RIFORMA DELLA RETE TERRITORIALE: STILLICIDIO SENZA FINE

Lo scorso 20 gennaio si è svolto l’ultimo incontro sulla riforma della Rete territoriale che definisce, a nostro avviso, l’ennesimo capitolo di un progetto con il quale l’Amministrazione continua a penalizzare le Filiali della Banca d’Italia. Nonostante i due incontri durante i quali le OO.SS. – e in primis la Fisac CGIL – hanno evidenziato le criticità di un piano incapace di offrire un reale rilancio della Rete territoriale, l’Amministrazione ha modificato solo in minima parte quanto già presentato a ottobre.
L’obiettivo dichiarato del confronto era quello di aprire ulteriori riflessioni anche alla luce delle proposte fatte dai Sindacati per garantire un vero sviluppo sia delle Filiali che delle professionalità delle lavoratrici e dei lavoratori che vi operano. La Banca, lo scorso 31 gennaio, ha sottoposto al Consiglio Superiore un Piano che ha recepito solo in minima parte le osservazioni delle OO.SS. (creazione di una ulteriore Unità responsabile di AML nel sud Italia e di Nuclei per l’Edufin, potenziamento dell’ICAS, possibile previsione di settori distinti nelle Divisioni GSP-Segreteria) rimanendo invariato nelle sue linee generali e prospettiche che portano di fatto ad una riduzione della presenza sul territorio tramite la chiusura di due Filiali e la progressiva riduzione delle competenze delle altre.
La Fisac CGIL ha attivato la procedura di raffreddamento sia contro la convalida del Piano – prontamente votata dai Consiglieri – che su altri fondamentali argomenti (Allegato).
L’incontro con la Banca è previsto per lunedì 10 febbraio alle ore 16.30.

La chiusura di Livorno e Brescia: una scelta inaccettabile
La decisione di chiudere le Filiali di Livorno e Brescia, confermata nonostante le nostre ripetute contestazioni, è gravissima. La loro operatività, anche in termini relativi rispetto ad altre Sedi, non giustifica questa scelta. Perché privare ulteriori comunità di un presidio istituzionale prestigioso e indispensabile?
Il mantenimento dell’attuale Rete periferica avrebbe potuto rispondere meglio all’esigenza, dichiarata più volte dalla stessa Banca, di rafforzare la proiezione esterna delle Direzioni locali; invece si preferisce smantellare, compromettendo anche attività cruciali come l’Educazione Finanziaria che difficilmente potrà essere efficace da remoto, specie nelle scuole primarie e secondarie.

Un piano confuso e inefficace
L’intervento sulla Vigilanza, con l’accentramento di quella prudenziale presso pochi poli nazionali, ignora le specificità del sistema bancario italiano. Avevamo chiesto di valutare un’alternativa che prevedesse un maggiore coinvolgimento delle singole Filiali, ma la proposta è stata ignorata, col risultato di sovraccaricare le Sedi principali e mortificare al contempo le professionalità disponibili nelle Filiali rimodulate, senza offrire alternative di sviluppo professionale a chi ha finora svolto compiti di Vigilanza prudenziale.
La scelta di unificare le Divisioni Segreteria e Gsp in molte Filiali è discutibile: accorpare, infatti, funzioni così diversificate rischia di sovraccaricare i futuri responsabili e ridurre l’efficienza operativa. I passi indietro fatti rispetto al Piano di ottobre interessano poche realtà e sono ancora insufficienti.

Un’occasione persa
La Fisac CGIL ritiene che il cosiddetto “piano di sviluppo” della Rete territoriale sia, in realtà, un progetto di risparmio mascherato, confuso e irrazionale. È un’occasione persa per rilanciare il ruolo della Banca d’Italia sul territorio ma, soprattutto, appare chiaramente come il preludio a ulteriori chiusure di altre Filiali in un futuro prossimo.
Per questi motivi, pur rispettando l’autonomia organizzativa della Banca, abbiamo espresso un giudizio fortemente negativo sul piano di ristrutturazione e siamo pronti, ci auguriamo insieme ad altre OO.SS., a farci promotori di un’azione congiunta per ribadire, in tempi brevi, il nostro netto dissenso rispetto a questo piano e lavoreremo per garantire alle lavoratrici e ai lavoratori coinvolti le misure di tutela adeguate.

Roma, 6 febbraio 2025

La Segreteria Nazionale