Ristrutturazione Rete Periferica – Avviato il confronto negoziale

Bandiere

 

Dopo aver ricevuto gli atti del Consiglio Superiore, le scriventi OO.SS. non si sono sottratte al “confronto negoziale”.

È stato ribadito che la Riforma deliberata è sbagliata, perché danneggia l’Istituzione, i cittadini, le colleghe e i colleghi. Abbiamo dichiarato che il negoziato deve conseguire l’obiettivo di “ammortizzare i devastanti danni”.

Premessa indispensabile deve essere il rinnovo delle precedenti misure di accompagnamento: il rifiuto sin qui opposto dalla delegazione aziendale non giova al rasserenamento dei rapporti tra le parti.

Falbi, First-Cisl, Fisac-Cgil, Uilca-Uil ritengono che la priorità assoluta è data dalla “MASSIMA TUTELA DELLE COLLEGHE E DEI COLLEGHI IMPOSSIBILITATI AD ACCEDERE A FORME DI PREPENSIONAMENTO O INDISPONIBILI AD ESSERE TRASFERITI FUORI DALLA LORO ATTUALE RESIDENZA DI LAVORO”.

In tale ambito E’ INNEGABILE che sia oltremodo necessaria l’individuazione di interventi “ad hoc” di particolare spessore a favore delle colleghe e dei colleghi già interessati dalla precedente ristrutturazione.

La delegazione aziendale, ancor prima di entrare nel merito delle molteplici problematiche da affrontare, HA AFFERMATO che quanto sostenuto da CIDA-DASBI e SIBC in tema di “istituto di accompagnamento all’uscita per il personale addetto a tutta la rete territoriale” NON RISPONDE AL VERO. Ciò in quanto a tutti i colleghi che conseguono il diritto a pensione entro il 31.12.2018, tra il momento dell’opzione e la maturazione del diritto a pensione, NON SAREBBE RICONOSCIUTO L’ASSEGNO DI SOSTEGNO (75% dell’ultima retribuzione pensionabile), ma ESCLUSIVAMENTE UN’INDENNITA’ UNA TANTUM commisurata all’intervallo tra la data di maturazione del diritto a pensione e quella di collocamento a riposo d’ufficio.

L’inganno perpetrato a danno dei colleghi non ha precedenti ed è GRAVISSIMO. Ancor più grave è il tentativo del Sibc di sottrarsi alle proprie responsabilità chiamando in causa qualche “amichetto” presunto alto dirigente del Servizio RIU e sostenendo di avere “copiato” quello che aveva scritto il CIDA !?!

Le scriventi Segreterie Nazionali hanno ribadito che la TUTELA delle Filiali e delle Divisioni Delocalizzate di Vigilanza interessate dalla ristrutturazione decisa dall’Amministrazione Centrale può essere assicurata a condizione che:
– sia consentito, a coloro che ne facciano richiesta, di mantenere la residenza attraverso il “telelavoro” o il distacco presso altri Enti presenti in quella residenza;
– la Banca utilizzi i locali della Filiale, ovvero locali di minore dimensioni, per installare le postazioni per il telelavoro prevedendo, altresì, uno “sportello di cortesia” al servizio dei cittadini.

In tal modo si coniugherebbe la necessità di assicurare un presidio dell’Istituzione, con la tutela delle colleghe e dei colleghi.

Le colleghe e i colleghi che manifestassero l’adesione alla mobilità volontaria incentivata dovranno avere diritto a raggiungere le sedi da essi indicate in qualunque Regione siano situate e con un trattamento economico molto più significativo di quello già proposto al Cida-Dasbi.

Medesima considerazione riguarda l’indennità di prima sistemazione, il contributo sul canone di affitto, quello di pendolarismo e quello per i figli di età fino a 18 anni.

