Chiediamo chiarezza

Il TAR del Lazio ha accolto il ricorso presentato dal collega Carlo Bertini contro il provvedimento di destituzione comminatogli dalla Banca, annullandolo “per gravi vizi procedurali”.

Si tratta di una grave e triste vicenda da qualunque punto di vista la vogliamo guardare: per il lavoratore, che ne ha subìto direttamente le conseguenze, per la Banca d’Italia, che ha assunto la più grave decisione che si può prendere verso un suo dipendente vedendo annullata da un giudice la sua determinazione (e non è la prima…), per tutti i colleghi, che vorrebbero venisse fatta per una volta chiarezza e comprendere in concreto tutte le sfaccettature di questa pagina buia della storia recente del nostro Istituto.

Non vogliamo entrare nel dispositivo della sentenza, così come non intendiamo occuparci delle valutazioni squisitamente giuridiche. Ciò che invece chiediamo con forza a tutto il Vertice dell’Istituto è di fare rapidamente e in modo non precostituito piena chiarezza su ogni aspetto di questa dolorosa vicenda. È evidente che la vicenda arrecherà un nuovo vulnus alla credibilità della Banca, dovuto al comportamento del Vertice verso un suo dipendente e non certo dovuto al personale che, ogni giorno, opera al suo interno con correttezza, professionalità, abnegazione.

Continua a preoccuparci questo atteggiamento della Banca verso i lavoratori, poiché non si riscontra solo in vicende di ampia portata, come quella Bertini, ma è evidente e tangibile nelle Relazioni sindacali, nei negoziati, nella comunicazione e nelle scelte dell’Istituto, mirate solo a togliere, denigrare, tagliare, come se il personale improvvisamente fosse diventato un nemico da combattere o abbandonare. O addirittura licenziare quando diventa “scomodo”.

Roma, 29 marzo 2023

La Segreteria Nazionale