Servizio Banconote – Straordinari e un pezzo di pizza

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Dopo l’incontro del 2 ottobre u.s. con la Direzione locale per la verifica dell’Andamento della Produzione nell’ultimo trimestre, in cui ci è stato comunicato il ritardo sul Piano definito per il 2019 e la conseguente richiesta di un ulteriore massiccio ricorso al lavoro straordinario degli Operai, ci sembravano ben chiare due cose:

– questa ulteriore disponibilità dei lavoratori, fondamentale per il raggiungimento dell’obiettivo quantitativo annuale (pari a 820 milioni di banconote) e quindi del Premio di Produzione che ne conseguirà, è un’anomalia gestionale e non la regola su cui fondare un’organizzazione del lavoro che sta dimostrando tutte le sue crepe e i suoi lati oscuri (cosa accadrebbe di fronte ad una produzione attesa di 1 miliardo di banconote?), in un Servizio che tra l’altro sta radicalmente “cambiando pelle” nella sua funzione, con impatti sottovalutati (stampare e impacchettare “alla francese” gli Ariary non è come fare bricolage nella sala hobby di casa);

– a quest’impegno gravoso (si arriveranno a toccare le 48 ore settimanali di lavoro, con un impatto duro sull’ambiente lavorativo, sulla salute e sulla vita privata) deve corrispondere il massimo rispetto, non solo a parole, delle aspettative e delle esigenze dei lavoratori.

Ed invece lunedì 14 u.s., di fronte ad un improvviso sciopero dei lavoratori dellamensa, ai quali esprimiamo la nostra totale solidarietà consapevoli che svolgono PER NOI un’attività vitale, è scoppiato il caos più completo, nessuno dei dirigenti che si prendesse la briga di una decisione ovvia: di fronteall’impossibilità per tempistica ad organizzare un catering alternativo (come previsto dall’Accordo vigente) si doveva fermare la Produzione, espletare compiti di quadratura e far uscire i lavoratori per andare a mangiare, un diritto tanto più importante in una giornata che arriva fino a 10 ore di macchina..!

Riteniamo che quello sia stato un atteggiamento intollerabile,  non si possono barattare asettici minutaggi produttivi con i diritti di lavoratori costretti ad un’attività “ingabbiata” per motivi di sicurezza (un disagio che per i 3^ junior, tra l’altro, non ha nessun riconoscimento economico) e che non tiene conto dei pericoli di una gestione approssimativa delle situazioni (cosa accadrebbe di fronte a differenze nelle materialità in una giornata in cui, senza previe quadrature delle lavorazioni, praticamente tutto il personale è uscito per mangiare?).

Come FISAC CGIL siamo preoccupati da atteggiamenti superficiali e dall’abitudine, ormai diventata prassi, di gestire “mettendo le pezze”, consultando e arrangiando soluzioni con personaggi tipo sindacalisti/tutto fare, non considerando che chi subisce queste pseudo soluzioni sono i lavoratori che tutti i giorni fanno il proprio dovere con serietà e dignità. 

Roma, 16 Ottobre 2019

La Segreteria Nazionale