazione del lavoro ibrido, in un contesto peraltro assai difficile.

Tornando alla produttività, la Banca ha proposto le stesse percentuali che aveva già reso note nell’incontro precedente ovvero l’1,9% per il 2022 e l’1,4% per il 2023 e si è detta disponibile solo a un intervento sul suo contributo a favore della c.d. Lump Sum. L’incremento prospettato dalla Delegazione aziendale sarebbe dello 0,2%, sia per il 2022 che per il 2023 che porterebbe l’intervento a carico Banca ad un complessivo 0,4% per ogni anno.

A questo aggiungerebbe un’erogazione di 200 euro sul credito libero per il welfare aziendale, portando gli attuali 670 euro (rivalutati sulla base dell’inflazione, come previsto da contratto) a circa 1000 euro con possibili limature.

La Fisac CGIL non ritiene che il welfare aziendale possa essere usato come cuscinetto per compensare la mancanza di volontà della Banca di riconoscere in modo strutturale un incremento tabellare legato all’efficienza, specie considerato che l’Amministrazione ha inteso prorogare di un anno, per decisione unilaterale, il contratto sui flexible benefits, che non ha quindi beneficiato di un nuovo negoziato in grado di recepire le dinamiche inflattive in atto.

Il lungo stallo che ha accompagnato questo negoziato e la pausa estiva non sembrano aver prodotto effetti concreti e visibili per il personale. Non si comprende, peraltro, il motivo per cui la Banca continua a voler subordinare l’erogazione dell’IPCA, che prevede l’erogazione di un importo consistente, oggettivo e contrattualmente definito, alla conclusione del negoziato sull’efficienza, sul quale continuano a essere necessari numerosi aggiustamenti: secondo la Fisac CGIL si dovrebbero invertire le partite, erogando da subito l’importo legato all’IPCA per poi tornare sul tema dell’efficienza.

In questo modo i colleghi trarrebbero immediato ristoro contro l’inflazione galoppante, percependo subito quanto spetta per l’adeguamento IPCA, e ci sarebbe ancora tempo per definire l’efficienza aziendale.

Roma, 6 settembre 2023

La Segreteria Nazionale