Si è svolto mercoledì scorso un nuovo incontro sul lavoro agile, convocato in forma negoziale, con la suddivisione tra Area manageriale e Area operativa, così come richiede la revisione del regolamento del personale, rispettivamente per la parte prima e seconda.
Nei fatti, tuttavia, di negoziale c’è stato poco: la Delegazione aziendale ha dichiarato infatti conclusa l’informativa sulle fasce di attività e annunciato l’intenzione di iniziare a lavorare sulla revisione dei regolamenti.
A tale proposito, la Fisac Cgil aveva inviato una lettera (LEGGI) per chiedere dettagli informativi sulle attività di alcune Divisioni, onde supportare il confronto sul giudizio di remotizzabilitá delle attività ivi svolte, che sembra aver scontato un approfondimento solo sommario su molti aspetti e processi operativi. L’Amministrazione ha respinto in toto tali richieste (LEGGI), motivando con la riservatezza dei dati richiesti.
Affermare che siano riservati dati richiesti in forma aggregata e in alcuni casi oggetto anche di pubblicazione da parte dell’Istituto è chiaramente una risposta inaccettabile che non possiamo non ritenere estremamente sgradevole nel contesto delle relazioni sindacali e indice di una scarsa volontà collaborativa che depone male nel contesto negoziale.
È evidente che la suddivisione proposta delle Divisioni nelle fasce, resa nota in data 30.09.2021 Prot. n.1382840/21, non possa soddisfarci affatto e continuiamo a sostenere che non debba ritenersi cristallizzata.
Crediamo infatti che nessuno potrà trarne vantaggio: è evidente infatti, che se non saranno apportati correttivi verranno meno tutte le collaborazioni tra Strutture e Unità in cui, a titolo di esempio, colleghi dei Gsp, delle Segreterie o delle Stc sono stati formati nelle lavorazioni delle richieste CR, nell’Abf, nell’Icas, ecc., da svolgere da remoto: stanti i tetti massimi di lavoro agile non varrà più la pena per i colleghi dare disponibilità per essi. Con grande mortificazione di professionalità e possibile danno per la Banca stessa.
Crediamo anche che, a dispetto di questo grande vulnus dell’assetto organizzativo proposto, possano essere trovati nel dettato regolamentare spazi per ripristinare equità e rispetto per il lavoro di tanti colleghi, ricordando che la Banca ha firmato insieme ai Sindacati un accordo quadro in cui, in premessa, si è impegnata all’inclusione.
Rientri
Nello stesso incontro in cui abbiamo discusso del nuovo modello di lavoro ibrido la Banca ha annunciato una modifica nel piano di delocalizzazione del lavoro, prevedendo rientri in presenza più corposi a partire dal prossimo 15 ottobre.
Una previsione che, sebbene presentata come scelta autonoma dell’Amministrazione, sembra molto assecondare il citato Dpcm che, però, non riguarda affatto la Banca d’Italia.
Soprattutto non la riguarda perché, come emerge da molte dichiarazioni delle personalità coinvolte, obiettivo del Dpcm è rendere efficienti i servizi alla collettività. Nei regolamenti ancora non pubblicati infatti, pare emergerà un criterio di gradualità dei rientri nella PA, con priorità per le attività con sportelli al pubblico, tutele per fragili e famiglie con figli minori e ampia flessibilità oraria per evitare difficoltà coi trasporti.
Gli sportelli della Banca d’Italia non sono mai stati chiusi e operano a pieno regime già da molti mesi.
È evidente che il piano di rientri prospettato, senza previsione di tutele, rischia di risultare molto più avventato di quello che sarà emanato per la PA.
Da un punto di vista generale la situazione pandemica non è sotto controllo: i colori delle zone risentono della revisione dei parametri, ma non certo della situazione dei contagi. Il sistema dei trasporti ha scontato pesanti effetti dalla pandemia, non funziona a pieno regime e il sovrapporsi dei rientri in ufficio e delle scuole ne determinerà il sicuro collasso.
I contagi che stanno aumentando nelle scuole, con tanti casi di quarantene e l’incombere della stagione fredda e del periodo influenzale peggioreranno le cose.
Siamo in un nuovo autunno, ancora in emergenza.
Ma si sta di nuovo procedendo con scelte identiche all’anno scorso, che portarono a un lungo Natale, rosso nelle zone più che negli addobbi.
Guardando al nostro interno, non possiamo che ritenere il piano di rientri una scelta azzardata.
Soprattutto perché il contesto descritto e l’affollamento degli uffici che sta per realizzarsi non potrà che generare contagi ed è tanto più grave se si pensa che i protocolli di sicurezza – che si ribadisce sono stati al tempo adottati senza il confronto con il Sindacato – non sono stati, al momento, minimamente ritoccati in vista di questo.
Inoltre, un rientro consistente creerebbe notevoli difficoltà nella gestione familiare e negli spostamenti: è evidente che questo si risolverà in innumerevoli disagi e di conseguenza un drastico calo della produttività non imputabile ai lavoratori.
Crediamo che la Banca d’Italia come un buon datore di lavoro possa adeguatamente tener conto di quanto rappresentato.
Per i motivi descritti, la Fisac Cgil si oppone fermamente al prospettato rientro massivo.
Green pass
Infine, l’incontro ha toccato il tema dell’introduzione del green pass per l’accesso ai luoghi di lavoro.
Il dettato normativo, che coinvolge il nostro Istituto, è di dettaglio e lascia poco spazio all’interpretazione, ma sono state avanzate osservazioni su alcuni aspetti operativi ancora da chiarire.
Si introduce così, nell’ambiente di lavoro, un sistema di controlli personali sui lavoratori, che al di là dello stato di emergenza e del pensiero individuale sulla sua utilità o legittimità, costituisce un pericoloso precedente – con possibili impatti anche economici – che non ci piace.
Soprattutto perché, come osserviamo, si instaura un clima di tangibile diffidenza reciproca e spesso, purtroppo, di contrasto tra persone.
Un risultato davvero deludente dopo la terribile esperienza pandemica perché, chi lo avrebbe mai detto, fa rimpiangere la prima fase dell’emergenza, quando ci siamo trovati tutti chiusi e lontani, ma ci cercavamo sui balconi per sentirci uniti e speravamo solo di tornare ad abbracciarci presto.
Se anziché procedere unilateralmente, la Banca si decidesse a confrontarsi con il Sindacato su questi delicati temi, come da noi più volte richiesto, questa O.S. sarà pronta a fornire il pieno supporto per addivenire a soluzioni condivise nell’interesse di tutti i lavoratori, avanzando precise idee e proposte, per tutelare le condizioni di lavoro e di salute di ogni collega.
Roma, 1 ottobre 2021
La Segreteria Nazionale