Area Operativa – Proposta irricevibile – Ripartiamo dai Lavoratori

 

Si è svolto oggi, 4 aprile, un nuovo incontro sulla riforma dell’Area operativa, che ha completato l’esposizione da parte della Delegazione aziendale del quadro della propria proposta, approfondendone gli aspetti economici.

Per la Fisac CGIL il quadro di riforma proposto rimane non accettabile perché troppo incentrata sulle unilaterali esigenze della Banca – risparmio di costi e totale discrezionalità nelle leve gestionali – mentre l’unica via per una riforma delle carriere operative è iniziare a tener conto delle reali aspettative dei lavoratori e delle proposte sindacali, che per quanto riguarda la Fisac CGIL sono state da tempo presentate alla Banca (LEGGI).

Venendo al dettaglio dell’incontro, come già da noi ipotizzato, non solo la progressione di carriera, ma anche quella stipendiale, subirebbe un peggioramento rispetto ad oggi, sia in termini economici che di certezze.

Né è utile a incantarci la simulazione presentata dalla Banca (vedi slides in calce), che vorrebbe dimostrare un miglioramento della progressione stipendiale post-riforma rispetto alla situazione attuale. Infatti, nella simulazione, vengono messi a confronto stipendi per il “mondo nuovo” raggiungibili in ipotesi di tempi minimi di avanzamento e stipendi per il “mondo attuale” ipotizzati invece per tempi medi, oltretutto senza tener conto della progressione legata ai passaggi a Coadiutore, che con la riforma non avverrebbero più.

Inoltre, nella proposta Banca la crescita stipendiale nel “mondo nuovo” non sarebbe automatica, ma da valutare ogni volta, da parte sia del formatore che del diretto superiore.

È inaccettabile, anche sotto il profilo dell’inclusione, che la formazione diventi strumento per agire in modo discrezionale sugli stipendi, oltretutto in una situazione di organici che rende impossibile, per molti colleghi, potersi formare e soprattutto letteralmente “donando” alla Banca una leva gestionale totale.

La formazione rimane, nella nostra visione, un diritto del lavoratore, un dovere di investimento di una Banca-Istituzione e un interesse dell’azienda stessa, e non può diventare un’arma che rischia di lasciare qualcuno a terra.

Per la Fisac CGIL la progressione stipendiale deve invece essere automatica e accelerare con la progressione di carriera, senza il rischio di rallentamenti per le più disparate ragioni, ivi compresa l’eventuale necessità della Banca di risparmiare sulla voce stipendi.

Secondo la Fisac CGIL nel modello proposto dalla Banca non ci sono nemmeno serie prospettive di carriera per i colleghi operativi: tutti finirebbero in un mega-calderone con lo stesso mansionario e le possibilità di sbocco verso l’Area manager sarebbero ridottissime, visto che la Banca intende eliminare il passaggio a Consigliere e – come sottolineato oggi – non vuol dare nessuna garanzia formalizzata in accordi sindacali, di aliquote di avanzamento verso l’Area manager.

Secondo la Fisac CGIL invece è necessario dare più prospettive di carriera ai lavoratori, riducendo i tempi potenziali di avanzamento e aumentando i posti messi a disposizione per le promozioni, anche verso l’Area manager.

Abbiamo anche chiesto come si inquadrerebbe il profilo Operaio nel modello immaginato dalla Banca. La Delegazione aziendale ha precisato che sul profilo operaio stanno ancora lavorando, ma che sarebbe analogo a quello pensato per tutta l’Area operativa, con differenziazioni in termini stipendiali e di peso dell’esperienza nell’ambito della formazione valutata, per tener conto dello stato attuale delle retribuzioni e delle peculiarità operative/formative dei lavoratori di tale profilo.

In sintesi, ora che la proposta è completa, la Fisac CGIL continua a non cogliere quali sarebbero le opportunità offerte dalla riforma ai lavoratori: appurato che non vi sarebbe vantaggio economico, continuiamo a non comprendere perché affidare a una sola leva gestionale la crescita stipendiale, e perchè affidarla solo alla formazione, quando il personale di Banca non è certo poco qualificato o a rapida obsolescenza e, nel panorama nazionale e internazionale è quello che il cambiamento molto spesso lo produce, a favore del Paese, e non quello che lo acquisisce dall’esterno.

Non comprendiamo perché introdurre la formazione come elemento così pregnante la vita lavorativa, da rischiare di riorientare i comportamenti dei dipendenti, che preferiranno formarsi (ma su cosa poi?), piuttosto che lavorare, o che inizieranno a competere per accaparrarsi corsi di formazione e tempo per dedicarcisi, con reciproco scaricabarile sulle attività lavorative da svolgere.

Non ci incantano le promesse troppo vaghe di incremento di organici e ci preoccupano le affermazioni che parlano di formazione finalizzata alla flessibilità mansionistica: la visione di uno squadrone indistinto di colleghi operativi da pescare on-demand per qualsivoglia esigenza non ci piace, preferiamo che si persegua sempre quello che la nostra Costituzione chiama “il pieno sviluppo della persona umana”.

Pertanto, in conclusione dell’incontro, abbiamo sottolineato che la proposta della Banca, allo stato attuale, è per la Fisac CGIL insoddisfacente a tutelare gli interessi e le aspettative dei colleghi, invitando la Delegazione aziendale a negoziare le sue posizioni ripartendo dalle aspettative dei colleghi e dalla nostra proposta.

Valuteremo la disponibilità dell’Amministrazione al confronto rispetto alla nostra richiesta. Proseguiremo, intanto, l’ascolto dei lavoratori, per rappresentarli al meglio.

Roma, 4 aprile 2023

La Segreteria Nazionale