Quota 100…e dopo?

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Come noto, con la Gazzetta Ufficiale del 28 gennaio scorso, è stato pubblicato il Decreto Legge n. 4 che introduce anche la c.d. “quota 100”, che consente di accedere alla pensione con 62 anni di età e 38 di contributi. È evidente che questo provvedimento introduce importanti novità che riguardano anche i Dipendenti della Banca d’Italia.

Si tratta sicuramente di un’opportunità legislativa che può determinare per alcuni colleghi un oggettivo vantaggio, con maggiori possibilità di uscita anticipata dal lavoro, per la quale, però, occorrerà garantire al contempo piena copertura contributiva.

Sebbene non si sia ancora concluso il procedimento legislativo che condurrà alla conversione in legge, la Banca è chiamata, da subito, a prendere importanti decisioni per rispondere ad una serie di interrogativi sull’applicazione del Decreto all’interno del nostro Istituto.

Siamo in attesa di conoscere le decisioni che prenderà la Banca in materia ma, a nostro avviso, il momento appare più che mai opportuno per aprire un’urgente ed ampia riflessione, da parte del nostro vertice, sull’investimento di risorse per i colleghi più giovani, a tutela dello stesso Istituto.

Perché, se da una parte il Decreto sembra poter soddisfare le esigenze dei colleghi con più anzianità anagrafica e contributiva, dall’altra non ci si può disinteressare degli effetti che esso produrrà su coloro che rimarranno in attività, sia dal punto di vista dell’operatività, sia in ottica di conflitto generazionale.

Su questo la Fisac CGIL ritiene improrogabile che vengano presi in considerazione dalla Banca alcuni aspetti fondamentali:

1. un massiccio piano di assunzioni, tenuto conto delle previste e significative uscite in esodo dall’Istituto, attuando, finalmente, un turn over rispettoso dell’esigenza di fornire un futuro certo alla Banca d’Italia;

2. un aumento dei posti messi a bando per i concorsi interni (Coadiutore, Expert e Consigliere), in relazione alle ovvie ulteriori “scoperture” che si creeranno, sia in Amministrazione Centrale, sia nelle Filiali;

3. un ragionamento – assolutamente non rimandabile – che porti alla revisione del meccanismo di accantonamento della c.d. Lump Sum, che consenta di incrementare in modo significativo le risorse per la futura “liquidazione” dei colleghi post ‘93.

Rimangono da chiarire, naturalmente, le modalità con le quali “quota 100” si inserirà nell’attuale normativa riguardante le misure di accompagnamento in essere.

Si fa riferimento in particolare alla necessità che il collega che si trova adesso in esodo possa comunque poter maturare la percentuale massima di RTQ (seppure il decreto così congegnato non sembri escludere questo tipo di casistica); occorre inoltre avere la certezza che la misura per chi avrà diritto alla pensione entro fine giugno del 2022, possa altresì riguardare chi maturerà nel frattempo i requisiti dei 62 anni e 38 di contributi.

Ciò posto, è evidente come una discussione sulla tematica generazionale non sia più rimandabile, sia in termini di risorse economiche da investire, sia di opportunità professionali da dare con continuità ai più giovani.

Roma, 13 febbraio 2019

La Segreteria Nazionale