CGIL CISL UIL non sottoscrivono l’accordo di BAN

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Cgil Cisl e Uil non hanno sottoscritto l’accordo sulle “misure di sicurezza per la piena ripresa delle lavorazioni presso BAN” per diversi motivi che di seguito specifichiamo.

Come a tutti noto, le misure di sicurezza adottate sono state contestate in più occasioni dalle scriventi perché la previsione dello sfalsamento orario in ingresso non è ritenuta sufficiente a garantire le condizioni di massima sicurezza nelle lavorazioni a causa della peculiarità dell’edificio, dell’assenza di ricircolo dell’aria e delle modalità di lavoro sulle macchine.

È evidente che una proposta di accordo che si apre, al primo paragrafo, affermando come, in relazione alla situazione determinatasi per effetto dell’emergenza Covid-19, occorra assicurare il pieno funzionamento della produzione delle banconote, tutelando la salute dei dipendenti, palesi l’ampliarsi di questa difformità di vedute nello stabilire le priorità.

A nostro avviso, nella situazione pandemica attuale, è prioritario tutelare la salute dei dipendenti, e solo dopo confrontarsi con le necessità produttive, prevedendo le giuste misure organizzative per la tutela della salute e sicurezza dei lavoratori.

Pertanto, non forniremo alcun avallo politico di condivisione delle responsabilità su una decisione già presa unilateralmente dalla Banca (infatti l’orario è già in vigore dal 25 maggio) ignorando gran parte  delle maggiori garanzie contenute nel protocollo Governo-Sindacati del 24 aprile scorso.

Riguardo poi alla parte economica, relegata tra le dichiarazioni a verbale, i contenuti proposti si basano essenzialmente sulla fiducia riposta nel datore di lavoro che, nella sua grande magnanimità e lungimiranza, sarebbe disposto a “tener conto” nel premio di produzione, da riconoscere al personale per l’anno 2020, di eventuali recuperi di “produttività” (non produzione!) superiori al 5% le cui modalità restano oscure.

Come resta oscura la quantificazione di un’indennità di sfalsamento orario che non verrebbe corrisposta a chi la svolge, ma verrebbe aggiunta al premio di produzione e divisa tra tutti per ripararsi dalle critiche di disomogeneità di trattamento tra Operai Junior e restante personale.

Peccato che a svolgerla saranno soprattutto gli Operai Junior, visto che ormai rappresentano il 45% della forza lavoro dello Stabilimento. Persone, con figli piccoli, a cui lo sfalsamento complicherà la vita con la ripresa della scuola.

Altro elemento importante di disaccordo riguarda lo spostamento della verifica dell’accordo del 18.12.2017 all’anno 2021. Si sa come vanno queste cose.

Noi continuiamo a credere che l’accordo sia da ripensare completamente in termini di orario di lavoro (43-45 ore a settimana sono un ritmo che non si può tenere a lungo) e sia in termini di trattamento economico degli Operai Junior (il passaggio a Operaio di III deve essere automatico e avvenire in tempi notevolmente inferiori rispetto agli attuali 6/8 anni).

Giustificare quindi un rinvio di questa discussione non è opportuno e non rappresenta l’interesse dei lavoratori.

Dispiace aver verificato oggi che al riguardo, la Banca non ha alcuna intenzione di rivedere questi aspetti, come ha dichiarato, neppure in sede di verifica: da ciò deduciamo che l'”equità” paventata dai presenti accordi si risolve solo in un compenso, transitorio ed eventuale, che in realtà non rappresenta né più né meno di quanto è doveroso corrispondere, da regolamento, in base alle prestazioni richieste in sfalsamento, con l’unica accortezza di non aggravare la situazione di estrema disparità presente tra i lavoratori.

Cgil Cisl e Uil sono abituati a firmare accordi che contengano i requisiti per essere chiamati tali. Questa ipotesi di accordo invece lascia ufficialmente mano libera al datore di lavoro sotto l’aspetto normativo ed economico tentando per di più  di conferirgli la “paternità” di accordo confederale che garantisce le condizioni di massima sicurezza dei lavoratori.

Noi non indiremo finte o vere azioni di raffreddamento e di lotta, non svolgeremo sottobanco il boicottaggio della produzione. Non fa parte della nostra storia.

Continueremo a porre la massima attenzione all’applicazione concreta delle regole di sicurezza e a sollecitare la Banca a dare ascolto alle istanze delle generazioni più giovani, anche di fronte all’assurda dichiarazione espressa oggi dalla Delegazione aziendale di non voler assolutamente rimettere in discussione l’accordo del 2017. Le giovani generazioni chiedono riconoscimento delle professionalità, del background, dell’apporto significativo che danno alla produzione.

Convinti che questa sia la strada giusta.

Roma, 28 maggio 2020

                                 LE SEGRETERIE NAZIONALI                   LA SEGRETERIA DI COORDINAMENTO

                                  FISAC/CGIL  –  FIRST/CISL                                          UILCA/UIL