Si è svolto, nella giornata di ieri, l’incontro di trattativa avente come oggetto la ripresa a pieno regime dell’attività del Servizio Banconote, dopo un fermo iniziale di un mese e ulteriori sei settimane a regime produttivo ridotto.
A tale riguardo, la necessità rappresentata dall’Amministrazione è stata quella di riportare lo stabilimento ai ritmi produttivi normali e, in più, recuperare almeno parte della produzione non realizzata durante le settimane passate.
A tale esigenza si accompagna quella di mantenere un livello di sicurezza adeguato nel contesto epidemico che viviamo. Pertanto, la Banca ha proposto, come indispensabile, una rivisitazione organizzativa dell’attività.
L’Amministrazione ha dichiarato che a suo parere, ad oggi, ci sono tutte le garanzie di sicurezza per riprendere a pieno regime la produzione ma che, intendendo rispettare il livello d’interlocuzione avuto fino ad oggi con i Sindacati, ha deciso di effettuare un altro periodo di split team (squadra A 11/14 maggio – squadra B 18/21 maggio) e continuare la produzione, a partire dal 25 p.v., con 210 presenze, pari al 70% degli addetti, secondo un diverso modello organizzativo.
Pur riconoscendo il lavoro tecnico svolto nell’interlocuzione a livello locale, che ha prodotto molte idee per valide soluzioni, la Banca avrebbe deciso di riprendere il 25 p.v. con l’introduzione del regime di sfalsamento, che porterebbe ad aumentare la produzione giornaliera del 5,5/6%, salvaguardando al contempo la sicurezza del personale.
Il regime orario rimarrebbe quello attuale ma gli addetti interessati dallo sfalsamento entrerebbero in due momenti (alle 7.45 e alle 8.00); tale sfalsamento consentirebbe di contingentare i flussi in entrata ed in uscita evitando assembramenti anche negli spogliatoi; la mensa rimarrebbe su quattro turni, con disponibilità di ampliamento delle turnazioni.
Ricordiamo ai colleghi che, sulla base della normativa interna ad oggi in vigore in Banca (circ. 291), è previsto un compenso per sfalsamento per i soli colleghi interessati; nel caso di BAN, riguarderebbe una platea di circa 105 lavoratori presenti ogni giorno, con rotazione settimanale. Corrisponderebbe al compenso per sfalsamento dell’orario di lavoro in posticipo di un’ora, dalle 8.00 alle 9.00, che ammonta al 18% di 1/360 dello stipendio annuo, come da tabella di regolamento.
Questa soluzione organizzativa sarebbe, nelle intenzioni della Banca, sperimentale fino al 31/12/2020 e verrebbe rivalutata a scadenza, anche in virtù dell’appuntamento per la revisione degli accordi, con una trattativa specifica.
Inoltre, abbinata a questa proposta, il Capo Servizio ha dichiarato che sarà necessaria un’ulteriore interlocuzione con le OO.SS. per contrattare sui venerdì lavorativi di produzione, finalizzati a recuperare il più possibile il ritardo della produzione accumulato durante l’emergenza.
La FISAC CGIL ha espresso forti perplessità sulla proposta fatta dalla Banca poiché, a nostro avviso, non garantisce appieno la sicurezza dei lavoratori, in un contesto in cui gli esperti prevedono un contagio di ritorno del virus.
Abbiamo pertanto richiesto, come prima cosa, che l’aggiornamento del protocollo emergenza Covid-19 per BAN abbia luogo prima dell’inizio della produzione a pieno regime, visto l’aumento esponenziale delle presenze nello stabilimento che si concretizzerà e che necessiterà di definire misure in grado di tutelare i colleghi non solo nei momenti di ingresso e uscita, ma nel corso dell’intera giornata lavorativa. Esistono infatti numerosi aspetti da definire sulla sicurezza, anche in presenza di sfalsamenti (ad esempio chi sanifica gli spogliatoi tra un ingresso e l’altro, cosa accade se qualcuno, per esigenze lavorative, è costretto a fermarsi alle macchine un po’ di più, ecc).
Sull’aspetto organizzativo non abbiamo potuto non sottolineare come il modello del Servizio Banconote che la Banca ha voluto nel 2017 risulti troppo rigido, come appare evidente in questo momento in cui la situazione avrebbe richiesto invece una maggiore adattabilità alle circostanze che stiamo affrontando. L’evidenza dell’inadeguatezza dell’accordo del dicembre 2017 è ormai innegabile e si palesa con la necessità di pensare a un modello differente.
Rispetto alla proposta economica della Banca, la Fisac CGIL ha sottolineato come questa, prevedendo un compenso in percentuale della retribuzione, risulterebbe inferiore, se non irrisoria, per i colleghi con minor anzianità di servizio, gli operai di 3^ junior in particolare, che a fronte di un medesimo lavoro, un medesimo rischio, un medesimo sacrificio, otterrebbero un importo di gran lunga inferiore. Abbiamo pertanto nuovamente formalizzato la necessità di trovare soluzioni premianti per tutti – e in particolare per gli Operai di 3^ junior, che allo stato attuale forniscono il contributo produttivo maggiore al Servizio.
Sono previsti ulteriori incontri a inizio della la prossima settimana.
È nostra intenzione formalizzare in quella sede proposte in questa direzione.
Roma, 15 maggio 2020
La Segreteria Nazionale