Incontro informativo del 4 marzo 2019 – Riorganizzazione UIF e Funzione Statistica

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INCONTRO INFORMATIVO DEL 4 MARZO 2019

RIORGANIZZAZIONE UNITA’ INFORMAZIONE FINANZIARIA E

FUNZIONE STATISTICA

Nella giornata del 4 marzo 2019, si è svolto l’incontro concernente la riorganizzazione dell’Unità di Informazione Finanziaria per l’Italia (UIF) e del Dipartimento Economia e Statistica – Servizi RES e TCA.

Di seguito, una sintesi dei contenuti dell’intervento prospettato dalla Banca (sui cui dettagli si rimanda al LINK) e alcune delle osservazioni della Fisac CGIL.

Nei prossimi giorni, seguirà invio formale alla Banca di più articolate osservazioni.

UNITA’ INFORMAZIONE FINANZIARIA (UIF)

Il progetto di riforma prevede la trasformazione di due settori in divisioni e la creazione di una nuova Divisione per l’analisi finanziaria delle operazioni sospette. Pertanto, le divisioni dell’Unità passeranno da 7 a 10: due in più nel Servizio OPS (Operazioni Sospette) e una in più nel Servizio ARI (Analisi e Rapporti Istituzionali).

In particolare, verranno create: la Divisione Operazioni Sospette 3, che svolgerà le medesime funzioni attualmente incardinate presso le divisioni “Sospette 1” e “Sospette 2” con una redistribuzione dei carichi verosimilmente su base geografica; la Divisione Settori speciali e contrasto del finanziamento del terrorismo, che nasce dalla trasformazione del Settore attualmente previsto nell’ambito della Divisione Gestione delle Informazioni (che verrà denominata Divisione Gestione patrimonio informativo e acquisirà le nuove funzioni in materia di “comunicazioni oggettive”); la Divisione Coordinamento ispettivo e analisi delle irregolarità, che acquisirà le funzioni in materia di pianificazione ispettiva, di revisione dei rapporti ispettivi, di manutenzione della guida ispettiva e di tipo segretariale per la Commissione consultiva per l’esame delle irregolarità (in merito ai provvedimenti sanzionatori), attualmente svolte da un Settore nella Divisione Normativa e rapporti istituzionali.

La Fisac CGIL condivide l’obiettivo di rafforzare il presidio della funzione istituzionale dell’Unità, ma sottolinea la presenza di alcune criticità e di ulteriori margini di miglioramento.

In premessa, si osserva che alla luce dell’esponenziale aumento dei carichi di lavoro dell’Unità, riveniente anche dal mutare del quadro normativo e delle richieste di diverse Autorità non solo nazionali, deve essere previsto un congruo adeguamento quantitativo delle risorse destinate alla UIF.

In caso contrario, la riforma si tradurrebbe solamente in un ampliamento delle posizioni organizzative.

Peraltro, la Fisac CGIL ha sottolineato l’importanza che sia assicurata alla UIF una sede adeguata alla delicatezza delle funzioni svolte e al ruolo istituzionale ricoperto, nonché all’auspicato adeguamento della dotazione di personale.

In merito alla riorganizzazione dell’Unità, si osserva che la struttura prospettata non sembra dedicare una giusta attenzione al tema dell’attività ispettiva svolta dalla UIF, in quanto non risulta definito come e da chi saranno composti i gruppi ispettivi, prevedendosi unicamente che le funzioni di pianificazione/coordinamento siano svolte da una nuova Divisione.

In una logica di potenziamento dell’attività in argomento, risulterebbe auspicabile prevedere, nell’ambito della nuova Divisione “coordinamento ispettivo”, un nucleo ispettivo qualificato (composto da un pool di esperti UIF), con aggregazione di diverse risorse dell’Unità.

Questo team di “esperti”/capigruppo garantirebbe omogeneità di approccio, scambio di informazioni, formazione delle risorse di volta in volta coinvolte nei gruppi ispettivi (che sarebbero individuate all’interno dell’UIF ovvero, all’occorrenza e per specifiche esigenze, anche in altre Unità organizzative della Banca).

Inoltre, la ripartizione di funzioni in merito agli scambi informativi con le FIU estere tra la Divisione Cooperazione internazionale e le divisioni competenti per l’analisi finanziaria, rischia di rendere farraginosa e lenta l’interlocuzione con la rete internazionale delle FIU, che necessariamente deve essere improntata a principi di tempestività, efficienza ed efficacia, come richiesto anche dalle norme internazionali; ciò nonostante l’attivazione di una procedura dedicata che ha consentito di procedimentalizzare il relativo iter.

Una soluzione potrebbe essere, ad esempio, concentrare l’attività di elaborazione delle relative richieste di informazioni, sulla base delle indicazioni degli analisti, nella Divisione Cooperazione internazionale.

