Nella giornata di ieri la Banca ha effettuato un incontro informativo, in mattinata con i Funzionari Generali e nel pomeriggio con le OO.SS., sulle nuove linee di policy per lo smart office.
L’illustrazione dettagliata (LEGGI) ha evidenziato l’analisi fatta dalla Banca sul progetto che è parte integrante dell’ultimo Piano strategico ed è già stato approvato dal Direttorio lo scorso mese di marzo.
La Banca ha dichiarato che il progetto deriva e si collega direttamente al modello di lavoro ibrido ed avrebbe obiettivi ben precisi, come l’efficientamento degli spazi in ogni struttura della Banca e il miglioramento del benessere e della socializzazione dei colleghi.
I componenti strutturali della nuova policy sono i seguenti:
- ambienti smart dedicati allo svolgimento delle diverse attività;
- spazi di coworking da realizzare in ogni edificio come elemento di flessibilità;
- desk sharing postazioni condivise da prenotare tramite una applicazione.
Per quanto riguarda l’analisi dei dati riguardanti le presenze sul posto di lavoro in A.C., sui quali lo studio ha tratto spunto per il dimensionamento ottimale degli spazi, ci è stato comunicato che nel periodo aprile 23 – marzo 24 si è registrata una presenza media pari al 48,5% in A.C. e del 57,5% nelle Filiali e che i mesi nei quali si sono registrati i numeri più alti sono stati maggio e ottobre mentre agosto il mese con i numeri più bassi. La Banca ha anche sottolineato che questo andamento è ormai un dato stabile e che, calcolando la percentuale mensile, mediana e quella massima sulla quale calcolare il 95esimo percentile dei dati mensili l’ipotesi di sovraffollamento delle realtà lavorative risulterebbe praticamente nulla.
Gli uffici saranno disposti con scrivanie condivise in ambienti più funzionali alle diverse esigenze lavorative, caratterizzati da ambienti innovativi e prenotabili per le esigenze. Per le persone con disabilità sono previste postazioni assegnate.
La Fisac CGIL Banca d’Italia ha sottolineato come deve assolutamente essere tutelato il principio cardine della volontarietà presente nel contratto sul lavoro ibrido e per questo va approfondita la questione del “dimensionamento ottimale” che, basandosi su soli due anni di attuazione del lavoro ibrido, rischia di avere uno spettro non sufficiente per decisioni così drastiche.
Sembra paradossale, infatti, che mentre il contratto sul lavoro ibrido è ancora oggetto di remore e tuttora considerato in fase sperimentale dalla Banca, le postazioni e gli uffici siano invece super smart.
Ancor più paradossale ci sembra l’utilizzo della “socializzazione” che, alla bisogna, è utilizzata dalla Banca ora per limitare il lavoro da remoto e incentivare quello in ufficio, ora per promuovere lo smart office, che toglie sedie e scrivanie ai dipendenti e li sparpaglia per gli Stabili, magari lontani dai propri colleghi di ufficio.
La Fisac Cgil ritiene che, alla luce di questo passo (unilaterale) della Banca sugli smart office occorra, immediatamente a seguire, che venga data piena applicazione al contratto sul lavoro ibrido, facendo cadere ogni paletto, aprendo a tutte le flessibilità previste dai testi e rivedendo le fasce di delocalizzabilità pubblicate dal Servizio ORG in senso ampliativo ed equitativo tra Strutture.
Considerato l’andamento della trattativa sulla Carriera operativa, abbiamo inoltre fatto presente, come già in passato, l’esigenza di garantire spazi adeguati dedicati alla formazione.
Infatti è ormai costume della Banca organizzare i corsi di formazione in modalità remota. Questo non significa che i colleghi che li fruiscono debbano farlo necessariamente da casa ma, proprio per la volontarietà, possono farlo dall’ufficio: è necessario, pertanto, che vi siano spazi dedicati alla formazione in tutti gli stabili, in cui vengano garantiti riservatezza e silenzio, mentre una scrivania condivisa non è assolutamente adatta allo scopo.
Questo vale a maggior ragione per gli uffici a cui è riconosciuta una minore delocalizzabilità, che hanno natura più operativa e che si configurano come open space.
Molte perplessità ci lascia l’utilizzo della app: abbiamo già il tool per la pianificazione del lavoro da remoto su Launchpad, ora abbiamo la app per prenotare la scrivania. Viene da chiedersi che succederà se la pianificazione fatta sull’uno non troverà congruenza nelle prenotazioni su app…
Più in generale non possiamo non osservare come andare a lavorare in ufficio diventerà, senza dubbio, molto più complicato.
Ci è d’obbligo osservare come l’introduzione del progetto sugli smart office determinerà risparmi per la Banca, che potrebbero essere pensati come effetto di un’efficientamento, ma anche come effetto di una flessibilità realizzata, nel concreto, dai dipendenti: riteniamo pertanto che, almeno in qualche misura, occorra che tali risparmi diano un ritorno anche per i dipendenti.
Abbiamo pertanto chiesto di riaprire nuove finestre per il rimborso di dotazioni ergonomiche per il personale in smart working, soprattutto in ottica di salute e sicurezza sul lavoro. A tale proposito abbiamo anche inviato una lettera (LEGGI).
Inoltre, riteniamo sia giunto davvero il momento per far cadere la discriminazione che interessa ancora i telelavoristi, riguardo ai buoni pasto, e che non ha più alcuna ragione o appiglio per essere ancora, ingiustamente, mantenuta.
Roma, 28 maggio 2024
La Segreteria Nazionale