Orario di lavoro e tornelli – Siparium: la vela strappata

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Come noto, la Banca ha informato le OO.SS. della necessità che i colleghi effettuino timbrature non valorizzate ogni volta che si allontanano dal posto di lavoro.

Tra l’altro, a fine 2018 la stessa Amministrazione faceva formalmente presente che, allo scopo, avrebbe provveduto ad effettuare le opportune modifiche alla procedura Siparium, affinché rimanesse a carico del dipendente solo la parte eccedente i 15 minuti di “pausa”, purché l’assenza non superasse i 30 minuti.

Nel frattempo, a Roma e in molte strutture periferiche si è progressivamente avviato il nuovo sistema di timbrature con la conseguenza che, nelle more delle modifiche della procedura, molti colleghi si sono trovati a dover recuperare per intero le assenze superiori ai 15 minuti.

La Fisac CGIL ha già sottolineato formalmente alla Banca tale forzatura, chiedendo – tra l’altro – la sospensione dell’applicazione delle timbrature ai tornelli fintanto che la procedura non le supporterà. Invece di attendere l’adeguamento di Siparium, la Banca ha voluto comunque procedere all’avvio del nuovo sistema, che pure non mostrava alcun carattere d’urgenza.

Com’era ovvio, l’atteggiamento della Banca ha creato, oltre ai noti disagi, enorme malcontento tra i colleghi, dato che gli stessi utilizzano l’eventuale pausa in modo del tutto in linea con i tempi e le necessità dei compiti lavorativi.

Tuttavia, mentre tarda ancora un aggiustamento della procedura che la renda coerente con quanto deciso dal tavolo sindacale, sopravviene, quale pavido tentativo di soluzione del problema, un’indicazione collocata in calce alla busta paga di gennaio: “Eventuali effetti economici in busta paga, connessi alla gestione delle timbrature dopo l’installazione dei tornelli, saranno sistemati previa soluzione dei singoli casi”. Affermazione tanto oscura nella concreta applicazione quanto poco rispettosa dei colleghi. La Banca ci dice infatti che l’anomalia è la normalità, mentre la giusta regola verrà applicata, forse – e non si sa come e da chi – intervenendo sui singoli casi.

Sembra a questo punto doveroso sollevare una più ampia questione, di merito e di metodo, su come la Banca agisce.

Infatti, allargando la visione, emerge in modo lampante come tutta la tematica dell’orario di lavoro necessiti di un’urgente e ampia manutenzione negoziale; a partire dai vari aspetti di un moderno smart working – anche in relazione alle innovazioni tecnologiche – per arrivare agli orari particolari e più in generale, ad un più efficiente sistema di conciliazione tra tempi di vita e di lavoro, visti anche gli impatti delle continue riorganizzazioni aziendali.

La Fisac CGIL, insieme ad altre sigle, ha più volte richiesto la convocazione dell’Osservatorio sull’orario di lavoro – da un anno sospeso per ragioni non dichiarate, nonostante sia prevista dagli accordi una convocazione con cadenza semestrale – primo passo per gestire le tante problematiche attuali, considerando, tra l’altro, che in esso veniva fornita alle OO.SS. un’ampia reportistica, utile a individuare le criticità e a indirizzare le proposte sul tema.

Invece, con il complice silenzio del primo tavolo, la Banca non ha ancora convocato alcuna sede di confronto, nonostante l’evidente e urgente necessità di avviare un negoziato complessivo sull’orario di lavoro.

Considerato l’ingiustificato protrarsi di questo immobilismo, la Fisac CGIL ha intenzione di chiedere di nuovo, formalmente, la convocazione dell’Osservatorio sull’orario di lavoro e di un apposito incontro negoziale.

In caso di ulteriori dinieghi – espliciti o impliciti – saranno evidenti ai colleghi le responsabilità.

Roma, 29 gennaio 2019

  La Segreteria Nazionale