Informativa sugli organici – Continua il declino della Banca d’Italia

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Nell’incontro di ieri, la Banca ha fornito l’informativa sui flussi di assunzione e di avanzamento per l’anno 2019. In proposito, vale la pena fare alcune osservazioni.

La prima è che ad oggi il personale della Banca è sceso a 6.365 unità (dato al 31 ottobre u.s.), un calo che sembra inarrestabilee senza precedenti anche paragonato alle Banche Centrali dei principali Paesi dell’Eurozona.

La situazione negativa è talmente vistosa che siamo sempre più lontani dalla previsione fatta dalla Banca stessa, cioè quella di avere una compagine del personale di 6.813 unità per il 2019.

Per confronto, ricordiamo che a fine 2017 la Banque de France aveva 11.021 dipendenti full time equivalent (leggi) mentre la Bundesbank 9.965 (leggi), con un complesso di compiti istituzionali non maggiore del nostro. Evidentemente, il vertice della Banca d’Italia continua a fare scelte diverse in ambito di ciò che “rimane” alle Banche Centrali Nazionali, anche dopo l’Unione Bancaria.

Il secondo aspetto è la composizione per carriere. Ad oggi, oltre il 46% del personale fa parte della carriera manageriale (in un anno abbiamo avuto un aumento dell’1,14%); è chiaro che di questo passo la composizione del personale sarà paritaria tra “operativi” e “direttivi” e già oggi, in A.C. il 54% del personale appartiene alla carriera direttiva.

È ovvio che qualcosa non torna.

Il punto è che sono stati definiti manageriali compiti non attinenti a quella carriera per motivi di puro marketing della riforma.

Inoltre, domandiamoci che senso abbia che metà del personale abbia un contratto e metà un altro. Una divisione che risponde a una pura logica di interessi del Vertice e di qualche Sindacato.

Ricordiamo, solo per fare un esempio, che ancora nel 2000, quando la Banca aveva oltre 8.500 dipendenti, i Dirigenti e i Direttivi erano circa 1.900. Forse dopo una quindicina d’anni l’organizzazione del lavoro è mutata a tal punto o l’efficienza dei nostri dirigenti è talmente calata da esigere un raddoppio del numero di manager per addetto?

E non ci vengano a dire poi che nel bilancio la spesa per il personale è aumentata a dismisura, come fosse colpa nostra. Ognuno si assuma le proprie responsabilità.

La Fisac CGIL propone da tempo una soluzione efficiente e logica, come l’esempio del settore del credito mostra chiaramente: un unico contratto con all’interno un’Area Operativa, un’Area Quadri (vera) e un’Area Manager (vera). Si perpetua invece una futile divisione del personale.

L’altro aspetto interessante riguarda il rapporto tra centro e periferia.

Le Filiali rappresentano oggi il 34,94% del personale. Denunciamo il fatto che, in ogni modo, il peso delle Filiali continuerà a scendere per l’assurda politica di smembramento in atto ormai da oltre 10 anni.

Saremo i primi a sottolineare una inversione di tendenza nel caso la si rilevasse chiaramente, in atti che vadano contro corrente rispetto alla quotidiana certificazione dello stato di declino in cui versa la rete. Declino reale, nonostante le iniziative che la Banca sostiene di aver messo sul tavolo…a personale invariato (o in calo).

Il declino del personale e delle attribuzioni della Banca d’Italia non sono scritti sulla pietra, ma costituiscono la naturale conseguenza delle scelte compiute dal gruppo dirigente. 

Scelte sbagliate, anche nei numeri ampiamente insufficienti indicati nell’informativa.

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Nel corso dell’incontro la Delegazione Aziendale ha annunciato la prossima installazione dei tornelli per la rilevazione degli accessi negli edifici di Banca.

L’intervento interesserà tutte le strutture gradatamente, iniziando dai palazzi dell’area romana.

Il fine dichiarato è quello di innalzare i livelli di sicurezza e migliorare la tutela di tutti coloro che si dovessero trovare in Banca in caso di emergenza.

Al di là delle esigenze aziendali espresse, emerge la necessità di approfondire la questione in ordine alle modalità dello “stare in banca” da parte dei colleghi.

Sulla questione specifica, poi, la Fisac CGIL ritiene che la sicurezza degli stabili dell’Istituto deve trovare una giusta sintesi con le esigenze dei dipendenti e con le caratteristiche dello specifico posto di lavoro, prendendo ad esempio anche alcune esperienze già in essere.

Torneremo nei prossimi giorni sulla materia.

Roma, 15 novembre 2018

             La Segreteria Nazionale