53 anni, 5 figli

Quarto stato

 

Apprendiamo con costernazione e amarezza che, nella nottata, un operaio è stato ucciso mentre manifestava davanti ai cancelli della propria azienda.

L’uomo è stato travolto e schiacciato da un tir che ha voluto forzare il blocco in atto davanti alla SEAM, un’azienda di logistica del piacentino.

La manifestazione e lo sciopero erano stati indetti per il mancato rispetto, da parte aziendale, degli accordi stipulati per la stabilizzazione dei lavoratori precari a tempo determinato.

Un uomo che lottava per i diritti dei lavoratori ha pagato con la vita il suo impegno, la sua solidarietà, il suo mettersi a disposizione degli interessi della collettività.

L’acritica adesione ai modelli imposti dal liberismo selvaggio ha prodotto tangibili passi indietro nella tutela dei diritti di chi lavora, ha piegato il mondo del lavoro alle logiche del profitto imponendo le ragioni dell’azienda e non quelle del lavoratore e dell’essere umano al centro dei rapporti tra aziende e lavoratori.

Tutto ciò ci ha trasportato rapidamente a tempi e a barbarie che pensavamo lontani.

Il dolore per la morte di un uomo, padre di cinque figli, non rimanga fine a se stesso ma si traduca in consapevolezza tra i lavoratori che un mondo diverso, più vicino agli interessi e ai bisogni reali delle persone, sia necessario.

Roma, 15 settembre 2016

La Segreteria Nazionale