Infine, secondo la Fisac CGIL andrebbero creati nuovi settori, superando l’attuale modello delle aree, anche per garantire la crescita professionale delle risorse dell’Unità.

In relazione alla copertura delle nuove posizioni organizzative, la delegazione Aziendale ha assicurato che lo strumento utilizzato sarà quello delle vacancy.

FUNZIONE STATISTICA – DIPARTIMENTO ECS

L’intervento organizzativo prospettato prevede, tra l’altro: il trasferimento della Divisione Statistiche sull’Estero dal Servizio RES al servizio AST; l’acquisizione da parte della Divisione Elaborazioni e Amministrazione Basi dati del Servizio RES del compito di produrre le statistiche relative agli aggregati monetari e creditizi e ai tassi di interesse, fino ad ora in capo alla “chiudenda” Divisione Statistiche monetarie e finanziarie del Servizio AST; la creazione all’interno del Servizio RES della nuova Divisione Segnalazioni statistiche di vigilanza armonizzate, che acquisirà dalla Divisione Segnalazioni Creditizie e finanziarie l’attività di raccolta dei dati derivanti dalle segnalazioni armonizzate di vigilanza secondo gli standard EBA.

L’obiettivo è quello di ottenere guadagni di efficienza, prevedendo ad esempio l’integrazione verticale del processo di produzione delle statistiche relative alla bilancia dei pagamenti (accorpate nella Divisione Bilancia dei pagamenti del Servizio AST) o il raggruppamento delle rilevazioni sul turismo e sui trasporti internazionali, del direct reporting e del relativo processo sanzionatorio, nella Divisione Indagini campionarie di AST, in ragione di una presunta omogeneità dei metodi di lavoro, sulla quale la Fisac CGIL non concorda.

Le modifiche diventerebbero effettive al termine di una fase transitoria (la cui durata peraltro non è stata chiarita).

Tale fase transitoria appare priva di significato, considerato che l’assetto definitivo è stato già dettagliatamente delineato nel documento presentato dalla Banca.

Diverso sarebbe stato se la riforma avesse previsto, in un primo momento, il mero trasferimento dell’attuale Divisione Statistiche sull’estero da RES a AST e, solo in seguito a un’approfondita comprensione di tutti i processi, la valutazione dello scenario più efficiente con un’attenzione alla salvaguardia delle professionalità del personale.

Considerando poi l’assetto “a regime”, la Fisac CGIL evidenzia come l’attribuzione alla Divisione Indagini campionarie di AST delle rilevazioni attualmente gestite dalla Divisione Statistiche sull’estero, è in forte contraddizione con l’obiettivo generale della riforma, che mira a salvaguardare l’efficienza derivante dall’integrità della filiera.

Tali indagini infatti, a differenza di altre rilevazioni destinate a molteplici usi, rappresentano una fonte specificamente dedicata alla produzione delle statistiche sull’estero. Esse devono quindi seguire, nel continuo, l’evoluzione della relativa normativa internazionale e della crescente domanda di informazioni tempestive, dettagliate e di qualità. Sarebbe stato quindi più razionale lasciare collocate tali rilevazioni, fin dalle fasi di definizione metodologica, all’interno del processo di produzione dei dati.

Inoltre, l’assetto prefigurato potrebbe determinare una netta perdita di efficienza e qualità dei processi, in quanto disperderebbe la sinergia che si è raggiunta nel tempo tra “compilatori” e “validatori” e tra questi ultimi e i segnalanti, frutto di continue interazioni nella fase di controllo della qualità dei dati e nell’interpretazione di fenomeni nuovi e complessi che caratterizzano le transazioni internazionali. Appare infatti difficile che tale circolo virtuoso possa ricrearsi dopo la prospettata separazione di funzioni, tenuto conto delle rigidità tipiche dei rapporti formali tra divisioni distinte.

Un’ultima considerazione, di pari rilevanza, riguarda l’aspetto logistico: il personale di due divisioni del dipartimento ECS si troverà distribuito in poli molto distanti tra loro, con dipendenti fisicamente separati dai vertici del Servizio e, nell’assetto prefigurato, anche dai vertici della propria Divisione. Tale distanza fisica, oltre a porre evidenti problemi di gestione quotidiana delle attività e a non favorire un reale processo di osmosi, potrebbe non consentire, al personale collocato lontano dal centro direzionale della propria struttura di appartenenza, un accesso paritetico (solo parzialmente garantito dai mezzi tecnologici) alle opportunità professionali e formative offerte ai dipendenti, con possibili conseguenti penalizzazioni anche negli sviluppi di carriera.

Roma, 7 marzo 2019

La Segreteria Nazionale