Area Manageriale/Alte Professionalità

PASSAGGI DI LIVELLO, DI SEGMENTO E NON SOLO…

Perché si lavora in Banca d’Italia?

  • Per il prestigio di lavorare in una grande Istituzione, che gode di una rilevante reputazione a livello nazionale e internazionale? Sicuramente si, ma anche qui ormai è notorio che il c.d. senso di appartenenza si sta sempre di più affievolendo, considerate le scelte non sempre lungimiranti nei confronti dei dipendenti della Banca d’Italia, assunti dai Vertici che si sono succeduti negli anni: dagli ambienti di lavoro (riforme delle carriere, riforma della rete territoriale, ecc.) fino ai diversi ambiti del welfare aziendale (dalle strutture pedagogiche, spesso abbandonate e non controllate, eppure ci vanno i soggetti più deboli e indifesi, i nostri bambini, dal CASC, che si vorrebbe ridurre ad un normale CRAL e a cui si vanno sempre più togliendo gli spazi vitali per operare, ecc.).
  • Per gli stipendi mediamente più alti rispetto a quelli che si trovano fuori? Può darsi, ma è cosa che tutti sanno che da un lato la differenza retributiva, a parità di profilo professionale, si è molto assottigliata rispetto al passato e dall’altro che è il mercato del lavoro che purtroppo sempre più scarica sui lavoratori le sue deficienze, erodendo sempre di più il potere di acquisto degli stipendi/salari.
  • Perché si vuole lavorare in un contesto dinamico, professionalmente appagante, sicuri che si potranno avere importanti riconoscimenti in termini di carriera e di sviluppo professionale, tutto in un sistema di massima trasparenza delle scelte gestionali? Sicuramente (o probabilmente) no. È noto che la Fisac CGIL sia l’unico sindacato in Banca d’Italia a non aver mai firmato, neppure per adesione, la riforma della c.d. Area manageriale/Alte professionalità. Soprattutto i più giovani si chiederanno il perché di questa scelta. La risposta è, purtroppo, molto semplice: perché avevamo compreso, e non ci voleva una sfera di cristallo, che un sistema di carriere fondato sulla massima discrezionalità e arbitrio della Banca d’Italia avrebbe fortemente compromesso gli ambienti di lavoro, con tutti che cercano di scavalcare tutti pur di avere l’incarico prestigioso o di raggiungere gli obiettivi individuali assegnati, demotivando fortemente i colleghi che per ragioni a loro ignote (in quanto la Banca dimenticandosi dei principi del processo amministrativo non rende note le ragioni delle proprie scelte se non, e solo in maniera spesso del tutto parziale, dietro esercizio del diritto di accesso agli atti) non conseguono il livello o il passaggio di segmento. C’erano una volta i concorsi (per il passaggio a Funzionario di seconda) e il convegno (per il passaggio a Condirettore) che sicuramente avevano forti limiti ma possedevano un indubbio vantaggio (anche per la Banca): si era costretti a cimentarsi con queste prove con il massimo impegno e se dopo un risultato negativo non si ritentava la prova la colpa della mancata promozione era anche del dipendente…ora chi non viene promosso e non per demeriti con chi se la può prendere? Sicuramente non con sé stesso.

Veniamo ora a quello che succederà nei prossimi giorni per l’Area manageriale/Alte professionalità: si attendono i passaggi di segmento e subito dopo gli avanzamenti di livello. Tutto probabilmente nel giro di questi mesi estivi. Per i passaggi di segmento chiediamo alla Banca di tenere davvero conto di tutto il personale della Banca, e non solo di quello che si trova nel Servizio/Dipartimento giusto, e che consideri anche i principi di inclusività e pari opportunità che pure proclama in diverse occasioni. Deve anche essere reso effettivo il dual ladder uno dei capisaldi, mai applicati, della riforma del 2016: quanti professional hanno conseguito il passaggio di segmento? Per i passaggi di livello è necessario compiere scelte ponderate che sappiano davvero premiare chi in Banca con sacrificio e dedizione ha svolto i compiti assegnati, anche qui considerando tutto il personale e non solo i “soliti noti”: a fronte di colleghi eccellenti che continuano ad avere per diversi anni consecutivi il livello ci sono altri che lo conseguono assai di rado oppure che quando lo hanno al primo anno devono recarsi in pellegrinaggio per il miracolo conseguito (non conta se meritato o meno…pensano solo di averlo avuto per sbaglio oppure appunto per miracolo).

Ma quello che più di ogni altra cosa continuiamo a chiedere con insistenza alla Banca è la massima trasparenza delle proprie scelte: ogni scelta può essere infatti più facilmente accettata, anche se non condivisa, solo in quanto si sa realmente su cosa è fondata. Discorso analogo vale anche per altri due aspetti: le vacancy/job posting, che non sempre vengono lanciate anche quando, Regolamento alla mano, sarebbero obbligatorie e quando sarebbero fortemente necessarie, e che non consentono ancora ai candidati di comprendere come sono state valutate le rispettive posizioni, e i cd. bonus, che qualcuno riceve in abbondanza, forse solo perché baciato dalla fortuna o perché si cristallizzano situazioni pregresse, mentre altri ricevono il “minimo sindacale” o non li ricevano affatto.

La Fisac CGIL continua a stare a fianco dei lavoratori e per qualsiasi esigenza (segnalazioni, necessità di confronto) non esitate a contattaci all’indirizzo: segreteria@fisacbancaditalia.it.

Dobbiamo tutti insieme lavorare per creare ambienti di lavoro e una comunità professionale sani, inclusivi e professionalmente gratificanti, e dove è bello recarsi ogni giorno a lavorare, così come condividere momenti di svago e di crescita professionale e personale.

Roma, 10 giugno 2024

La Segreteria Nazionale