Riforma della Vigilanza – Fermatevi, siete ancora in tempo

BandiereCGIL

Nella giornata odierna questa O.S. ha inviato alla Banca, nella persona del Segretario Generale dott. Baldinelli, una lettera https://www.fisacbancaditalia.it/?p=7616 con le proprie considerazioni riguardanti l’intenzione di riforma della Vigilanza bancaria e finanziaria.
Si tratta di un  progetto che, dietro l’apparente forma di mero riassetto organizzativo, nasconde (neppure tanto bene) un impatto sostanziale sull’Istituto nel suo complesso, su tutto il personale, sul Paese.
Pertanto questa Organizzazione ha sentito da subito l’esigenza di evidenziare con energia le forti criticità insite nel progetto:
• le motivazioni addotte a fondamento della riforma  non riescono in alcun modo a spiegare la volontà di procedere alla chiusura immediata di 3 Divisioni Distaccate di Vigilanza, per ragioni esattamente opposte e in contraddizione netta con quanto dichiarato fino a poco tempo fa sulla presenza della Banca sul territorio.
Il personale delle Filiali possiede forti e consolidate competenze tecniche. La vigilanza in AC è al collasso operativo per mole e complessità di funzioni. La tipologia di attività e gli strumenti tecnologici usati consentono una piena possibilità di coordinamento del lavoro della rete territoriale con quello delle Filiali capopolo e del Dipartimento Vigilanza.
Se davvero il progetto di riforma si fondasse su una volontà di conservazione, valorizzazione e potenziamento della rete territoriale (sul modello tedesco) il primo segnale devrebbe essere il mantenimento delle DDV.
• la leggerezza con cui la Banca dà segnali contrastanti comporta una forte perdita di credibilità presso il proprio personale. Da troppi anni la Banca annuncia programmi di potenziamento delle Funzioni delle Filiali, senza che a questo sia mai seguita un’azione concreta. Nell’attuale circostanza di riassetto della Viglianza laddove, nuovamente, la Banca non si dovesse concretamente fare promotrice di un vero e credibile programma di salvaguardia e valorizzazione della rete territoriale, la riforma non potrà che generare nei colleghi coinvolti un forte sentimento di incertezza sulla possibilità di sviluppo della propria professionalità e sui propri programmi di vita futura.
In un’ottica di responsabilità sociale dell’impresa questo non è accettabile. L’utilità sociale, la sicurezza, la libertà, la dignità umana sono principi costituzionali che la Banca non può dimenticare.
È evidente che se la Banca sottovaluterà l’importante impatto della riforma, quest’ultima sarà destinata a non conseguire gli obiettivi che sono stati presentati. Sembrerà più coerente a quel punto che venga dichiarata, insieme al recente annuncio di chiusura delle DDV, anche la data di prossima chiusura delle Filiali collegate ai Poli. Sarà la definitiva mortificazione del ruolo e dell’importanza del nostro Istituto nel Paese, ma quantomeno ne risulterà una “forward guidance” più efficace a stabilizzare le aspettative dei colleghi interessati e a consentire loro di programmare gli anni futuri.
• Le scelte organizzative che la Banca d’Italia compie al proprio interno non sono affatto prive di effetti sul Paese. La crisi – e le crisi bancarie in particolare – hanno fortemente minato, a livello di opinione pubblica, la reputazione dell’Istituto e il clima di fiducia nel sistema da parte della collettività.
Il progressivo allontanamento dal territorio, dove le Filiali costituiscono la vera interfaccia tra la Banca e la società, non potrà che portare ulteriori effetti negativi su di essi. Peraltro la Banca, che proprio in questi giorni sta dando avvio ad una serie di iniziative di incontro coi cittadini sul territorio, non sembra ignorarlo del tutto. Ma è urgente e necessaria una riflessione più profonda e di ampio respiro, al servizio del bene del Paese.
• La complessità della modifica organizzativa che si sta mettendo in piedi sembra essere completamente sottovalutata. È evidente che la situazione lavorativa dei colleghi delle Filiali collegate, divisi tra compiti svolti in autonomia e compiti delegati, risulterà invischiata in indistricabili dinamiche operative. E’ evidente che l’organizzazione del lavoro da parte delle Direzioni e dei capi delle Divisioni di Vigilanza locali evidenzierà forti aspetti di disorientamento. È evidente, infine, che la trasparenza dei processi valutativi verrà inficiata dal moltiplicarsi dei valutatori e dal venir meno del rapporto diretto tra essi e che questo farà esplodere drammaticamente tutte le contraddizioni che sono già insite in quei processi. E’ necessario che i processi organizzativi che conseguono alla riforma vadano attentamente pensati, studiati, formalizzati perché questa apparente armonia non si traduca in una situazione di fatto ingestibile. Anche qui, deve essere evidente, da parte della Banca questa volontà di gestire e non quella, sottaciuta, di abbandonare, sempre in nome di una credibilità, presunta.

Roma, 3 ottobre 2018

La Segreteria Nazionale