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Ovvero la storia di quando il

Tele…Lavoro è passato da bianco (e nero) a colori

Nei giorni scorsi la Fisac Cgil ha interessato l’Amministrazione per chiarimenti sui rientri dei telelavoristi in conseguenza del passaggio a zona gialla di gran parte delle regioni.

Infatti, dopo un lungo periodo che inizia col lockdown, in cui i rientri dei telelavoristi sono stati sospesi, con messaggio n. 1457025 è stato disposto che i rientri avvengano per almeno 2 giorni al mese a partire dal 1 novembre 2021.

A tale messaggio non è tuttavia seguita nessuna altra indicazione, neppure nelle note che, in seguito al prevedibile rialzo dei contagi, hanno ripristinato la regola dei 5 giorni per le zone gialle, ecc. ecc..

Tanto che i telelavoristi hanno continuato a rientrare, anche in regioni che sono zone gialle già da settimane.

A seguito del nostro intervento l’Amministrazione ha affermato che, già in zona gialla, non sono previsti rientri per i telelavoristi.

Avendo chiesto un riferimento normativo, vista la comprensibile necessità dei gestori di disporre di una “pezza d’appoggio”, è stato citato il messaggio n. 279274 del 27 febbraio 2020 (LEGGI) (SCARICA ALLEGATO FAQ): a questo devono far riferimento i colleghi in telelavoro.

Insomma, a nostro avviso l’Amministrazione si è più volte dimenticata di dare disposizioni per il telelavoro. Ha rimediato prima infilando la frase che disponeva i 2 giorni di rientro nel primo messaggio disponibile (con oggetto “misure di flessibilità”, che nessuno dica che non si ha senso dell’umorismo) e poi indicandoci un messaggio di due anni prima che li azzera (un singolare caso di lex prior che abrogat posterior).

Poco male, visto che ciò che ci interessava è raggiunto e per i telelavoristi non sono previsti rientri. Tanto che avremmo voluto quasi quasi farci dell’ironia, cui invece abbiamo lasciato spazio solo nel titolo.

Perché nella situazione catastrofica che viviamo pensiamo che ci sia poco da ridere e che i colleghi abbiano bisogno di indicazioni chiare e di disposizioni efficaci: male non sarebbe avere una pagina intranet riepilogativa delle misure in vigore in ogni momento, coi giusti riferimenti normativi e, magari, in grado di sciogliere dubbi mai risolti, del tipo “i 5 giorni di presenza vanno o no riproporzionati in caso di assenza?”.

A questo proposito, ricordiamo che il Governo stesso ha invitato a usare la massima flessibilità nell’uso dello smart working, vista la situazione di pericolo, e che solo la Banca d’Italia continua imperterrita a non voler eliminare l’assurdità dei giorni di rientro in una situazione così difficile, ma preferisce essere concausa delle tinte scure che stanno per coprire il nostro Paese.

Giova forse all’orgoglio dell’Amministrazione poter scrivere messaggi per dimostrare di non sbagliare mai (sebbene, come per i telelavoristi, errori, ne faccia) – o non scriverne affatto – in nome della propria autoreferenzialitá, ma sono i dati inviati dalla stessa Amministrazione che testimoniano che in 15 giorni, dal 23 dicembre ’21 al 5 gennaio ’22, i positivi in Banca sono triplicati.

E i nostri dati dicono che la reputazione della Banca non è mai stata tanto bassa come ora, specialmente tra i suoi dipendenti.

Roma, 11 gennaio 2022

La Segreteria Nazionale