Mediaticità e Responsabilità

Un’analisi della riforma organizzativa della Rete territoriale
La riforma organizzativa della rete territoriale, per quanto nell’aria da tempo, si è rivelata peggiore delle aspettative, già non rosee nelle attese. Non solo per i contenuti delle scelte, ma per la palese cecità con cui sono state fatte, dimostrando la mancanza totale di conoscenza dell’operatività della Rete e delle esigenze dei territori.
A fare le spese di questo, le lavoratrici e i lavoratori delle Filiali, che più che mai sembrano essere visti dalla Banca come “addetti” e non come “colleghi”.

La risposta delle OO.SS.
Davanti a questa grave situazione, le OO.SS. hanno scelto di affrontare un percorso comune e condiviso, tentando un’interlocuzione ulteriore con l’Amministrazione, con una serie di incontri che hanno portato ad alcuni avanzamenti nei testi portati alla firma del Consiglio Superiore il 31 gennaio 2025.
Avanzamenti esigui, probabilmente, ma che sono stati il segno della possibilità di incidere nella delicata fase successiva che si apriva, quella delle trattativa sulle misure di accompagnamento.
Da qui ogni Sigla, nell’esprimere la propria base, ha scelto il suo percorso.

La posizione della Fisac Cgil
La Fisac Cgil ha scelto di avviare una procedura di raffreddamento, affiancata da una campagna di ascolto attraverso un percorso assembleare, e dalla partecipazione agli incontri di trattativa con la Banca. Abbiamo infatti ritenuto in questo modo di rappresentare al meglio l’interesse dei colleghi: raccogliendo le esigenze e rappresentandole in trattativa, lasciando aperto il campo ad azioni di lotta nel caso in cui la Banca avesse assunto posizioni rigide al tavolo negoziale.

Le differenze con le altre Sigle
Altre Sigle hanno scelto la procedura di raffreddamento ma, non senza le solite giostre di volantini, hanno proclamato subito lo sciopero.
Quello che ci chiediamo è: perché? E perché ora?
• Se è uno sciopero contro la riforma in sé, andava annunciato appena la Banca ha dichiarato il progetto.
• Se è uno sciopero contro i pochi avanzamenti fatti sulla riforma, andava proclamato prima della firma al Consiglio Superiore.
Gli incontri successivi al raffreddamento non potevano avere lo scopo di portare acquisizioni sull’assetto di una riforma già deliberata, ma di definire il clima di una trattativa particolarmente importante, rappresentando lo stato di forte agitazione dei lavoratori coinvolti.

La tempistica dello sciopero
A solo un mese dal raffreddamento e con 90 giorni disponibili per proclamare lo sciopero, dopo un solo incontro di trattativa, per la Fisac Cgil non era questo il momento giusto. Anzi, riteniamo che una proclamazione prematura di sciopero mini il successo di azioni di lotta future.
Cosa accadrà se la trattativa si irrigidisce? Si chiederà di nuovo ai colleghi di scioperare?

Mediaticità contro responsabilità
Ancora una volta, prendiamo atto che due sigle, piuttosto che intraprendere percorsi tutelanti per i colleghi, cercano solo mediaticità sulla pelle di questi.
Campare di mediaticità (e di insulti alle altre Sigle) e portare avanti trattative inconcludenti (come tutte quelle intraprese da Falbi e Sibc) non è la strada che la Fisac Cgil ha scelto.
Riteniamo che lo sciopero sia un diritto sacrosanto dei lavoratori e che la riforma della Rete territoriale meritasse un’azione di lotta. Ben venga se i colleghi oggi vorranno scioperare.

Il nostro impegno per il futuro
Ci rammarichiamo del fatto che poteva esserci un momento più opportuno e un’azione maggiormente unitaria, considerati gli interessi al tavolo.
Prendiamo atto che la mediaticità di Falbi e Sibc ha ancora una volta trionfato sulla responsabilità.
La Fisac Cgil andrà avanti sul percorso delineato, cercando le migliori tutele per colleghe e colleghi al tavolo della trattativa, non escludendo tuttora azioni di lotta, sebbene consapevoli che le bravate di Falbi e Sibc ne hanno già ora indebolito la portata.

Roma, 28 febbraio 2025

La Segreteria Nazionale