Risposte sommarie e atteggiamenti discutibili: il personale segue i compiti e la pandemia!

 

Da un bel po’ di tempo a questa parte sono diventate innumerevoli le posizioni della Banca decisamente non condivisibili e neppure debitamente argomentate.

Basterebbe guardate a come ha gestito da un certo punto in poi la pandemia, le relazioni col personale e coi sindacati: in modo unilaterale, autoritario e a dir poco discutibile, anche sul fronte della legittimità.

Un esempio di tutto questo sta sicuramente nella gestione della corrispondenza coi sindacati: in sostanza, l’atteggiamento dell’Amministrazione consta nel rispondere con “i suoi tempi” spesso lunghissimi, non rispondere quando ha oggettivamente torto o farlo dopo aver rimediato all’errore, sostenendo che non c’è mai stato.

In altri casi la Banca risponde, ma dimostrando di non aver condotto alcuna riflessione, ripetendo a cantilena le proprie posizioni e financo contraddicendosi da sola pur di sostenerle ciecamente. È proprio questo il caso delle due più recenti risposte che abbiamo ricevuto: quella inerente la riorganizzazione della funzione di Tesoreria e la chiusura della filiale di Roma Succursale (Nostra letteraRisposta della Banca), l’altra sulla nostra richiesta di proroga delle misure di sostegno per il personale proveniente da filiali chiuse (Nostra letteraRisposta della Banca).

Sul primo aspetto non possiamo non notare le contraddizioni:

  • abbiamo rappresentato come la riforma, che intende arrivare ad un accentramento della gestione degli atti impeditivi presso l’Amministrazione centrale, dovrà avvalersi in una prima fase dell’esperienza presente a livello locale e che pertanto, a maggior ragione in virtù delle lezioni apprese con l’emergenza, sarebbe possibile lasciare che molte attività si continuino a svolgere presso le filiali dove le professionalità presenti potrebbero lavorare da remoto in raccordo con l’AC, senza alcuna necessità di dismissione. La Banca, dimostrando di non aver forse neppure letto la nostra proposta, ha ripetuto la tiritera presente nei testi sulla riforma: sfrutto le filiali in un primo momento – accentro – abbandono le filiali salvo lasciare compitini residui;
  • abbiamo, poi, fatto notare come l’afflusso su Roma Sede dei conti correnti postali e dell’intera operatività CSR finora gestiti da Roma Succursale creerà problemi di sovraccarico sul personale: ci è stato risposto che il personale di Roma succursale seguirà i compiti. Peccato che molto del personale sia già andato via e che alla restante parte era stata garantita la possibilità di fare colloqui per individuare la più opportuna nuova allocazione. Deduciamo che o i colloqui non saranno fatti o saranno colloqui “sordi”, con esito forzoso verso Roma sede;
  • da ultimo abbiamo nuovamente chiesto un confronto sui compiti e sul futuro delle filiali. Ci è stato risposto che ne hanno già: collaborazioni con le segreterie tecniche ABF e con le funzioni informatiche. In realtà andrebbe detto che ne hanno molti altri – l’Icas, solo per citarne uno – e molti altri potrebbero averne. Ma, è chiaro, alla Banca non piace il confronto. In compenso piace molto la parola accentramento.

La Fisac Cgil non ritiene chiuso qui il confronto e continueremo a monitorare gli effetti della riforma, ricorrendo alle azioni più opportune.

Sulla richiesta di proroga delle misure di sostegno per il personale delle Filiali chiuse la Banca ha risposto con un rigetto, poiché il personale era in delocalizzato. A conferma ha citato il caso di opzione per il telelavoro che esclude, in base agli accordi, il diritto a tali misure.
Ecco le due parole chiave: “opzione” e “accordi”: il personale non ha affatto optato, in pandemia, per il delocalizzato ma lo ha svolto sulla base di misure adottate in modo unilaterale dalla Banca al fine di fronteggiare l’emergenza sanitaria, senza alcun accordo sindacale sulla materia. Diverso sarebbe stato in presenza di accordi sull’emergenza, che la Banca si è sempre rifiutata di negoziare e che la Fisac Cgil ha sempre chiesto e continuerà a pretendere.

In merito all’ “indennità di pendolarismo” rivolgiamo alla Banca una semplice domanda: se non ci fosse stata la pandemia il personale avrebbe continuato a percepire il compenso per tutto il restante periodo previsto negli accordi? Ovviamente la risposta è positiva, per cui di fatto per l’emergenza sanitaria la Banca ha ulteriormente risparmiato a danno dei lavoratori….in sostanza il contributo previsto dagli accordi per cinque anni di fatto è stato surrettiziamente ridotto a 4 anni.

Non riteniamo quindi affatto valida la risposta e ci riserviamo di condurre ulteriori analisi e azioni sul tema.

Per il futuro auspichiamo una maggiore apertura al confronto e, almeno, risposte che diano conto dei ragionamenti/riflessioni fatti/e dall’Amministrazione di fronte alle legittime aspettative del personale.

Roma, 1 luglio 2021

La Segreteria Nazionale