Il paradosso del turismo e il diritto alla casa – La crisi abitativa colpisce anche noi

L’Italia esalta il turismo come motore dell’economia, ma dietro questa narrazione si cela una realtà sempre più drammatica: le città si svuotano dei residenti per far spazio a un flusso continuo di turisti. Interi edifici – nei centri storici, ma ormai anche nelle zone semicentrali e periferiche – vengono trasformati in appartamenti per affitti brevi, spingendo fuori chi lavora e vive stabilmente sul territorio.

Risultato? Esplosione dei canoni di locazione. Per studenti, giovani lavoratori e famiglie a reddito medio o basso, trovare un alloggio dignitoso a prezzi sostenibili è diventato quasi impossibile.

Nelle grandi città, quasi un terzo degli immobili è oggi assorbito dagli affitti turistici. Intanto, i governi hanno ignorato per anni il tema dell’edilizia sociale, lasciando milioni di persone alla mercé del mercato, spesso costrette a comprare casa lontano dal lavoro, dove i prezzi – trainati dagli affitti – continuano a salire.

Il problema si intreccia con una crisi salariale cronica: secondo l’ISTAT, l’Italia è tra i Paesi europei con la più forte stagnazione dei salari. E questo pesa anche sulle imprese, pubbliche e private, che faticano a trattenere personale nelle grandi città per via dei costi insostenibili e dell’assenza di certezze.

E qui arriviamo a noi.

Abbiamo scritto, il 13 giugno scorso (LEGGI), al Segretario Generale perché anche in Banca d’Italia si inizia a sentire tutto il peso di questa emergenza. Molti colleghi hanno avuto accesso – ma non tutti  – agli alloggi della SIDIEF, società interamente controllata dalla nostra Istituzione. Uno strumento potenzialmente prezioso, ma che negli anni sta perdendo il suo orientamento sociale.

Sempre più spesso, infatti, ci vengono segnalate situazioni dove la SIDIEF agisce come un operatore privato orientato al profitto, affittando anche a terzi per aumentare i ricavi, anziché mettere gli alloggi a disposizione dei dipendenti, come da sua missione originaria.

La Fisac CGIL vuole denunciare che con la riorganizzazione della Rete territoriale e con i nuovi incentivi alla mobilità, il problema si aggraverà ulteriormente. Chi arriva oggi a lavorare nelle grandi città si trova davanti a un mercato immobiliare inaccessibile. Per un neoassunto, magari in mobilità, si raggiungono anche cifre proibitive per un affitto, che compromettono la possibilità di accettare l’incarico o costruirsi una vita stabile.

Il diritto alla casa va difeso. Anche in Banca d’Italia.

È tempo di riportare al centro e in manera totalizzante, la funzione sociale della SIDIEF al centro.
Chiediamo che torni a essere, a tutto tondo, uno strumento al servizio della comunità lavorativa della Banca, aiutando a contenere la spesa abitativa, ridurre la pressione sul mercato e sostenere concretamente chi lavora per l’Istituto.

Non è solo una questione economica. È una questione di equità, di inclusione, di attrattività per le nuove generazioni.

Agiamo insieme.

Per farlo, abbiamo bisogno del sostegno reale e visibile di tutte e tutti voi.
Solo con una partecipazione collettiva possiamo costruire una proposta forte e credibile, che metta di nuovo al centro il diritto alla casa come valore condiviso.

FISAC CGIL – Banca d’Italia
Il diritto alla casa non è un privilegio. È un diritto da difendere. Insieme.

Roma, 16 giugno 2025

La Segreteria Nazionale