Oggi come ieri

resistenza 2015

 

Settanta anni fa, la Liberazione dall’oppressione nazifascista.
Una dittatura che aveva raggiunto, nel nostro Paese, il culmine della bestialità con le leggi razziali del 1938 e che aveva trascinato l’intero mondo in una catastrofica avventura bellica.
Settanta anni fa, il popolo italiano portò a compimento quel processo di redenzione che donò al nostro Paese una nuova forma di governo e una Costituzione tra le più belle.
Noi, nel 2015, vogliamo ricordare questa data ma non vogliamo farlo con lo spirito di chi si ostina a celebrare un passato ormai lontano bensì con la volontà di riproporre quei valori che animarono la Resistenza.
Valori di stringente attualità in quanto diametralmente opposti alle logiche di una nuova dittatura, più subdola e più raffinata; una dittatura che mette a rischio la nostra libertà, le nostre conquiste, il nostro mondo.
Le ferree leggi del mercato globale, del liberismo spinto, del pensiero unico determinano, infatti, il destino dei popoli e travalicano ogni forma di partecipazione democratica.
Ne è testimonianza la vicenda greca dove un popolo cerca di ribellarsi all’impoverimento e alla fame che gli vengono imposti dai rigidi parametri economici.
Ne è testimonianza il fatto che per le transazioni finanziarie e per le merci non esistono quei confini nazionali che, invece, esistono per gli esseri umani.
Lo vediamo ogni giorno in cui la nostra politica abbatte a colpi di scure i diritti di chi vive in questo Paese, lo Stato Sociale, le conquiste dei lavoratori per adempiere alle logiche di quei mercati che a colpi di spread, di contenimento del deficit e di “amenità” varie impongono i loro inumani valori.
Lo vediamo ogni giorno quando ci rechiamo in un ospedale, quando entriamo in una scuola, quando perdiamo il posto di lavoro per una delocalizzazione o per una privatizzazione o per una razionalizzazione, quando vediamo i giovani fuggire all’estero o con negli occhi lo sconforto di chi vive in un Paese che nulla può offrirgli.
Per questo occorre tornare a quei valori che animarono i nostri nonni: oggi come ieri dobbiamo contrapporci a logiche liberticide, lo dobbiamo fare per noi ma, soprattutto, per i nostri figli ai quali rischiamo di consegnare un mondo assai peggiore di quello che i nostri padri, figli della Resistenza, ci hanno lasciato.
Un altra Italia, un’altra Europa, un altro mondo sono possibili!