NON ASCOLTA I LAVORATORI – NON RIMARREMO IN SILENZIO
Care colleghe, cari colleghi,
i dati ISTAT più recenti parlano chiaro: l’Italia continua a invecchiare, si impoverisce, perde giovani, energie, competenze mentre la politica ignora tali fenomeni.
Nel 2024 abbiamo toccato un nuovo minimo storico delle nascite, mentre il numero degli over 80 superano i bambini sotto i 10 anni; aumenta il lavoro precario, mal pagato, povero di diritti e di futuro. Non è solo una questione di cifre: è la fotografia di un Paese che smette di investire sulle persone, sul lavoro, sulla coesione sociale.
E questo ci tocca da vicino.
Anche dentro la Banca d’Italia accusiamo i segni di questo declino:
- un’organizzazione che spesso trascura la qualità e le condizioni delle lavoratrici e dei lavoratori;
- una segmentazione generazionale sempre più marcata;
- carriere che faticano a decollare soprattutto nel genere meno rappresentato;
- nuovi neoassunti portatori di nuove professionalità e di entusiasmo vengono lasciati troppo spesso senza riconoscimenti e prospettive;
- colleghi con decenni di esperienza ancora in servizio sono quotidianamente investiti di carichi sempre più gravosi e subiscono crescenti disuguaglianze.
Tutto questo mentre, nel Paese, i salari reali calano, la produttività non cresce e oltre il 23% della popolazione è a rischio povertà ed esclusione sociale: lo scenario che riscontriamo quotidianamente si sta lentamente insinuando anche all’interno dell’Istituto.
COME?
Il “ricambio generazionale” viene evocato senza mai essere realmente incentivato. Le uscite vengono annunciate senza veri stanziamenti e investimenti sulla valorizzazione di chi resta o di chi entra. Gli scivoli pensionistici diventano talvolta scorciatoie per l’Amministrazione più che strumenti equi per gestire la transizione.
E i turni, gli orari le nuove organizzazioni del lavoro? Troppo spesso si avverte la mancanza di ascolto attivo delle persone coinvolte. La conciliazione vita-lavoro non è più un diritto ma diventa un lusso.
MA NOI VOGLIAMO FAR CAMBIARE LA ROTTA
Come FISAC CGIL crediamo che questo Paese – e questa Istituzione – abbiano bisogno di scelte strutturali, coraggiose, partecipate.
Serve un piano vero per il lavoro e di giustizia generazionale al fine di:
– dare spazio e prospettive ai giovani;
– riconoscere il valore e l’impegno di chi lavora;
– mettere fine alle disparità territoriali e di trattamento;
– accompagnare le carriere e non svuotarle.
Bisogna creare un nuovo equilibrio tra vita e lavoro che non sacrifichi le persone in nome dell’efficienza.
Si rendono necessarie solide politiche di assunzione e un salutare ricambio generazionale ad opera di meccanismi trasparenti e collegiali.
Occorrono investimenti sul benessere lavorativo e non solo sulla produttività.
NESSUNO DEVE RESTARE INDIETRO
Non possiamo limitarci a registrare i dati ISTAT o denunciare le carenze della politica!
Abbiamo il dovere di alzare la voce anche dentro la Banca d’Italia con la forza delle proposte e la coerenza dell’azione sindacale per evitare il declino e contrastarlo mediante scelte condivise, lungimiranti e soprattutto eque.
La FISAC CGIL continuerà a battersi per questo, in ogni tavolo e in ogni istanza: con coraggio, competenza, ascolto e partecipazione.
FISAC CGIL – PER UNA BANCA CHE COSTRUISCE IL FUTURO
CON E PER LE PERSONE
Roma, 10 giugno 2025
La Segreteria Nazionale