Riforma delle Carriere: prendiamo il toro per le corna

Nella discussione sulla riforma delle carriere, un presupposto ideologico particolarmente nefasto dell’Amministrazione è quello che aumentando la parte variabile dello stipendio, il bonus, aumenterà la produttività dei dipendenti della Banca e l’efficienza dell’istituzione. Si tratta di un colossale abbaglio, incomprensibile alla luce delle vicende che hanno condotto alla crisi che attanaglia il mondo dal 2008.
Dato che l’approccio culturale che è alla base dell’impostazione del vertice della Banca è molto anglosassone, o almeno anglosassone di prima della crisi, dato che anche in quei paesi le cose oggi sono molto diverse, giova una testimonianza in materia. Nel 2012, Sheila Bair ha pubblicato le sue memorie* di ex Presidente del FDIC (una delle autorità di vigilanza bancaria statunitensi). Ora, la Bair è una repubblicana di ferro e non è sospettabile di contiguità al mondo sindacale, eppure l’esperienza le ha insegnato alcune lezioni importanti. Citiamo dal suo libro le sue opinioni su stipendi e bonus dei suoi collaboratori:

“quello che non compresi all’epoca, ma lo capii molto presto, è che la disaffezione dimostrata da questa impiegata [la Bair fa riferimento a una segretaria che faceva finta di non vederla] era solo la punta dell’iceberg di un problema molto più vasto di cinismo e rabbia dei dipendenti causato da anni di tagli brutali al personale…ma il fortissimo taglio del personale era solo un sintomo di un problema molto più serio…il dogma della deregolamentazione…la vigilanza era fuori moda…prevedibilmente il NTEU [il sindacato interno del FDIC] aveva lottato in ogni modo contro i tagli al personale e aveva anche altre contestazioni da fare. Una riguardava il sistema di bonus basato sulla performance, istituito di recente, che costringeva i dirigenti a differenziare fortemente tra impiegati nel determinare gli aumenti stipendiali e le decisioni sulle gratifiche. Si trattava certo di un passo avanti sul vecchio sistema ma il nuovo sistema implicava che i dirigenti forzassero gli impiegati in tre scaglioni. Il primo 25% riceveva uno stipendio e una gratifica ingenti. Il 50% seguente riceveva un ammontare più modesto e il 25% finale non prendeva niente. In essenza, il sistema presupponeva che in ogni ufficio e divisione ci fossero il 25% di geni, il 25% di nullafacenti e il 50% così così. I dirigenti lo odiavano. Gli impiegati lo odiavano.”

Una cospicua parte variabile dello stipendio non ha migliorato il lavoro nelle banche centrali e nelle autorità di vigilanza dove è stato applicato, lo ha peggiorato. La stessa Bair lo spiega parlando del sistema dei bonus per il corpo ispettivo del FDIC:

“il sindacato era anche scandalizzato dell’iniziativa per le ispezioni chiamata Massima Efficienza, Focalizzata sul rischio, mirata agli intermediari [MERIT nell’acronimo inglese] che limitava fortemente la capacità del nostro personale ispettivo di condurre ispezioni approfondite in migliaia di banche…in base al sistema MERIT, gli ispettori erano ricompensati se le ispezioni erano completate rapidamente con poco dispendio di ore di lavoro….alla fine abbiamo cambiato del tutto il sistema del bonus basato sulla performance, eliminato il sistema MERIT e assunto molti nuovi ispettori”.

Se ci è arrivata una amica di George W. Bush, possiamo arrivarci anche noi.

Il Puntino sulla i

* Sheila Bair, Bull by the horns, Simon & Schuster, 2012, pp 16-20.

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