ABBIAMO RESPINTO, NEL MODO PIU’ FERMO ED ASSOLUTO, LA PROPOSTA DELLA BANCA DI CHIUDERE LA POSSIBILITA’ DI ESERCITARE L’OPZIONE ENTRO APRILE 2016:

UN RICATTO INACCETTABILE: l’opzione dovrà essere esercitata entro il 31.12.2018.

MISURE DI ACCOMPAGNAMENTO ALL’USCITA

Le nostre osservazioni critiche e le nostre proposte si sono concentrate, in questo primo incontro, su quanto di seguito indicato:

1. attribuzione dell’assegno di sostegno dal momento della cessazione fino alla maturazione della pensione PER LE COLLEGHE E I COLLEGHI CHE CONSEGUONO DIRITTO A PENSIONE ENTRO I 6 ANNI SUCCESSIVI AL 31.12.2020 (anziché 2018);
2. attribuzione di una indennità una tantum determinata con riferimento al periodo intercorrente tra la data di maturazione della pensione e quella di collocamento a riposo d’ufficio, a favore dei colleghi che conseguono diritto a pensione entro il 31.12.2020 (anziché 2018).

Per le colleghe e i colleghi che non avessero già maturato i requisiti per accedere alle previsioni di cui ai punti 1 e 2, abbiamo richiesto che quelle possibilità possano essere esercitate nel corso di un numero di anni successivi da individuare, qualora in quegli anni maturassero i requisiti.

Con riferimento all’indennità una tantum, A FAVORE DEI COLLEGHI ADDETTI A TUTTA LA RETE TERRITORIALE, CHE CONSEGUONO IL DIRITTO A PENSIONE ENTRO IL 31.12.2018, sulla base della distanza temporale tra la data di maturazione del diritto a pensione e quello di collocamento a riposo, Falbi, First-Cisl, Fisac-Cgil, Uilca-Uil HANNO RIVENDICATO:

1. l’individuazione, entro il 31.12.2020, della data utile per la maturazione del diritto a pensione e, in aggiunta all’indennità una tantum, la previsione di un ASSEGNO DI SOSTEGNO PARI AL 75% dell’ultima retribuzione pensionabile;
2. l’estensione della previsione ALLE COLLEGHE E AI COLLEGHI ADDETTI ALL’AREA ROMANA.

Sarebbe incomprensibile l’esclusione di quei colleghi e inaccettabile l’ipotesi di una possibile estensione a condizione che si sottoscriva la RIFORMA DELLE CARRIERE e non si dichiari la presenza di esuberi e di difficoltà logistiche nella riallocazione del personale.

Alla domanda posta dalle scriventi, tendenti a conoscere quale sarebbe il collegamento del prepensionamento con la “riforma delle carriere”, il Capo della delegazione aziendale ha fornito una risposta tragicomica: “considerato che la riforma comporterebbe un peggioramento della retribuzione a causa della riduzione del valore degli scatti, alcuni colleghi potrebbero decidere di non attendere il pensionamento d’ufficio per non subire la nuova riforma.

Sarebbe questa la RIFORMA che vogliono le colleghe e i colleghi? La verità, a volte, tarda a farsi strada, ma quando si scopre è deflagrante.

Nel prossimo incontro la delegazione aziendale dovrà fornire risposte alle nostre rivendicazioni e le scriventi avanzeranno ancor più specifiche proposte sulle diverse tematiche.
Fondamentali saranno le risposte della Banca al conseguimento dell’obiettivo più rilevante: “la tutela delle colleghe e dei colleghi delle Filiali interessate che non potranno usufruire di misure per l’uscita”.

Il negoziato non dovrà essere condizionato dalla fretta che la Banca tenta di perseguire; le questioni appaiono di grande delicatezza e devono essere affrontate con molta attenzione e consapevolezza, in un’ottica di conferma degli attuali livelli occupazionali.

Roma, 11 maggio 2015

LE SEGRETERIE NAZIONALI
FALBI
FISAC-CGIL
FIRST-CISL
UILCA-UIL