Un selfie col Gov

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Con un video girato in occasione del tradizionale trentennale la Banca ha voluto mettere a confronto generazioni diverse di lavoratori della Banca d’Italia.

Nel filmato non solo figurano i colleghi che festeggiano il trentennale, ma anche personale in quiescenza e neoassunto, quasi a voler mostrare una sorta di tenero confronto tra nonni e nipoti. Tra quella che era la Banca di ieri e quella che è la Banca di oggi, utile anche per immaginare quale sarà la Banca del domani.

O meglio, utile se nel video si accennasse minimamente all’attività della Banca e al lavoro al suo interno.

E invece no. L’unica cosa che traspare dalla proiezione è come la Banca si sia fortemente evoluta nel tempo in virtù dell’innovazione tecnologica. Prima si scriveva con macchina da scrivere, oggi col pc. Prima si archiviavano documenti cartacei estratti dalle buste col tagliacarte, oggi si salvano documenti digitali su supporti usb.

Un’evoluzione senz’altro rivoluzionaria e positiva del modo di lavorare… Ma che sembra descrivere più il cambiamento conseguente al progresso nel mondo intero che non uno sviluppo guidato e promosso dal nostro Istituto. Basti notare, ad esempio, come pc e chiavette usb… Non li abbia certo inventati la Banca d’Italia.

Questo non vuol dire che la Banca non si sia effettivamente evoluta in 30 anni.

E’ evidente come in sei lustri la digitalizzazione abbia fortemente inciso sulle attività della Banca d’Italia – e non certo soltanto con riferimento alla presenza di pc negli uffici – ma anche per quanto riguarda l’automazione dei processi in tutti gli ambiti lavorativi, dalla contazione delle banconote alle dematerializzazione dei documenti e dei relativi processi di lavorazione, dalla informatizzazione delle procedure e dei sistemi di elaborazione alle modalità di contatto e colloquio col mondo esterno.

Ma se il progresso è ciò che dovrebbe concorrere al benessere delle persone, davanti al video viene spontaneo chiedersi: i lavoratori della Banca d’Italia stanno meglio, oggi, rispetto a 30 anni fa? E che genere di sviluppo possono attendersi, da oggi fino al mondo che sarà tra 30 anni?

Non serve ripetere (ma continuiamo a farlo) che nel tempo la Banca ha perseverato nell’abbandonare funzioni e territori, tanto da dover cercare di rimediare attraverso un (neanche tanto) capillare programma di incontri coi cittadini, giusto per ricordare loro che la Banca d’Italia esiste.

Purtroppo, a differenza dei colleghi di 30 anni fa, quello che è cambiato davvero per i lavoratori sono le prospettive: il senso di incertezza si respira tangibile nelle Filiali e persino in Amministrazione Centrale le continue modifiche organizzative non aiutano a guardare al futuro con ottimismo, come si faceva appunto 30 anni fa.

In questo scenario la Banca non solo è colpevole delle scelte fatte, tutte orientate al ridimensionamento-riorganizzazione-dismissione – spesso furbescamente attribuiti proprio all’impietosa sciabola dello sviluppo tecnologico subito e, evidentemente, non governato – ma soprattutto è colpevole del clima che sta generando nei lavoratori, che sembrano ormai guardarsi intorno esasperati, in cerca delle tracce della prossima chiusura o della prossima riorganizzazione che metteranno a repentaglio la propria professionalità, la propria vita, il proprio futuro. Immaginando il telelavoro come unica salvezza, quando le dita delle mani non sono sufficienti a conteggiare gli anni di scivolo necessari per andar via.

Si tratta, a nostro giudizio, di un clima inaccettabile a cui è necessario porre rimedio con notizie, azioni e segnali concreti e credibili, che stabilizzino le aspettative dei lavoratori.

La Fisac Cgil continua a ribadire che il ruolo della nostra Istituzione è fondamentale per il Paese e i cittadini e che pertanto le funzioni da svolgere vanno assolutamente potenziate ed ampliate. Ciò che manca, semmai è la volontà da parte della Banca di portarle avanti con una programmazione strategica e con un adeguato dimensionamento degli organici.

Il video si chiude con una simpatica ripresa in cui gli intervistati incontrano il Governatore per concedersi tutti insieme una foto, o meglio un selfie, a immortalare l’evento.

È evidente che l’abbandono delle funzioni non ha fatto crescere la Banca in 30 anni e le scelte correnti non la faranno crescere in futuro.

E mentre il progresso digitale avanza, e mentre la nostra Istituzione arretra, nella situazione attuale è chiaro che l’unica cosa che rimarrà in mano tra 30 anni, ai giovani di oggi, sarà un selfie col Governatore, da guardare con la nostalgia di una foto d’epoca.

Roma, 11 dicembre 2019

La Segreteria Nazionale