Vigilanza sui gruppi cooperativi – Occorre chiarezza sul futuro dei colleghi

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In data di ieri, con la lettera (Prot.n. 408/19), la Fisac Cgil ha sollecitato alla Banca un incontro sulla Vigilanza sui Gruppi bancari cooperativi.

Lo scorso luglio, infatti, la nostra O.S. aveva denunciato (Leggi Volantino) la situazione di incertezza che si è creata in seguito alla riforma della Funzione di Vigilanza, in particolar modo sotto i profili organizzativo e di coordinamento, ma anche sotto il profilo della pianificazione delle attività e delle risorse coinvolte nell’attività di supervisione sulle BCC.

Nessuna risposta è tuttavia pervenuta dalla Banca in merito a una convocazione delle OO.SS. per un incontro che delineasse in modo trasparente la situazione e i progetti futuri.

Ma mentre trascorreva l’estate dietro una parvenza di apparente “calma piatta” è noto invece che il processo sia andato avanti: l’interlocuzione con la BCE è proseguita.

Tuttavia, da quanto risulta, il quadro che si delinea è tutt’altro che definito, tanto da far dubitare dell’esistenza di una chiara strategia in materia.

Infatti, se da una parte non è ancora chiaro in che modo il ripensamento dei compiti conseguente alla riforma impatterà sui carichi di lavoro (in termini di mole di attività, di distribuzione e di risorse coinvolte), dall’altra sembra del tutto lasciata al caso la gestione della complessità organizzativa e le modalità di coordinamento, sia internamente (membri dei JST – Filiali capopolo – Filiali collegate) sia nei rapporti con la BCE.

In questo contesto di indeterminatezza è chiaro come la mancanza di trasparenza comunicativa stia generando nei colleghi apprensione e disorientamento crescenti, con percezioni contrastanti che vanno dal timore di una mancanza di adeguato coinvolgimento nei nuovi compiti, a quello di sperimentare volumi e picchi di lavoro non programmabili.

In particolare occorre tener presente che attualmente le competenze necessarie a condurre in modo adeguato l’attività di supervisione sulle BCC sono patrimonio del personale addetto alle Filiali, mentre il venir meno della prossimità tra soggetto vigilante e vigilato potrebbe condurre a una minore efficacia dell’azione di vigilanza, con evidente danno per la tenuta del sistema e dell’economia nel complesso. La perdita delle conoscenze e delle professionalità presenti, a livello locale, nelle Divisioni di Vigilanza sono elementi che non sarà possibile ripristinare una volta che vi si sarà rinunciato.

Per questo è fondamentale un’ampia partecipazione delle Filiali alla Vigilanza sulle BCC ma occorre anche pianificare attività, incarichi e ruoli in maniera strutturata, procedendo con regole e non per eccezioni improvvise, su istanze singole da fronteggiare magari in tempi brevi (un esempio del caso è il recente sollecito pervenuto alle Filiali sulle procedure di fit and proper assessment per i Cda, da evadere in tempi brevissimi. Stiamo parlando di circa 1.000 esponenti oggetto di FAP Assessment nel 2019).

Occorre inoltre programmare con urgenza un’adeguata formazione dei lavoratori sulle procedure e i metodi SSM che verranno introdotti nel nuovo modello di supervisione.

Dal nostro punto di vista, ribadiamo che, sebbene la questione della riforma della Vigilanza sia stata fatta passare dalla Banca come un mero intervento organizzativo su cui vantare la propria autonomia decisionale, in concreto, per la forma che può prendere e gli effetti che produrrà, tale riforma avrà rilevanti impatti su lavoratori e lavoro, sui compiti istituzionali, sul Paese.

Le implicazioni della riforma per i lavoratori sono moltissime e vanno dalla necessità di coordinamento all’adeguata stima e rilevazione dei carichi di lavoro e degli organici necessari, dalla formazione alla valutazione del personale, dalla pianificazione delle attività alla gestione degli scambi comunicativi.

Per questi motivi la Fisac Cgil ha sollecitato un incontro, da svolgersi con urgenza, al fine di fornire risposte e indirizzi adeguati per i tanti colleghi coinvolti nella riforma.

Lungi dall’accontentarci nuovamente in caso di mancata risposta all’appello, siamo pronti a intervenire a livello confederale e tramite i sindacati europei perché sia fatta chiarezza sul futuro professionale di tutti i lavoratori della Banca d’Italia.

Roma, 27 agosto 2019

La Segreteria Nazionale