Riforma delle Carriere Operative – Chi ci rimette cosa

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Nel pomeriggio di oggi si terrà un nuovo incontro sulla riforma delle Carriere Operative, che a dire della Banca sarà incentrato sulla progressione stipendiale e sulla parte retributiva, con particolare riferimento ai meccanismi di “premialità economica” del merito.

Sgombriamo il campo da ogni possibile dubbio: anche oggi la Fisac CGIL ribadirà che il nuovo sistema nell’Area Operativa dovrà basarsi su un modello collaborativo e non competitivo.

Una riforma “sensata” dovrebbe tendere a migliorare e non peggiorare la situazione attuale e prospettica di tutti i colleghi, compresi i futuri neoassunti.

In Banca, purtroppo, abbiamo una lunga, lunghissima storia di accordi “pagati” – in termini economici e mansionistici – dai colleghi, attuali o futuri.

Chi ha dimenticato gli accordi del 1996, che aumentarono i tempi di promozione da Vice Assistente ad Assistente da 4 anni a 6-8 anni (per cd. “merito”)?

O l’accordo del 2002, che scaricò sui Vice Assistenti che sarebbero stati assunti di lì in avanti le mansioni ex Se.ge.si (riforma i cui nefasti effetti risultano più evidenti con i pensionamenti in atto)?

O ancora il recente accordo sul Servizio Banconote, che ha creato la figura dell’Operaio di 3^ Junior, sottopagato rispetto ai colleghi già in Banca, con nessuna speranza di recuperare nel tempo l’importo d’ingresso penalizzante?

Ora, come allora, non accetteremo un accordo che, in mancanza di risorse messe dalla Banca, faccia pagare il prezzo di una riforma ai colleghi o ai futuri neoassunti.

Visti i rischi sopra accennati, vogliamo fare il punto, grado per grado, delle criticità da noi rilevate alla luce delle informazioni fino a questo momento fornite dalla Delegazione aziendale.

VICE ASSISTENTI

Indipendentemente dagli anni di permanenza nel segmento, non perderebbero il trascinamento delle mansioni ex Se.ge.si. La riforma dovrebbe invece essere un’occasione, meglio se con la creazione di un terzo segmento, per agire visibilmente in tale senso.

Verrebbero inquadrati in un macrosegmento con un calderone mansionistico” molto ampio – probabilmente impoverito delle mansioni più qualificanti – in cui l’attribuzione dei compiti verrà decisa discrezionalmente dai gestori di risorse.

Manterrebbero lo scatto unico, di importo molto basso rispetto al resto della compagine.

Rispetto alla situazione attuale potrebbero subire perdite retributive (e previdenziali) dalla creazione di scatti biennali posticipati e dal venir meno dei “gradi” e quindi dello “scalino” salariale aggiuntivo legato alla promozione da Vice Assistente ad Assistente (circa 3.000 euro).

Il premio di reinquadramento consisterebbe in uno scatto “unico”, di modesto importo, con conseguente ulteriore aumento del gap stipendiale rispetto al resto della compagine.

ASSISTENTI, ASSISTENTI SUPERIORI E PRIMI ASSISTENTI

Se assunti come Vice Assistenti dopo gli accordi del 2002, conserverebbero il trascinamento delle mansioni.

Potrebbero subire un demansionamento, dovuto sia alla scomparsa dal mansionario degli “Operatori di sistema” di alcune attività qualificanti attualmente presenti nel mansionario degli Assistenti, sia alla crescita eccessiva del peso del segmento “Supervisori” sul totale dell’Area Operativa, che finirebbe per “attrarre” verso l’alto le mansioni più qualificate.

Subirebbero, come tutto il segmento Operatori, la discrezionalità nell’attribuzione dei compiti derivante dal trovarsi in un macrosegmento con un calderone mansionistico molto ampio.

Come tutto il resto dell’Area Operativa, potrebbero subire perdite retributive (e previdenziali) dalla creazione di scatti biennali posticipati e dalla perdita dello “scalino” salariale aggiuntivo legato alla promozione di grado (es. da Assistente ad Assistente Superiore, per oltre 6.000 €).

Ci chiediamo anche che cosa succederà dopo il massiccio passaggio di 300/500 colleghi in 3/5 anni nel segmento dei Supervisori; probabilmente ci sarà un brusco arresto nel numero dei posti messi a bando con una perdita secca di possibilità per i più giovani di Banca che vedranno una prospettiva di carriera venire meno.

Inoltre, in mancanza di opportuni interventi, coloro che – avendo già superato un concorso – si trovano attualmente nella graduatoria per diventare Coadiutori, potrebbero essere penalizzati da un ingresso consistente di colleghi che, tra l’altro, effettueranno una prova diversa.

COADIUTORI E COADIUTORI PRINCIPALI

Non avrebbero la possibilità di sostenere una prova per il reinquadramento ad Expert, a causa della chiusura della Banca sull’argomento.

Non avrebbero garanzie di incremento del numero dei posti messi a concorso annualmente per Consigliere e neanche della riduzione dei tempi necessari per poterlo sostenere.

Subirebbero un demansionamento “di fatto” per la notevole crescita del peso del segmento sull’intera area: il massiccio ingresso nel segmento di colleghi tramite concorso interno non sarebbe bilanciato da uscite corpose verso il Segmento Consigliere e da assunzioni consistenti nel Segmento Operatori.

In parole povere: ci sarebbero troppi supervisori per poche mansioni qualitativamente significative e infatti la Banca dichiara apertamente di voler ridurre il ruolo di “coordinatore” e accentuare quello di “specialista” del Coadiutore (o Supervisore che dir si voglia).

Analogamente al resto dell’Area Operativa, i Coadiutori potrebbero subire perdite retributive (e previdenziali) dalla creazione di scatti biennali posticipati e dalla perdita dello “scalino” salariale aggiuntivo legato alla promozione da Coadiutore a Coadiutore Principale (oltre 3.000 €).

PROFILO OPERAIO

Valgono per questo profilo una serie di criticità già evidenziate per il profilo Amministrativo (ad esempio le problematiche retributive per l’Operaio di 3^, analoghe a quelle del Vice Assistente), con alcune ulteriori “peculiarità”.

La riforma potrebbe e dovrebbe essere un’occasione per rimuovere le iniquità retributive, e non solo, che colpiscono l’Operaio di 3^ Junior; questi, pur svolgendo mansioni identiche ai propri colleghi, percepisce uno stipendio molto più basso e ha la possibilità di avanzare al grado di Operaio di 3^ solo dopo 6-8 anni. Inoltre, al momento del passaggio non vedrà riconosciuta in termini stipendiali la propria anzianità di servizio.

Alcuni interventi sul mansionario lasciano immaginare che alcune attività più qualificanti, oggi in capo al profilo Operaio, verrebbero “cedute” al profilo Amministrativo o Tecnico. Tra queste, a titolo di esempio, si citano le attività comunemente note come “progettazione grafica”.

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La nostra non intende essere una critica aprioristica o fine a sé stessa dell’impianto (pur provvisorio) della riforma.

Riteniamo, al contrario, che i colleghi debbano essere informati in maniera completa e trasparente sulle possibili insidie di questa riforma, sugli aspetti negativi come su quelli positivi. Di questi ultimi vi riferiremo quando ne troveremo.

Roma, 9 aprile 2019

La Segreteria Nazionale