Perchè la Banca sta sbagliando

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LE IDEE DEL TAVOLO DI UNITA’ SINDACALE A TUTELA DELLA SALUTE E DELLE ATTIVITA’ ISTITUZIONALI

Nella tarda serata di venerdì scorso, con una situazione epidemiologica in grave peggioramento in ogni parte del Paese, l’Amministrazione ha diffuso un messaggio che nelle intenzioni avrebbe dovuto contenere nuove e più efficaci misure per la gestione dell’emergenza.

Nella realtà, purtroppo, di nuovo c’è ben poco. C’è il solito approccio unilaterale che nulla concede al confronto costruttivo. C’è il solito messaggio che non affronta questioni rilevanti e che per la mancanza di chiarezza lascia all’inventiva delle singole Strutture la definizione degli elementi più importanti.

Finalmente si introduce l’idea di split team, proposta dal Sindacato già a febbraio e da allora osteggiata con argomentazioni risibili. Ma lo si fa in modo da neutralizzare la capacità di questo modello organizzativo di offrire protezione ai colleghi e di garantire la continuità operativa, imponendolo di fatto solo per le attività delocalizzabili in questo contesto emergenziale.

Sono infatti escluse dal modello proprio le attività che necessariamente vanno svolte in presenza – e dove quindi un caso di contagio sul luogo di lavoro può portare al blocco totale dell’operatività! – per le quali ci si limita a riconoscere che “occorre rafforzare i presidi di sicurezza attraverso una rigorosa applicazione dei protocolli” definiti dall’Amministrazione. C’è da chiedersi come vengano applicati i protocolli oggi, e quali siano i profili di responsabilità dell’Istituto per un’applicazione che, involontariamente, si riconosce a dir poco approssimativa di protocolli già nati inadeguati, come tali criticati e non sottoscritti dal Sindacato.

E ancora: i capi dovranno continuare ad alternarsi in presenza su base settimanale, rappresentando quindi il tramite tra gruppi che dovrebbero rimanere costantemente separati. Mancano istruzioni operative sulla stabilità dei team nel tempo, accorgimento a nostro avviso necessario per conseguire adeguati effetti protettivi.

Viene cancellato ogni riferimento alle esigenze e alle disponibilità dei colleghi.

Sono introdotte, per tutti, nuove rigidità.

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Chiunque può vedere che si tratta di una reazione completamente inadeguata di fronte al precipitare della situazione sanitaria e alle stesse misure già adottate o in via di adozione da parte del Governo e delle autorità locali. È incredibile che si possa pensare davvero che con questo nuovo assetto “ci assicuriamo la possibilità di gestire questa crisi anche per un periodo non breve”.

Il messaggio segna inoltre significativi e preoccupanti arretramenti sotto due punti molto rilevanti.

In primo luogo si fa promotore di una narrazione in cui il lavoro da remoto impone dei costi elevati alla nostra organizzazione aziendale. È un’affermazione del tutto non condivisibile che manca di rispetto nei confronti dell’impegno di tutti i colleghi in questi mesi e che smentisce quanto di recente affermato pubblicamente anche dal Governatore Visco. Lo ripetiamo a beneficio di tutti. In questi mesi la continuità operativa e la capacità di far fronte ai nuovi e maggiori compiti sorti con l’emergenza sono state rese possibili dal lavoro da remoto. La dedizione e lo spirito di sacrificio dei colleghi ha sopperito ai limiti di una inadeguata e rigida cornice burocratica.

Quella burocrazia che oggi, mostrando il suo lato più ottuso, pone i capi di ogni livello e i colleghi di fronte all’oscuro dilemma tra la cieca obbedienza a regole inadeguate o l’elusione di esse per il perseguimento di un bene superiore: la salute dei colleghi e la tutela della stessa Istituzione.

In secondo luogo, l’autocertificare il rispetto dei principi dettati dal Governo è la confessione di aver abdicato all’autonomia di cui è dotata la Banca, che andrebbe esercitata soprattutto in frangenti critici come questo, e in considerazione del fatto che le indicazioni governative vanno a regolamentare realtà non paragonabili alla nostra in termini di efficienza e potenzialità nel lavoro da remoto. Le stesse indicazioni peraltro sollecitano, già da giorni, a ricorrere in maniera quanto più ampia possibile al lavoro da remoto ove le dotazioni tecnologiche lo consentano. Allo stesso modo raccomandano di tenere in considerazione le disponibilità individuali e di offrire maggiore tutela alle categorie di colleghi che per motivi personali, familiari, logistici dovessero avere difficoltà a prestare la loro opera in ufficio. La Banca è totalmente inadempiente su questo versante, da mesi nonostante le ripetute e puntuali sollecitazioni da parte sindacale.

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La posizione assunta dal tavolo di Unità sindacale è chiara nel coniugare tutela della salute dei colleghi e continuità operativa.

Vale la pena richiamare le sue principali articolazioni:

1- la Banca ha maggiori possibilità rispetto ad altri enti di lavorare da remoto. Esse vanno impiegate per garantire massima tutela alla salute dei dipendenti, posto che le attività e i servizi non ne risentono nel breve termine.

2- nell’attuale contingenza, il tragitto per raggiungere il luogo di lavoro e, una volta giunti a destinazione, la frequenza di ambienti di servizio diversi da una stanza singola implicano dei rischi. Sostenere dei rischi a fronte di benefici nulli è un atto scellerato.

3- bisogna individuare con rigore ed equilibrio le attività non differibili che necessitano effettivamente di lavoratori in presenza; dedicare ad esse il numero efficiente minimo di lavoratori; garantire la massima sicurezza dei lavoratori in presenza con protocolli più rigorosi nei quali i capisaldi dovranno essere il minor affollamento possibile degli ambienti e l’utilizzo di mezzi diversi da quelli pubblici per il raggiungimento del luogo di lavoro.

4- nonostante le richieste sindacali dei mesi scorsi, nonostante un apposito articolo nel decreto del Ministero della Pubblica Amministrazione che introduce principi regolamentari per tutti gli operatori pubblici, NON abbiamo ancora misure di maggiore tutela per le categorie di colleghi che ne avrebbero bisogno. Anche i protocolli definiti unilateralmente dalla Banca, ora che la situazione è più complessa, mostrano i limiti a suo tempo da noi individuati.

5- i temi economici esistono, sono pienamente legittimi e vanno affrontati con serietà da parte dell’Amministrazione. Questi temi non possono continuare ad essere furbescamente elusi, seppur non rappresentano oggi, come non lo rappresentano già da mesi, il tema centrale del confronto con la banca, al momento costituito dalla tutela della salute dei colleghi e delle loro famiglie e dalla tenuta dell’Istituzione.

L’Amministrazione, invece, continua in modo del tutto unilaterale ad assumere scelte che troviamo non più sostenibili di fronte al dramma che il Paese sta vivendo e ai rischi a cui molti colleghi sono esposti in prima persona.

Su queste basi abbiamo avviato la procedura di raffreddamento, costringendo l’Amministrazione a un incontro da tenersi nei prossimi giorni per tentare una conciliazione.

CIDA     SIBC     CGIL     CISL     DASBI     FABI     UIL