Non si tratta più solo di una percezione soggettiva, di un “oggi fa caldo” sussurrato davanti alla macchinetta del caffè. Quello che stiamo vivendo, in molte delle nostre sedi, è uno stress termico reale, costante e non più tollerabile. È diventata un’abitudine estiva entrare in ufficio e cercare l’unico ventilatore disponibile come si cerca un’oasi nel deserto. Un deserto che, tra l’altro, assomiglia fin troppo a certe sale del CDM, dove l’aria condizionata è più leggenda che tecnologia.
Nel complesso Banconote, in alcune aree ormai note a tutti, la situazione è analoga: ambienti chiusi, aria immobile, pareti che trattengono il calore come in un forno da pane. E se ci si sposta verso le Filiali, in particolare nella divisione G.S.P. la realtà non migliora affatto. Anzi, tra sportelli con ampie vetrate, sale conta dove il tempo sembra fermarsi (e sudare), e retrosportelli dove l’aria ha smesso di circolare da tempo, il disagio termico non è solo fastidio, ma vera e propria fatica fisica. E diciamocelo, non è normale.
A fronte di tutto questo, abbiamo deciso di non limitarci a sudare in silenzio, né a condividere ventagli e battute. Abbiamo inviato una richiesta formale alla Banca (LEGGI), chiedendo controlli estesi nell’intento di rispettate le normative sul microclima, che parlano chiaro: per ambienti di lavoro moderati, come i nostri, la temperatura ottimale dovrebbe essere intorno ai 24°C. Una soglia indicata da INAIL e dalle norme UNI, pensata per garantire benessere, concentrazione e soprattutto salute.
Ma il problema non è solo il caldo. È come si rileva. Sappiamo che, troppo spesso, le (poche) misurazioni ambientali vengono eseguite in momenti non rappresentativi, scelti con un certo… tempismo. Come nel caso delle rilevazioni acustiche, fatte a seguito di segnalazioni per rumori eccessivi, durante le quali si è chiesto a tutti di tenere un comportamento, diciamo così “silente”. Risultato? Rumori spariti. Problema risolto. Ma purtroppo solo sulla carta.
Per questo abbiamo chiesto che tutte le rilevazioni del microclima siano:
- complete: non solo temperatura, ma anche umidità, correnti d’aria, temperatura radiante;
- trasparenti: con criteri chiari e dati condivisibili;
- reali: eseguite nei momenti di lavoro intenso e non alle 8:00 del mattino con le luci spente e le finestre spalancate.
Questa iniziativa nasce da un’esigenza vera, condivisa. Non da una lamentela estiva. Questa iniziativa nasce da disagi reali, sentiti e denunciati da molti. Ed è con questo spirito che vi invitiamo a partecipare sostenendola e diffondendola.
Il benessere sul lavoro non è un favore né un vezzo estivo. È un diritto. E non possiamo più accettare che venga il tutto rimandato a quando, guarda caso, “farà più fresco”.
Perché il caldo passerà, ma la sensazione di essere ignorati resta. Noi non ci stiamo.
Unisciti alla voce di chi non vuole più sciogliersi sulla sedia o sudare, realmente, sette camicie.
Con ironia, sì, ma con intenzioni serie.
Roma, 30 giugno 2025
La Segreteria Nazionale