Strutture Pedagogiche aziendali – Partenza in salita

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Spesso si accusa il sindacato di demagogia e di sollevare problematiche non rilevanti: i fatti, però, dicono tutt’altro.

E’ il caso delle strutture pedagogiche del nostro Istituto, in particolare degli asili nido: l’anno scolastico “dovrebbe” partire oggi, ma le problematiche emerse, già nel mese di luglio da un confronto tra le OO.SS. del settore e la società vincitrice dell’appalto e prontamente sollevate dalla Fisac CGIL e dalla Falbi, quando è stato reso pubblico il nuovo contratto di appalto” (LEGGI) appaiono reali e fondate.

Come avevamo già denunciato, non tutto il personale è stato assorbito dal nuovo gestore e le educatrici riassunte si sono viste decurtare l’orario settimanale di diverse ore: inoltre, come è stato “spiegato” ai genitori durante gli incontri con la società gestore e la Banca, a causa dell’emergenza Covid le sezioni del nido (piccoli, medi, grandi) sono state divise in gruppi più piccoli: con queste premesse, come può la scuola garantire “la compresenza di almeno due insegnanti nella fascia oraria 9,00 – 17,00” ? (cfr. nota n.1 al msg. N. 536703/20).

Sempre a causa dell’emergenza sanitaria è stato chiesto ai genitori di “scegliere” una fascia di frequenza più ristretta rispetto a quelle previste dalla Banca (in base alle quali i colleghi pagano le rette mensili), con una flessibilità in entrata/uscita di solo 30 minuti: quanti genitori si troveranno di fronte ad imprevisti che avranno difficoltà a risolvere?

L’anno scolastico inizia, ma le classi ancora devono essere organizzate (formate solo “con dati sulla carta”), e non viene assicurata la continuità didattica, fondamentale per un approccio sereno al mondo scolastico.

Chiediamo nuovamente alla Banca, come Ente appaltante, di intervenire presso la Società “Baby & Job” al fine “di garantire elevati standard di qualità di servizio” come specificato nella gara di bando: non si può cavalcare l’onda dell’emergenza sanitaria per giustificare i problemi organizzativi che il nuovo gestore sta manifestando e soprattutto non devono essere i bambini e le famiglie a pagarne le conseguenze.

Dispiace oltretutto constatare che tutte queste “difficoltà” stiano emergendo nonostante l’incremento delle rette deciso dalla Banca già da tempo.

Evidentemente il nostro Istituto non ha chiaro il ruolo fondamentale dei nidi aziendali come strumento di conciliazione vita lavoro, che non costituisce una sorta di “benefit” su quale conseguire risparmi, ma un elemento che incide in positivo su lavoratori e azienda insieme, come insegnano i Paesi e le realtà più illuminate.

È increscioso che in un momento in cui non si parla che di smart working come strumento di conciliazione vita-lavoro, la Banca dimentichi il ruolo degli asili nido in questo ambito. Nessuna forma di lavoro può essere intelligente, se non supportata dalle basilari strutture socio-educative.

Tanto più grave è la situazione se si pensa che si cala in un periodo di grande difficoltà, dopo il recente lock down in cui i lavoratori si sono sobbarcati il carico familiare senza trascurare quello lavorativo – a beneficio dell’Istituto – e è unanime nel dibattito nazionale la necessità di ripresa della didattica, a tutti i livelli, nell’interesse degli alunni, delle famiglie, dei lavoratori, delle aziende. Del Paese, insomma.

È evidente che ultimamente è la Banca a eccedere in comunicazioni demagogiche poco concrete come è cristallino che, su questo tema, servono invece soluzioni immediate.

Roma, 2 settembre 2020

La Segreteria Nazionale