Area Manageriale – C’è molto da migliorare

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Si è svolto in data odierna il previsto incontro per la valutazione e (si spera) la revisione dell’attuale struttura dell’Area Manageriale, frutto della riforma del 2016.

La necessaria premessa è che la Fisac CGIL, già in sede di trattativa nel 2016, aveva dettagliatamente preannunciato le forti criticità della riforma dell’Area Manageriale (cfr. analisi riforma carriera direttiva).

E’ una riforma ad esclusivo vantaggio della Banca, che ha ottenuto flessibilità e discrezionalità eccessive.

Il prezzo lo stanno pagando i lavoratori, che subiscono una riforma che:

  • riduce la cooperazione tra colleghi e tra strutture a causa di incentivi individuali e soggetti a budget che oltretutto, in quanto fissati all’inizio dell’anno valutativo, risultano incoerenti con l’obiettivo dichiarato di premiare le prestazioni considerate meritevoli;
  • intensifica i dissidi tra i Capi di linea e i loro collaboratori;
  • provoca tensioni tra colleghi, che si riverberano anche sulla carriera operativa, ad esempio con riferimento alla distribuzione e al successivo riconoscimento delle attività da svolgere;
  • separa i dipartimenti che diventano di fatto strutture indipendenti; spesso cambiare dipartimento o comunque struttura significa, per i colleghi, azzerare il “pregresso” in termini di professionalità maturata, attività qualificanti svolte e tempistiche di carriera (nel settore dove si giunge, si viene considerati gli ultimi arrivati);
  • distrugge il mercato del lavoro interno, per l’opacità delle decisioni prese, ad  esempio, in materia di vacancy;
  • ingessa i percorsi di carriera, specie per alcuni gradi (es. Expert);
  • fa crescere la demotivazione e la disaffezione verso l’Istituzione, anche per la percezione che progressione stipendiale e di carriera siano assoggettate a meccanismi “oscuri” e sganciati dall’effettivo contributo all’attività lavorativa; il fenomeno è ovviamente maggiore tra i colleghi che non ricevono né incentivi economici né altre gratificazioni (es. incarichi particolari);
  • elimina la “rete di protezione” fornita ai lavoratori dall’aumento automatico della retribuzione;
  • aumenta enormemente le incombenze burocratiche all’unico scopo di attribuire aumenti stipendiali;
  • slega l’attività svolta dalle funzioni istituzionali, in quanto proprio per l’eccessivo carico burocratico, i Capi divisione sono spesso costretti ad assegnare obiettivi “in fretta e furia”, non necessariamente incastonati in un sistema trasparente e coerente che consideri, ad esempio, macro-obiettivi del Servizio e/o del Dipartimento.

Fortunatamente (e finalmente) anche la Banca, sta cominciando a “percepire”, almeno in parte, le criticità della riforma e si è dichiarata intenzionata a provvedere di conseguenza.

A tal proposito, la Delegazione aziendale ha prospettato – per il momento – la possibilità d’intervenire sulle vacancy perché creano malcontento tra i non-assegnatari e di riunire in un solo momento l’attribuzione dei livelli, dei segmenti e della gratifica. Su tali punti, la Fisac CGIL si riserva una approfondita valutazione nel corso della trattativa.

Questa O.S. ha intanto proposto alcuni primi possibili miglioramenti, sulle cui modalità attuative dovremo confrontarci nel corso del negoziato:

  • rendere automatico il passaggio di livello stipendiale ogni due anni, salvo demerito;
  • trasformare gli obiettivi da “competitivi” a “cooperativi”;
  • assicurare la coerenza degli obiettivi assegnati al singolo con quelli istituzionali della Banca, dichiarando e rendendo pubblici ogni anno gli obiettivi di ogni Dipartimento, a cui i Capi diretti devono riferirsi;
  • tenere conto, nelle valutazioni, di tutto il percorso professionale del lavoratore;
  • aumentare la trasparenza nelle progressioni stipendiali e di carriera, anche con riferimento alla disponibilità di dati sulla distribuzione delle stesse;
  • introdurre concorsi interni almeno per il passaggio da Expert a Consigliere, da affiancare alle attuali modalità di promozione;
  • definire criteri oggettivi per l’assegnazione di vacancy e job posting, che permettano di redigere graduatorie sulla base di valutazioni trasparenti;
  • ridurre le inutili incombenze amministrative dei Capi di linea.

La Fisac CGIL non ha firmato la riforma nel 2016. Non per questo si è disinteressata alla sorte dei colleghi dell’Area manageriale, anzi: intende cogliere questo momento di verifica per esporre le tante criticità che i colleghi ci hanno segnalato in questi tre anni, con l’obiettivo di superarle, con il sostegno dei lavoratori.

Roma, 27 giugno 2019

La Segreteria Nazionale