…Si chiamerà futura – 8 Marzo 2019

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“Futura”  è  il titolo di una bellissima canzone di Lucio Dalla, un testo che racconta una storia di speranza immaginata a Berlino, più di trent’anni fa, prima della caduta del muro.

Questo lo slogan scelto dalle nostre tre Confederazioni per l’8 marzo 2019, una giornata di riflessione e di impegno che vede le donne protagoniste.

Il dibattito politico e sociale degli ultimi mesi si è caratterizzato per il tentativo di rimettere in discussione anche le conquiste e i diritti che le donne hanno con fatica e determinazione raggiunto nel corso di decenni. Continuano i femminicidi, gli atti di violenza, molestie e discriminazioni di ogni tipo. 

Occorre alzare l’asticella, ed infatti attualmente, anche a livello internazionale, cominciano ad affermarsi piani di trasformazione per le aziende che abbiano obiettivi misurabili in tema di uguaglianza di genere così come si moltiplicano le certificazioni etiche volontarie sul rispetto della parità di genere nei luoghi di lavoro.

Diffusa è l’esigenza di un rilancio, particolarmente urgente nel nostro Paese dove il divario tra occupazione maschile e femminile resta molto elevato, mentre rimane da affrontare in profondità  il tema del gender pay gap (ovvero il differenziale retributivo fra uomini e donne a fronte del medesimo impegno lavorativo).

Quanto alla Banca d’Italia, la presenza femminile si attesta oggi a circa il 37% del totale del personale; trent’anni fa le donne erano circa il 30%: un incremento di 7 punti percentuali in trenta anni segnala che c’è ancora molto da fare in una prospettiva di equilibrio di genere.

Bisogna dire però che le condizioni sono cambiate. Uno sguardo ai dati pubblicati in occasione dell’8 marzo 1988, forniti in allegato, dà la misura della trasformazione: alla fine degli anni Ottanta la presenza femminile si concentrava nella carriera operativa (soprattutto nel ruolo di Assistente Amministrativo); oggi la situazione è più diversificata, anche se permangono segmenti e attività in cui le donne sono più rappresentate o, al contrario, dove lo sono meno. Conoscere meglio le diverse situazioni può favorire interventi mirati a rimuovere i fattori che limitano il riequilibrio di genere in tali contesti.

A questo scenario si aggiungono inoltre nuove sfide generate sia dall’impatto delle tecnologie innovative nel mondo del lavoro (che comporta l’ingresso di professionalità con specifiche specializzazioni, spesso in ambiti in cui le donne sono tradizionalmente meno rappresentate), sia da un non risolto squilibrio demografico da cui nasce la necessità di un patto di solidarietà fra le diverse generazioni.

Gli ostacoli che si oppongono a una reale parità sul lavoro sono ancora molti: occorre quindi impegnarsi, da un lato, per l’introduzione di modelli organizzativi che tengano maggiormente conto alle esigenze di tutti i lavoratori, donne e uomini, e, dall’altro, per superare gli stereotipi culturali che ancora limitano il contributo delle donne. Solo così sarà possibile migliorare concretamente le condizioni di tutto il personale, in termini di maggiore qualità professionale ed elevato benessere.

Buon 8 Marzo! 

IL COORDINAMENTO DONNE BANCA D’ITALIA

FISAC CIGIL – FIRST CISL – UIL CA

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