Riforma delle Carriere – Un gioco a danno dei Colleghi

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L’incontro dell’11 dicembre sulla riforma delle carriere operative si è aperto col riconoscimento da parte della Delegazione aziendale di un clima di grande incertezza (o “fluidità”, per citare il termine utilizzato), determinato dalla plateale discordanza tra Falbi e Sibc.

Passando ad argomenti che ci stanno più a cuore, è stata delineata per grossi tratti la nuova ipotesi di riforma che la Banca ha in mente, senza tuttavia produrre la proposta scritta che più volte la Fisac Cgil ha chiesto.

Di seguito i tratti essenziali forniti dalla Banca sull’ossatura di questa nuova proposta, tutta ancora da definire nei dettagli.

  • Resterebbe inalterata l’attuale struttura retributiva, ma con il passaggio ad un sistema di segmenti e livelli. Questo perché la Banca ha riconosciuto il fallimento delle proposte finora avanzate sulla retribuzione, che – come la Fisac CGIL ha sempre affermato – avrebbero condotto ad una mera redistribuzione di risorse, con creazione di iniquità e di situazioni disomogenee tra i lavoratori.
  • Verrebbe introdotto un nuovo sistema valutativo, che dopo un certo numero di anni conferirebbe una sorta di “certificazione della professionalità”, basata sulla performance, sull’esperienza e sulla formazione. La formazione, intesa sia come apprendimento attraverso corsi, che “on the job”, acquisirebbe quindi rilevanza a fini valutativi e verrebbe potenziata.
  • Sarebbe prevista una maggiore flessibilità mansionistica, a detta della Banca “positiva per il dipendente”.
  • Sulla scia dell’accordo di Banconote del 2017 tra Banca, Falbi e Sibc, verrebbero introdotti livelli stipendiali di ingresso inferiori a quelli attuali, “giustificati” da un investimento formativo per i neo assunti “forte” e “strutturato”. I neoassunti rimarrebbero inquadrati in questi livelli stipendiali per 3 anni.
  • Gli Operai di III junior continuerebbero invece a mantenere i livelli stipendiali inferiori per i 6-8 anni previsti dal suddetto accordo tra Banca, Falbi e Sibc.

La Fisac CGIL rimane scettica rispetto a contenuti che non risultano ancora sufficientemente sviluppati. Ha tuttavia, da subito, esposto alcune forti perplessità:

  • L’introduzione di un salario di ingresso è inaccettabile, perché crea una categoria di lavoratori con minori diritti a parità di mansioni. A maggior ragione lo è in un contesto in cui la Banca dichiara di non voler neanche intervenire per rimediare alla stessa iniquità già introdotta a discapito degli Operai di III junior.
  • è indispensabile superare gli attuali limiti alla fruizione della formazione, per non creare discriminazioni o accentuare disparità già presenti (ad esempio con riferimento al gender pay gap). La Delegazione ha garantito questo superamento e preso nota della nostra proposta, convenendo con noi che la fruizione dell’offerta formativa resa disponibile dalla Banca presenta ad oggi numerosi paletti e sconta impostazioni normative che, nel sistema prospettato, penalizzerebbero fortemente alcuni colleghi. Ne sono esempi le attuali previsioni di riduzione delle ore di formazione per chi si assenta a lungo, ad esempio per maternità o malattia, o per chi fruisce del part time.

Immediatamente dopo l’incontro è iniziata la diffusione tra i colleghi di una serie di informazioni false da parte del Sibc. Tra queste, l’esistenza di un’alleanza non formalizzata tra Cgil, Fabi, Falbi e Uil, che sarebbe stata “vantata” unilateralmente dalla Falbi durante l’incontro del primo tavolo con la Banca.

Ribadiamo che la Fisac CGIL non ha accordi, né formali né informali, con nessuna sigla sindacale e che, per quanto ci riguarda, la trattativa con la Banca riparte dal prossimo incontro.

Con questa ennesima diffusione di fake news il Sibc vuole evidentemente tentare di mascherare il fatto che chi è stato per oltre due anni al primo tavolo non ha saputo produrre nulla al di là di pessimi accordi e continui cambi di idee e di proposte.

Evidentemente, per alcuni sindacati le riforme e i negoziati sono un gioco divertente, senza neppure troppe regole, per cui è possibile costruire maggioranze senza idee e mentire liberamente sui fatti.

Al contrario, la Fisac CGIL, con coerenza, ha sempre mantenuto la stessa visione sulla riforma, continuando a denunciare la pericolosità di quella, pessima, che il primo tavolo prospettava insieme alla Banca.

Ne è prova il fatto che, alla fine, anche altri sindacati, tra cui il sopracitato millantatore di scandali, si siano avvicinati alle nostre posizioni perché oggettivamente razionali, convincenti e soprattutto favorevoli ai colleghi della carriera operativa.

Ne è prova il fatto che, anche per gli operai, gli stessi firmatari degli accordi ne chiedono ora una revisione, per correggere le storture che a lungo la Fisac CGIL ha denunciato e introdurre le garanzie da noi a suo tempo proposte. Ci dispiace solo che la rottura del primo tavolo Falbi-Sibc non si sia consumata a quel tempo, per evitare anche quel brutto accordo.

Il tempo della cronaca scandalistica e della propaganda senza contenuti deve finire, nell’interesse dei lavoratori.

I fatti hanno ormai mostrato chiaramente chi lavora seriamente per i colleghi e chi invece sa solo giocare d’azzardo, bluffare e sparigliare le carte, con grande vantaggio della Banca.

I colleghi riflettano su questo e diano sostegno a chi li tutela con serietà.

Roma, 13 dicembre 2019

La Segreteria Nazionale