“Bimbe e Bimbi in ufficio? Si, ma con coerenza!”

Abbiamo accolto con piacere il ritorno della festa “Bimbi in ufficio con mamma e papà”, un’iniziativa che rappresenta un momento importante di apertura, di condivisione e di valorizzazione del ruolo delle famiglie nella vita lavorativa.

Ancora più apprezzabile il fatto che quest’anno l’iniziativa sia stata estesa anche alle lavoratrici e ai lavoratori degli appalti, che ogni giorno contribuiscono concretamente al buon funzionamento dell’Istituto.

Tuttavia, per essere davvero inclusiva, anche la “merenda” e il “servizio di animazione” non dovrebbero prevedere un limite minimo di 10 bambini per essere attivata. Una scelta del genere rischia di escludere in partenza molte realtà della rete territoriale, già penalizzate da organici ridotti, scarso ricambio generazionale e pochi ingressi di nuove forze. Non si può parlare di inclusione se si ignora la composizione reale dei nostri uffici sul territorio.

A ciò si aggiunge un problema organizzativo non secondario: la comunicazione del Servizio GEP prevede che la partecipazione all’evento comporti l’utilizzo del congedo straordinario individuale. Vogliamo essere chiari: è  legittimo chiedere che, per assentarsi dai luoghi di lavoro per prendere i bambini a scuola, le/i colleghe/i debbano utilizzare un congedo straordinario – ma questo deve essere fuori dal budget ordinario assegnato alle lavoratrici e ai lavoratori.

Allo stesso tempo, la partecipazione all’evento presso una sede diversa da quella di lavoro dovrebbe essere coperta da una vera e propria “variazione di posto di lavoro” (VPL), come avviene per altri eventi promossi dall’Amministrazione.

Chiediamo quindi all’Amministrazione di correggere questa impostazione, in modo che la giornata sia vissuta da tutte e tutti come ciò che vuole essere: un momento di apertura, inclusione e benessere organizzativo, non un’occasione che penalizza chi vi partecipa.

L’evoluzione della nostra Istituzione sul terreno dell’inclusione, della tutela della genitorialità e della conciliazione tra vita e lavoro non può essere solo di facciata, ma deve basarsi su scelte concrete e coerenti.

Dopo alcuni segnali preoccupanti – come il tentativo di minare alcuni strumenti di supporto e tutela per i genitori-lavoratori o le difficoltà di accesso agli strumenti di conciliazione – anche questo episodio conferma la necessità di una vigilanza continua.

La FISAC CGIL continuerà a lavorare per difendere i diritti delle persone, sostenere politiche inclusive e promuovere un’organizzazione del lavoro che rispetti e valorizzi tutte le componenti della comunità professionale.

Roma, 23 maggio 2025

La Segreteria Nazionale